Il moralismo laico e il caso Alfie Evans

il caso ci obbliga a ripensare i nostri schemi di pensiero al di la del fatto in se. La scienza può determinare scelte morali? No: lo dice proprio il princpio di laicità della scienza.

 

Molto viene scritto in queste ore su questo caso e, come a solito, le posizioni sono polarizzate.

Ma io qualche domanda ce l’ho. Leggi tutto “Il moralismo laico e il caso Alfie Evans”

I magi di oggi

Affresco, Cappella degli Scrovegni, Padova.
Adorazione dei Magi, Giotto, Affresco, Cappella degli Scrovegni – Padova.

I magi erano i sapienti di un tempo. Quelli che avevano “la conoscenza”. Quelli che proprio per questo si distinguevano dalla “massa”. A noi può sembrare una conoscenza di tipo superstizioso, ma all’epoca era il meglio che la civiltà potesse offrire. Al di la della storicità o meno dell’evento i magi che vanno ad adorare Gesù rappresentano la sapienza umana che riconosce l’autorità della sapienza divina: riconoscono che la propria sapienza, per quanto grande, ha un limite.

Chi sono i “magi” di oggi? Leggi tutto “I magi di oggi”

Quegli antichi, obsoleti diritti umani: il matrimonio omosessuale biotecnologico

il degrado dei diritti umani universali in relazione con la questione del così detto “matrimonio gay”. E davvero una rivendicazione di “diritti”? Dietro di essa si nasconde la giustificazione della cosificazione e la merfcificazione dell’essere umano in quanto tale. Vediamo perché.

utero-in-affitto-codice-a-barreHo già affrontato questo tema in un mio precedente post, ma avendo discusso con qualche amico ancora dello stesso argomento, e avendo avuto poco tempo, cerco di riaffrontarlo in modo diverso.

Innanzitutto è necessario allargare lo zoom. Guardare le cose in uno scenario più vasto, vedere intorno cosa sta accadendo e chiedersi perché proprio ora. Senza dietrologie o complottismi, possibilmente, ma con ferrea adesione alla realtà dei fatti. In tutto il mondo, da qualche anno, c’è un gran parlare della «questione omosessuale». Sappiamo di cosa si tratta.

L’analisi che qui espongo è la più completa, strutturata e d’ampio raggio sull’argomento che abbia fatto finora. Leggi tutto “Quegli antichi, obsoleti diritti umani: il matrimonio omosessuale biotecnologico”

L’antropologia del «vecchio comunista togliattiano»

L’accusa di individualismo viene oggi lanciata alla cultura “laica” di sinistra di fatto dominante, che a detta di vecchi comunisti, è in netta contraddizione con i valori storici più autentici di quella tradizione politica.

Palmiro Togliatti

«Per quanto riguarda la difficoltà di arrivare a una mediazione legislativa in queste materie [Dat o unioni civili, NdR], penso che forse varrebbe la pena di provare a confrontarsi su cosa debba essere la famiglia, oppure partendo dall’estremo più estremo: l’eutanasia. Anche rispetto al senso morale comune, è difficile affermare che la disponibilità sulla mia vita sia un mio diritto individuale, poiché non mi sono autogenerato. Non conosco vite autogenerate, come non conosco morti solitarie, che non coinvolgano cioè la comunità. Lo stesso vale per le coppie omosessuali. È la Costituzione a definire cosa sia la famiglia, riconoscendole la finalità prioritaria della generazione. L’amore, l’affetto, la solidarietà sono importanti, ma quello che definisce la famiglia è la generazione e il diritto dei nati ad essere generati da un padre e una madre». [1] Leggi tutto “L’antropologia del «vecchio comunista togliattiano»”

Il Caso McBridge

NOTA (2011-01-01): alcune parti sono errate e non sono più condivise dall’autore: le si è mantenute in testo barrato per motivi storici e si è precisato nei commenti più sotto.

* * *

A seguito del post di un blog che seguo “Suora scomunicata per aver salvato una vita” [1] rispondo qui perchè i commenti su quel blog non permettono testi così articolari.

Ecco la mia analisi. Leggi tutto “Il Caso McBridge”

Superbe 2 (poesia)

poesia, secondo atto

Jennifer Aniston

Questa poesia è la seconda parte del post Superbe 1 (poesia) e mi è stata ispirata da: articolo Jen: «Uomini senza palle» e «Un figlio anche da sola» (screenshots salvati qui: [1] [2] [3] [4]); e da un intervento del prof. Renzo Puccetti (link).

