E’ ormai chiaro che una nuova Europa si affaccerà all’orizzonte dalle ceneri di questa UE.
Come l’Italia non fu fatta a furor di popolo (e nessuno stato nazionale lo fu) ma da élite carbonare con processi non sempre lineari, e solo molto tempo dopo, divenne popolo con fatica, e poi di recente una democrazia… così anche l’Europa non nasce a furor di popolo, perchè un popolo europeo – ora – non esiste, ma grazie alle crisi; come questa crisi; sante crisi!
Mai si crea prima un popolo e poi le istituzioni, ma sempre il contrario; se non si ha lo spazio politico nel quale crearlo, non posso avere un popolo, quindi una opinione pubblica, una “polis”.
Sappiamo quali forze in gioco hanno governato la contorta formazione fino ad oggi (“fase I” – sopratutto recente da Maastricht in poi) di questa UE: con quali freni e quali accelerazioni; dunque la prossima battaglia non sarà sulle scene delle politiche nazionali, ma sarà rendere questa nuova entità autenticamente democratica.
Ciò che chiedono i federalisti da sempre è divenuto oggi semplicemente inevitabile ed è ora fortemente accelerato: la formazione di un debito proprio, ovvero di un bilancio proprio, una fiscalità propria proprie, ovvero di quello che mancava fino adesso per essere una entità politicamente compiuta: una sovranità condivisa e soprattutto delle chiare competenze proprie.
Quando questo sarà realizzato si aprirà la “fase II” ovvero la battaglia per far si che questa nuova entità, nata sulle ceneri del COVID-19 e della UE intergovernativa, dominata da dinamiche intra-statali perverse con interferenze indebite fra Stati, possa finalmente essere anche popolo e vero spazio politico, sopratutto anche democrazia, altrimenti rimarrà in mano ai poteri opachi che conosciamo; questi fino ad oggi si sono giovati di tante piccole democrazie (gli stati nazionali) formalmente “sovrani”, ma di fatto ormai epurati e monchi, con grave danno per tutti i cittadini.
Non possiamo pensare di non esserne capaci come Europei: abbiamo tutte le carte in regola, sia storiche che spirituali (che vanno ovviamente rinvivate); ma non credere a questa nostra capacità farà il gioco del potere globale opaco che ci vuole come tanti stati “sovrani” ma senza sovranità europea, oppure “uniti” con pure una sovranità europea, ma senza democrazia: per loro è lo stesso: serve a continuare a fare e disfare a loro gusto.
La nuova battaglia sarà dunque ad un altro livello: uniti nella sovranità condivisa (principio trinitario del’ “uno e il diverso” [1]) ossia uniti nella diversità – che a parole è oggi il motto europeo, ma nei fatti non lo è mai stato); realizzare così la la vera sovranità [3]: quella integrale, che non appartiene a nessuna entità politica, ma solo alla persona: vera sovrana di se stessa in una polis multipla e sempre più connessa e complessa in questo mondo che tende all’unità.
Mentre tutti parlano di coronabond, di MES senza aver capito cosa sta accadendo per davvero: credo si stia avvicinando l’ora di un vero manifesto per una nuova Europa che apra alla oramai imminente “fase II”, che prevedo che si avvererà nel 2021.
Ho avuto conferma oggi di queste idee dal discorso della Van der Layen al Parlamento [2] si parla un budget di 3 triliardi (e forse anche molto di più) e deve essere gestito dalla MFF (cioè dal bugdet europeo), il che vuol dire che questo deve aumentare di decine e decine di volte.
Questo vuol dire trasformare l’attuale ridicolo bilancio europeo in qualcosa di simile a quello di un vero stato: non solo per magnitudo, ma sopratutto per modalità di finanziarsi: non più come ora, con i contributi degli Stati membri che vista la crisi, non hanno soldi.
Quindi: debito, tasse e BCE; dovranno riformare la BCE, ovviamente. La citazione a metà discorso di Spinelli della Van der Layen (per la quale non nutro comunque particolare stima personale – è una politicamente mediocre come tante) dice chiaramente in che direzione stiamo andando (pur senza nominare la parola “federalismo”, evidentemente tabù). Se quello che dice la Van der Leyen si realizza, l’unione federale è fatta.
Nessuno può finanziare questo programma se non la BCE, con buona pace di chi diceva no ai coronabond, o qualcosabond che dir si voglia….come ha fatto giustamente notare in questi giorni ‘Gabo’ Gabriele Guzzi [3] nel suo canale, tutti gli economisti sono diventati di botto keynesiani! E cosa vuol dire questo?
Quello che non hanno saputo fare queste generazioni mediocri e insulse di politicanti europei negli ultimi 30 anni, lo ha fatto il COVID-19 obbligandoli a fare quello che non hanno voluto fare per così troppo tempo, per mancanza di visione e di vedute, intrisi di mercantilismo e intenti solo ad ascoltare le banche. Lo faranno per ancora un po’, ovviamente.
Ma passata questa fase emergenziale che fa da parentesi fra la Europa fase I (tutto ciò che è stato finora) e la fase II: ovvero davvero fare l’Europa e gli europei.
Dovremo essere molto creativi, molto; perchè sarà tutto da fare.
Sarà bellissimo almeno provarci; spero riuscirci: per i miei figli.
PS: prevedo anche che – a breve – tutti gli stati UE vorranno entrare nell’Euro! Ovvio… mica si faranno sfuggire l’occasione…
[1] Denis de Rougement, l’Uno e il diverso, Edizioni Lavoro, 1995
[2] lo speech completo https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/SPEECH_20_675
[3] ne ho parlato in un precedente post “Articolo 1: «popolo sovrano»? oppure «la sovranità appartiene al popolo»?”