Ma ora con giubilo,
ti annuncio spossato
non so ben ridir
se in te avrei cessato Leggi tutto “Superbe 2 (poesia)”

Nazismo di Carnevale

Rispondo al commento di Blogger mariagrazia al post precedente sotto forma di lettera aperta a un ipotetico “Amico”. Pensavo di aver detto quasi tutto sull’eutanasia in questo blog, tanti sono stati i post che ne hanno trattato. Ma evidentemente manca dell’altro.

* * *

Caro Amico, visto che è da poco finito il Carnevale, eccoti una mia storiella:

Il male, mascherato da Pulcinella,
dopo aver devastato la casa,
una volta smascherato,
esce dalla porta.

Ma poi,

mentre stiàmo ben attenti in giro
che non ci sìano maschere di Pulcinella
che girano sospette intorno alla casa,

e mentre celebriamo gloriose
“Giornate della Memoria
della Cacciata del Male
mascherato da Pulcinella”
per ricordare e insegnare ai
nostri figli quanto sìano davvero
pericolose le persone
mascherate da Pulcinella,

ecco che il male è già rientrato dalla finestra,
e, vestito da Arlecchino, gioca indisturbato con i nostri figli.

* * *

Ieri mi hai scritto che:

riguardo all’eutanasia sarebbe utile che si mettessero in campo tutte le possibili informazioni nei diversi casi e tutte quelle necessarie agli interessati ma la scelta spetta a chi è l’oggetto della scelta e non di altri.

Provo a tradurre queste tue parole così:

(1) difronte alla sofferenza e alla disperazione, ciò che la società è in grado di farsi carico è “dare tutte le possibili informazioni”. Come un efficiente sportello informazioni. E poi lasciare la “libera” scelta al singolo.

(ma è oggetto o soggetto?).

Si tratta del solito cliché “libertario” per cui il singolo che sceglie da solo e per se “non sbaglia mai”. Ma qui succede qualcosa di nuovo: con la sua “libera” scelta mette improvvisamente “a posto” la coscienza di tutti. Chi infatti si interrogherà sulla propria coscienza se il malato ha “deciso liberamente”?

un’altra via potrebbe essere invece:

(2) difronte alla sofferenza e alla disperazione, ciò che la società deve farsi carico è alleviare la sofferenza e aiutare i malati a dare un senso alla vita;

Secondo te, quali delle due società, è più “umana”?

E’ ovvio che la seconda strada è più costosa; sia economicamente che emotivamente; ma infondo riconosciamo che è la seconda strada sarebbe quella “giusta”, che tutti desideriamo. Perchè allora non si dibatte tanto animatamente se dare o no e come assistenza ai malati? Ho un forte sospetto: che la prima strada tanto declamata dai teorici della libertà sia un modo comodo e subdolo di evitare la seconda strada.

Sento già che mi stai per obiettare che si può certamente “offrire” tutte e due le cose, e che anzi il farle entrambe sarebbe veramente segno di una “vera società civile”.

Mi chiedo però: se già oggi la “libera morte” non è ammessa, e ci sono già schiere di malati che chiedono disperatamente aiuto e non lo hanno, come potremo pensare che tale assistenza sarà migliore nel momento in cui a queste orde di malati viene prima di tutto “offerta” la possibilità di farsi da parte? Non c’è qualcosa che non va in questo meccanismo?

Prova vivente è il caso Crisafulli e famiglia, proprio di questi giorni. Chiedevano disperatamente aiuto allo Stato. Che non è arrivato. E adesso vogliono andare in Belgio a praticare l’eutanasia: cosa è dunque che provoca quel desiderio di morte? Una vera e libera scelta, oppure la disperazione di sentirsi abbandonati (non solo lui, ma la famiglia e chi gli sta intorno?).
E pensare che lo stesso Crisafulli, “tornato” dallo stato vegetativo, aveva scritto a Beppino Engaro, implorandolo di non far togliere la vita a Eluana, perchè lui era un testimone vivente: sentiva “tutto” quando i medici dicevano che era una foglia di insalata, e ci ha raccontato in quale disperazione fosse per non poter far nulla per dire “sono vivo!” .

Se perfino la famiglia Crisafulli è arrivata a questo, dobbiamo davvero riflettere. Che cioè la richiesta di morte è causata da una mancanza di impegno, di relazione, da parte di chi invece sta bene e potrebbe fare qualcosa. Cioè “noi”, lo “Stato”, la “Società Civile”.

Io penso che è giusto che sia chi sta bene ed è in buona salute che è chiamato a fare “scelte difficili”, ovvero non abbandonare il sofferente; non possiamo scaricare la responsabilità su chi sta male ed è disperato, rimettendoci solo alla sua “libertà”; perché questo equivale, moralmente a dire “veditela tu”, “il tuo problema non mi interessa”.

Dobbiamo seriamente riflettere su tutto questo. Se non sappiamo più individuare il debole e il sofferente e venire incontro alle sofferenze del nostro fratello, diventeremo una società sempre più inumana, in un baratro di progressiva emarginazione dell’ handicappato, del debole, del piccolo, dell’anziano, del sofferente, del malato…

Amico, credimi: penso di non esagerare se dico che sta tornando di moda il nazismo: con la pratica dell’eugenetica, oggi ampiamente praticata, della soppressione e l’eliminazione dell’inadatto, del non desiderato, del più debole e indifeso;

E in alcuni casi avremo si avrà anche il coraggio di dire che lo abbiamo fatto “rispettando” la sua libertà. Che lo abbiamo fatto per “pietà”. Forse sarà bene ricordare che anche i nazisti invocavano un senso di “pietà” quanto facevano esperimenti sui malati di mente; e molti credevano che quelle idee si basavano su teorie che erano “scientificamente” dimostrate (in realtà darwinismo sociale).

L’unica differenza è che oggi non c’è un Hitler a capo di tutto questo; non c’è un volto di questa ideologia; non c’è un nome “nazismo”; perché la società post-moderna è “liquida”: abbiamo ideologie senza avere gli ideòlogi; tutto ci appare fatto in nome della democrazia; e siccome ci hanno insegnato che tutto ciò che è democratico è giusto e buono (e guai a chi discute questo dogma-tabù!!), ecco che la coscienza si assopisce ancora di più. E’ questa è la società del post-umano, in cui certe ideologie non provengono da un “centro” ma hanno molti “centri” e nessun volto. Quando avremo preso coscienza del bàratro in cui ci stiamo infilando, non avremo nessuno cui fare un processo: non ci saranno altri Norimberga; ma nel frattempo molti saranno stati soppressi in nome della falsa libertà e della falsa pietà.

Non mi fraintendere, ti prego: non ti sto dando del nazista; ma ricordiamoci che il nazismo ebbe il supporto “silenzioso” e “ingenuo” di molti che tacquero, pur non essendo nazisti e che si fecero convincere almeno in parte dalla propaganda e assopirono così le loro coscienze: è difficile dire quale sia stata la responsabilità (colpa) oggettiva di queste persone; a loro scusa c’è il fatto che furono plagiate; senza voler giudicarle, possiamo comunque dire che di fatto quello che è accaduto lo è stato anche grazie a questo meccanismo perverso.

La stesso meccanismo infatti accade oggi in TV dove tutto è sempre proclamato in nome della “libertà” e della “democrazia”. Peccato che non tutto viene raccontato come veramente è.
Nessuno dice ad esempio quale è la prima cosa che i malati e le loro famiglie in quelle condizioni chiedono: “aiuto”,”assistenza”, “amore”. Chiedono relazione. Solo quando queste cose gli vengono negate, allora chiedono la morte. Non a caso le associazioni dei malati insorsero dopo la “sentenza Englaro”. Perchè?

Però il messaggio che arriva alla gente è un’altro: che ci sìano orde di malati “costretti” a soffrire che chiedono solo di morire e che aspettano un nostro gesto di “pietà” e di “clemenza”. Il che può anche essere vero, ma alla fine ciò che viene trasmesso è una distorsione della realtà.

Forse sarebbe istruttivo rivedere certi filmati di propaganda nazista e di come invocassero lo stesso “senso di pietà” nei riguardi delle loro vittime innocenti; questo avveniva con abili mistificazioni di mezze verità e mezze bugie: le bugie credibili infatti non sono mai bugie al 100%, altrimenti verrebbero subito riconosciute e non ci crederebbe nessuno.

Forse dovremmo smettere un attimo di contare il numero di ebrei morti nei campi di concentramento e dare una occhiata nel nostro “giardino” di oggi; e dare così un senso a quei morti della storia e alle nostre tanto celebrate “Giornate della Memoria” (per carità, sacrosante!).

E allora non sarà importante solo celebrare le Giornate della Cacciata del Male mascherato da Pulcinella, ma saperlo riconoscere anche quanto gioca dentro casa indisturbato, vestito da Arlecchino.

PS: Nel frattempo, sempre in nome della libertà, dalla solita Olanda, una proposta per legalizzare il suicidio medicalmente assistito per tutti gli ultrasettantenni che ne faccian richiesta”
con tanto di “professioni deditate al fine vita, formata da infermieri specializzati, psicologi e religiosi”. Il grave rotola sempre più rapido giù dal piano inclinato; Arlecchino si comincia a far sentire. Qualcuno se ne è accorto?

Scrigno dell’ego 3: poesia

(seque dal post precedente “Scrigno dell’ego 2: domande laiche”)

Diritto all’istruzione?
Si, perché è per i vivi e per vivere
Diritto al lavoro?
Si, perché è per i vivi e per vivere
Diritto alla Cura?
Si, perché è per i vivi e per vivere
Diritto di Amare?
Si, perché è per i vivi e per vivere

Morire non è un diritto.
Un desiderio non è un diritto.
La risposta al dolore non è la morte.
La risposta alla sofferenza non è la morte.

Che si faccia pure della libertà di coscienza,
lo scrigno dell’ego e arma di ogni umano desiderio…

Che venga pure questa eutanasia…
Che irrompa pure in nome della falsa libertà…

…ma non potrà farlo con il mio si.

RU-486: risposta a Cristiano, primo commento

Rispondo in modo articolato a primo commento di “Cristiano” (03 agosto, 2009 20:05 ) sul post precedente “RU-486: qualcosa non mi torna” del 31.07.2009. Ma ci sono in parte risposte al suo successivo commento e anche al primo commento di Giovanni, in particolare per quanto riguarda OMS/ONU.

Buona lettura. (il grassetto quotato è riportato testo di Cristiano)

1 – Sono favorevole all’uso di meccanismi contraccettivi quali il profilattico, la pillola, il metodo Billings ecc.

Qui si apre un mondo di ambiguità, dipendenti tutte da come definiamo i temini:

il profilattico è in effetti un vero contraccettivo, purtroppo poco efficacie.

La così detta “pillola anticoncezionale” in realtà può anche avere effetti antininidatori (è raro, ma può succedere): questo non viene mai detto da nessuna parte, ma nel foglietto illustrativo c’è scritto; prova a chiedere a un ginecololo “lei mi garantisce assolutamente che la pillola non ha mai effetti antinidatori?”. Non ti potrà dire di si. Quindi il nome corretto sarebbe “pillola anticoncenzionale-abortiva” o se vogliamo sottilizzare sulle definizioni “pillola anticoncezionale-antinidatoria”, ma da un punto di vista etico il risultato è lo stesso: c’è il rischio di sopprimere il prodotto del concepimento, e per chi è sensibile a temi etici, se anche questa probabilità fosse molto bassa, non cambia i termini della questione: con l’assuzione di questa pillola pur non essendo un deliberato atto di “aborto” o “soppressione del concepito” che dir si voglia, ci si assume comunque il rischio che lo possa essere, e quindi ha comunque un tema “etico” importante che nessuno dice. Il vero scandalo è che questo non viene mai detto e si continua a ripetere come un mantra che la “pillola” è un anticoncezionale e basta. E molte donne lo assumono pensando che sia vero per sentirsi a posto con la coscienza. E invece è falso. Vogliamo parlare di libertà? Bene: facciamolo almeno con l’informazione corretta.

Anche la spirale è eticamente sensibile, a causa degli stessi motivi: può avere effetti antinidatori, anche più spesso della “pillola”.

Il metodo Billings invece non è propriamente anticoncezionale, piuttosto è un regolatore di fertilità perchè può essere usato efficaciemente anche da chi vuole avere o aumentare la probabilità di avere figli. Se ti piace chiamalo pure “concezionale / anticoncezionale” anche se fa un po’ ridere. Insieme ad altri metodi simili è l’unico che non ha problemi etici, a meno che qualcuno non ritenga eticamente sensibile la semplice intenzione di non concepire al momento dell’atto sessuale, ma non mi risulta ci sia davvero nessuno in giro con queste idee.

La verità è che non esiste niente di esclusivamente e certamente solo contraccettivo al di fuori del preservativo (però poco efficacie) e dei metodi naturali (se usati a questo fine) che però non piacciono perchè richiedono un certo rigore nella gestione della sessualità di coppia e del proprio corpo. Su alcuni siti leggo addirittura che vengono definiti poco efficaci, in realtà non dicono che sono poco efficaci se seguiti senza rigore, ma hanno il 100% di efficacia se seguiti come si deve, con tanto di training (che dura mesi); tutto questo viene taciuto: basta farsi un giro con google. Il motivo non è una censura da complotto: è che (1) la gente non vuole sentirselo dire e (2) i medici non hanno certo interesse a rimarcarlo.

Se la RU-486 è un meccanismo contraccettivo (come credo, in quanto previene l’impianto dell’ovulo) allora sono favorevole anche al suo utilizzo.

contraccettivo non di certo, perchè se contraccettivo vuol dire anticoncezionale allora come può la RU486 essere tale, se agisce dopo il concepimento? Chi definisce l’aborto come interruzione di una gravidanza che inizia dopo l’impianto, avrà difficoltà a definire cosa sia veramente la RU486: ma se è in malafede tenterà a chiamarla impropriamente anticoncezionale, contraddicendo però i termine anticoncezinale stesso e la realtà. Chi invece definisce la gravidanza iniziante fin dal concepimento, allora la RU-486 è abortiva. L’ OMS definisce gravidanza a partire dall’impianto e non dal concepimento: bisogna dire che tale definizione è stata fatta a solo scopo “di comodo” in quanto per convenzione la gravidanza si riconosce con qualche settimana di ritardo (mancanza di mestruazioni). Viene da se che in base a questa definizione una “interruzione di gravidanza” si avrebbe solo dopo l’impianto, per cui RU486 non sarebbe IVG. Quella OMS è una definizione di “comodità” utile in campo medico, ma non ha senso in campo etico. I maligni dicono che le lobby abortiste hanno fatto pressioni enormi al livello ONU per rendere la definizione dell’OMS più “docile” da questo punto di vista, d’altra parte il potere di influenza di queste lobby all’ONU non è un segreto. Non bisogna dimenticare che organismi quali OMS/ONU sono di carattere politico e non organismi scientifici. In ogni caso da un punto di vista etico non conta la definizione “formale” che diamo ai termini gravidanza o aborto (a volte puramente convenzionali) ma conta la sostanza dei fatti. Non c’è nessuna differenza oggettiva fra un embrione non impiantato e un embrione impiantato: in entrambi i casi si tratta di una vita umana con una corredo genetico autonomo e unico (anche se non è ancora un individio). Cosa cambia chiamarlo “aborto” o “soppressione di una vita umana”? o “soppressione di embrione”? Cambia solo avere un differente impatto psicologico su chi ascolta queste espressioni, ma non cambia la sostanza dell’atto in se. Inoltre l’impianto dell’embrione è solo il momento finale di un processo che dura fin dal concepimento: l’embrione e la madre si scambiano continuamente messaggi ormonali di comunicazione reciproca che servono a “preparare” la madre ad accogliere l’impianto dell’ovulo e all’ovulo a potersi sviluppare al meglio. Quindi non solo l’embrione è una vita umana unica geneticamente, ma già la “relazione madre-figlio” inizia prima dell’impianto. Lo stesso processo di impianto non è discreto, ma continuo. Questo ovviamente non viene detto in giro. Discutere se la gravidanza inizi prima o dopo l’impianto è questione di lana caprina, un approccio formalistico che si attacca a definzioni di “aborto” o di “gravidanza” puramente formali (e comunque controverse) convenzionali e arbitrarie la cui confusione non fa che nascondere al dibattito la vera realtà.

2 – Se, come detto, la RU-486 previene l’impianto dell’ovulo, allora sono francamente sconcertato che certa stampa, proveniente da “certi” ambienti, si ostini a definire la RU-486 una “pillola abortiva”, cosa assolutamente falsa, con il solo scopo di creare confusione e senso di colpa in chi la usa. Come vedi, la disinformazione e la truffa viene da entrambe le parti.

Come ho spiegato sopra dipende dalle definizioni di “aborto” o “gravidanza” che si assumono. Queste definizioni non sono affatto omogenee, anzi sono molto controverse. La medicina, l’etica e il linguaggio giuridico usano definizioni diverse di questi termini. Vedi ad esempio il documento “Incertezze prescrittive sulla pillola del giorno dopo” [1]

3 – Circa l’obiezione di coscienza, qualcuno dice che è illegale.

Chi? Perchè?

Io penso questo: le persone sono libere di usare il metodo contraccettivo che ritengono opportuno.

Questo lo penso anche io, e anche se sono contrario alla contraccezione non per questo ritengo che debba essere vietata. In realtà la legge dice molto di più: che le donne sono libere anche di fare un IVG. Diverso discorso per l’aborto per il quale chiedo e pretento in primis che ci sia corretta e completa informazione. Eticamente parlando “aborto” e “uso di anticoncezionali” sono due cose molto distanti, un po’ come lo possono essere (perdonami l’espressione un po’ forte) la differenza che c’è tra il portarsi dientro una pistola e sparare a una persona.

Ora, accertato che la RU-486 rientra in questa categoria, è assolutamente giusto che si debba passare dal medico per la prescrizione della RU-486 (come per la normale pillola contraccettiva),

Non è affatto “accertato”. Anzi è il contrario: come ho cercato di spiegare sopra, RU486 non è contraccettivo o anticoncezinale che dir si voglia. Anche la definizione di “farmaco abortivo” è controversa perchè è giocata tutta sulla definizione OMS di gravidanza, e rimane così indefinita la “fase di limbo” che è quella preimpianto. Ma l’embrione è già tale fin dal concepimento! Quindi non può essere un farmaco anticoncezionale, perchè il concepimento c’è già stato. Si potrebbero usare altre espressioni come “aborto di embrione” o “aborto preimpianto” piuttosto che “interruzione di gravidanza”, ma capisci bene da te che l’etica prescinde da questioni formalistiche o definizionistiche. Non è cambiando le definizioni che alteriamo la realtà. Non siamo come nella matematica dove possiamo usare le definizioni che ci fanno più comodo per ottenere un certo risultato: bisogna guardare alla realtà pratica, scevra di sovrastrutture, usando la ragione, possibilmente depurata da intossicazioni mediatiche (per le quali ammetto come dici tu che a volte si esagera da entrambe le parti – ma lasciami dire che questo non mette necessariamente le due posizioni sullo stesso piano).

C’è un effetto ancora più subdolo della RU486 che non viene detto: siccome viene usato come “emergenza” nell’eventualità di un possibile concepimento, potrebbe anche rivelarsi inutile nel caso il concepimento non ci fosse per cause naturali: tuttavia la donna viene ugualmente sottoposta a un forte stress psicofisico che la porterà ad avere una esperienza drammatica anche nel caso in cui non ci sia stato alcun concepimento. Questo è anche peggio di un IVG con intevento chirurgico perchè almeno in questo caso si ha la certezza della gravidanza e nel caso non ci fosse stata, non si sarebbe fatto semplicemente nulla. Se il mercato degli IVG chirugici ha un potenziale bacino di un tot-percento sulle potenziali gradivanze (ossia solo quelle che diventano verametne tali) al contrario la RU486 arriva al 100% di mercato potenziale di tutto il bacino delle gravidanze potenziali: un bella trovata machiavellistica per aumentare il bacino dei potenziali acquirenti, per non far così sfuggire neanche una donna come potenziale consumatore, giocando tutto sulla “paura di rimanere incinta”. Complimenti! Questo si chiama terrorismo, non libertà. Chi dice che la RU486 previene un aborto chilurgico, in realtà non dice che sottopone la donna a stress e traumi anche nel caso in cui non ci sia nessun embrione di cui impedire l’impianto, ma semplicemente la “paura” di poter essere incinta. Prova a leggere la drammatica esperienza e testimonianza raccontata in [4] e [5]: quella povera donna (che pure non si è “pentita”) non sa se si tratta o no di un embrione (lei parla di “grumo di sangue” che viene espulso come fosse un embrione ma la realtà è che l’embrione è così piccolo che è invisibile in ogni caso). Tuttavia lei ne rimane colpita come se lo fosse; l’esprerienza non ne riduce la drammaticità e la traumaticità. Come potrebbe dunque la RU486 “prevenire” gli aborti chirugici quando invece sottopone le donne a trauma e stress certi (e non meno gravi nel caso di IVG chirurigo) anche quanto la reale gravidanza (e quindi un potenziale IVG chirugico) fosse ancora solo probabile?

purchè lo stesso si limiti esclusivamente ad accertare che la pillola possa essere assunta senza controindicazioni (ad es. se vi è certezza che non ci sia stato impianto).

Qui casca l’asino: non esiste nessuna, nessuna diagnosi in grado di garantire che non ci sia stato impanto o che ci sia stato concepimento. Almeno fino ad oggi. E anche se ci fosse rimane il problema dello “status etico” dell’embrione prima dell’impianto. Quando una donna scopre di essere incinta, l’embione è già impiantato da un pezzo. Chi gioca su questo tormentone “prima dell’impianto / dopo dell’impianto” dovrebbe anche spiegare che differenza c’è tra l’embione prima e dopo l’impianto. Non è forse sempre lo stesso embrione? E’ per questo che chi spinge sui temi etici insiste a discutere sullo “status dell’embrione”, perchè è li che inizia la vita umana. Chi invece vuol “sviare” cerca di metterla in caciara usando strumentalmente la definizione OMS, ma questo non cambia la realtà dei fatti.

Ma il medico non è autorizzato a strumentalizzare questa sua “prestazione doverosa”, abusandone per limitare la libertà di un’altra persona di utilizzare un meccanismo contraccettivo solo per motivi ideologici

E qui cade ancora una volta la questione dell’ambiguità del termine: chi vuole introdurre a tutti i costi la RU486 insiste che non è abortiva giocando sulla definzione di gravidanza che inizierebbe dall’impianto (OMS). Ma chi fa obiezione di coscienza, lo fa appunto per motivo di coscienza, cioè per motivi etici e la definizione OMS (che non è l’unica e non è usata ne in etica ne in giurisprudenza) non ha alcun valore. In realtà anche una semplice “pillola anticoncezinale” (ma che abbiamo visto essere in realtà anticoncezionale+potenziale antinidatoria) avrebbe secondo me i requisiti per essere rifiutata per obiezione di coscienza. Stessa cosa per la spirale. Si può forse obbligare qualcuno a vendere armi? Se sono un pacifista sicuramente non aprirò un armeria, ma proprio per questo nessuno può obbligarmi ad aprirla. Il preservativo, invece, non può rientrare in questa categoria perchè non è abortivo (o “soppresivo di un embrione” che diri si voglia) in nessun caso, neanche il più improbabile. Sarebbe quindi completamente inconsistente una obiezione di coscienza di qualche farmacista o supermercato a vedere preservativi (non mi risulta infatti che sia mai accaduto) e infatti non si vendono solo in farmacia. Qui non si tratta di ideologia, ma di far funzinoare la propria ragione sulla base di fatti concreti e oggettivi senza giocare sporco con definizioni di comodo che fanno comodo appunto a chi vuole anestetizzare le coscienze per vendere farmaci. Perchè queste informazioni vengono tutte occultate? I motivi sono principalmente due: il primo è che le case farmaceutiche e il mondo medico pro-aborto non ha certo interesse a dirlo; il secondo è che la gente non vuole sentirselo dire. A dirlo e a ricordarlo rimangono solo le persone eticamente molto sensibili.

(i.e. essere contro qualsiasi meccanismo contraccettivo eccetto il metodo Billings che però rientra tra questi)

ripeto: non è solo un metodo contraccettivo. E’ un “regolazione della fertilità” perchè serve tanto a impedire/ritardare una gravidanza tanto ad ottenerla (dipende da come lo si usa). Un’altra differenza non da poco è che questi metodi detti “naturali” non introducono nessun mezzo meccanico o chimico: si limitano a sfruttare le potenzialità di fertilità/infertilità naturali della donna, ossia usare quello che la natura già mette a disposizione. Lasciami fare una ultima provocazione su questo punto: ti sei mai chiesto come mai non si vedono in giro ne prodotti ne tantomeno ricerche scientifiche per “misurare” in modo preciso e affidabile lo stato di fertilità femminile? Ce ne sono alcuni, ma sono poco affidabili. Se ci fossero strumenti di questo tipo come lo sono ad esempio gli apparecchietti che si vendono in farmacia per misurare il diabete, sarebbe davvero una rivoluzione: un modo semplice, più comodo e sicuro per regolare la fertilità. Evidentemente gli interessi intorno a questi strumenti sono pochi: primo perchè toglierebbero mercato ai farmaci, secondo perchè responsabilizzerebbero davvero le persone. Ma il potere non vuole gente libera e responsabile, vuole gente assoggettata al potere della tecnoscienza. E avere il potere sulla vita, è il massimo potere possibile. Al potere fa comodo avere gente che fa sesso per divertimento (panem et circenses dicevano i latini) e che poi con comodità si impasticca o va in sala operatoria, piuttosto che usi la propria sessualità in modo responsabile; Fa comodo perchè questo assottiglia le coscienze e predispone meglio al controllo delle masse.

che tale persona potrebbe non condividere: il medico italiano deve fornire un pubblico servizio e per questo gli è concesso di avere facoltà operative maggiori rispetto ai normali cittadini.

questo discorso non l’ho ben capito. Stai forse dicendo che il medico dovrebbe “mettere da parte le proprie convinzini personali in virtù della missione in qualche modo pubblica che ricopre?”. Se è così allora stiamo negando tout cour il principio cardine di ogni obiezione di coscienza.

Ma queste facoltà devono essere usate al solo scopo di permettere agli stessi di vivere la propria vita come meglio credono, nel rispetto delle leggi di uno stato laico.

in questa frase ci vedo un rapporto medico-paziente di tipo contrattualistico (vedi l’ottima spiegazione su wikipedia alla voce Giuramento di Ippocrate sul paragrafo “Modelli di relazione medico-paziente” [2]) ma questo non è l’unico esistente e non mi pare che uno stato laico dovrebbe imporre questo tipo di rapporto medico-paziente. Anzi, uno stato che facesse questo sarebbe affatto laico, bensì tiranno perchè appiattirebbe le relazioni medico-paziente sulla base di un unico modello, oltre che obbligare il medico a fare ciò che non vuole. Un medico ridotto ad eseguire le volontà del paziente vuol dire ridurre la medicina a “soddisfazione di desideri” di cui ho ampiamente parlato nel post [3].

Un’ultima osservazione e conclusione

penso che per farci delle opinioni oneste non dobbiamo andare in cerca di “visioni oggettive” o come va di moda dire “libere da pregiudizi o ideologie”, perchè la verità è che nessun pensiero ma proprio nessuno è libero da precondizioni o punti di vista che lo precedono nel logos. Con mia grande crescita personale ho imparato che chi vuol farti credere che il suo giudizio sia assolutamente “oggettivo” e “senza ideologie o preconcetti” in realtà ti sta vendendo una sottile bugia: nessun discorso, nessuno è veramente tale.

Penso che sia molto più onesto e sano andare alla ricerca di opinioni di parte che si presentano come tali e giudicare con il nostro giudizio e intelletto: ascoltandone diverse e con diversi punti di vista potremo farci la nostra idea. Penso sia molto più onesto un giudizio di parte che si presenta come tale, piuttosto di uno che vuole ergersi al di sopra di tutti con la presunzinone di non essere di parte.

Non esiste nessun logos (o pensiero) autenticamente neutro, ma si pressuppone sempre una certa visione ontologia sull’antropologia umana, anche se non dichiarata.

Soltanto sapendo quali sono le precondizini ideali/religiose/ideologiche che stanno dietro a un certo logos potremo con maggiore libertà aderire o rifiutare un certo logos con la giusta libertà e intelligenza. Chi invece vanta di essere “non di parte” a mio avviso inganna. Poi all’interno delle varie posizioni possono esserci formulazini più o meno rigorose, ma il rigore prescinde dall’essere di una parte o di un’altra: quindi dovremo effettuare un secondo livello di discernimento per selezionare quelle posizini che siano veramente rigorose. Solo selezinando posizini rigorose all’interno di famiglie di punti di vista differenti (ma dichiarati e palesi) si può avere un vero dialogo. Chi dice di essere “al di sopra delle parti” in realtà va diffidato, perchè vuole eludere il dialogo e il confronto, magari perchè questo è scomodo e sa di avere argomentazioni deboli (?).

Anche queste risposte e argomentazioni che ho scritto qui sono assolutamente di parte, e non aspirano ad essere “al di sopra delle parti”. Ma a me sembrano rigorose: lascio il giudizio libero al lettore libero.

Suggerisco anche di leggere questo articolo sulla RU486 che reputo rigoroso anche se assolutamente di parte: “La vera storia della pillola abortiva Ru486” vedi [4] e [5]. Sarei felice di leggere un articolo altrettanto rigoroso e di parte “contraria”: di rigorosi non ne ho ancora trovati. Se li trovate segnalatemeli – grazie.

Riferimenti:

[1] http://www.pillole.org/public/aspnuke/print.asp?print=article&pID=84
[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Giuramento_di_Ippocrate
[3] http://www.bzimage.it/blog/2009/07/ru-486-qualcosa-non-mi-torna.html
[4] http://zenit.org/article-17050?l=italian
[5] http://zenit.org/article-17063?l=italian