Il moralismo laico e il caso Alfie Evans

il caso ci obbliga a ripensare i nostri schemi di pensiero al di la del fatto in se. La scienza può determinare scelte morali? No: lo dice proprio il princpio di laicità della scienza.

 

Molto viene scritto in queste ore su questo caso e, come a solito, le posizioni sono polarizzate.

Ma io qualche domanda ce l’ho. Leggi tutto “Il moralismo laico e il caso Alfie Evans”

Quegli antichi, obsoleti diritti umani: il matrimonio omosessuale biotecnologico

il degrado dei diritti umani universali in relazione con la questione del così detto “matrimonio gay”. E davvero una rivendicazione di “diritti”? Dietro di essa si nasconde la giustificazione della cosificazione e la merfcificazione dell’essere umano in quanto tale. Vediamo perché.

utero-in-affitto-codice-a-barreHo già affrontato questo tema in un mio precedente post, ma avendo discusso con qualche amico ancora dello stesso argomento, e avendo avuto poco tempo, cerco di riaffrontarlo in modo diverso.

Innanzitutto è necessario allargare lo zoom. Guardare le cose in uno scenario più vasto, vedere intorno cosa sta accadendo e chiedersi perché proprio ora. Senza dietrologie o complottismi, possibilmente, ma con ferrea adesione alla realtà dei fatti. In tutto il mondo, da qualche anno, c’è un gran parlare della «questione omosessuale». Sappiamo di cosa si tratta.

L’analisi che qui espongo è la più completa, strutturata e d’ampio raggio sull’argomento che abbia fatto finora. Leggi tutto “Quegli antichi, obsoleti diritti umani: il matrimonio omosessuale biotecnologico”

Andiamo in centro, per uno di noi

Oggi sono andato alla marcia per la vita a Roma. Con moglie e figli al seguito. Il sole, la gioia, la stanchezza, ma alla fine si è fatta una cosa giusta.

marciaperlavitaOggi ho portato la mia famiglia, moglie, figlio di 2 anni, figlia 6 mesi, alla marcia per la vita, http://www.marciaperlavita.it/.

I bimbi sono stati bravi, anzi bravissimi. Perfino sono riuscito a darle il biberon alla piccola mentre si camminava. Il tempo ha tenuto.

Noi ci siamo un po’ stancati, ma ne è valsa la pena. Solo esserci. Per dire che la vita è vita e va difesa. Leggi tutto “Andiamo in centro, per uno di noi”

Il Caso McBridge

NOTA (2011-01-01): alcune parti sono errate e non sono più condivise dall’autore: le si è mantenute in testo barrato per motivi storici e si è precisato nei commenti più sotto.

* * *

A seguito del post di un blog che seguo “Suora scomunicata per aver salvato una vita” [1] rispondo qui perchè i commenti su quel blog non permettono testi così articolari.

Ecco la mia analisi. Leggi tutto “Il Caso McBridge”

Eugenetica libera e democratica

Diagnosi precoce e pre-impianto: l’inizio di una nuova eugenetica. Il potere della tecnoscenza slegata dall’etica.

Matthias Bloechle è un ginecologo tedesco che fra il 2005 e il 2006 «aveva seguito nel suo centro di medicina della riproduzione o “Kinderwunschzentrum” a Berlino tre coppie con una predisposizione a malattie genetiche, delle quali una aveva già una figlia handicappata, e trasferito nell’utero delle donne in questione solo embrioni rivelatisi “sani” dopo una PID» [1]

PID vuol dire “Preimplantation Genetic Diagnosis”, Diagnosi Genetica Preinpianto. Detto in altro modo: butto gli embrioni malati, impianto quelli sani, visto che comunque devo fare una qualche “scelta”. Leggi tutto “Eugenetica libera e democratica”

Nazismo di Carnevale

Rispondo al commento di Blogger mariagrazia al post precedente sotto forma di lettera aperta a un ipotetico “Amico”. Pensavo di aver detto quasi tutto sull’eutanasia in questo blog, tanti sono stati i post che ne hanno trattato. Ma evidentemente manca dell’altro.

* * *

Caro Amico, visto che è da poco finito il Carnevale, eccoti una mia storiella:

Il male, mascherato da Pulcinella,
dopo aver devastato la casa,
una volta smascherato,
esce dalla porta.

Ma poi,

mentre stiàmo ben attenti in giro
che non ci sìano maschere di Pulcinella
che girano sospette intorno alla casa,

e mentre celebriamo gloriose
“Giornate della Memoria
della Cacciata del Male
mascherato da Pulcinella”
per ricordare e insegnare ai
nostri figli quanto sìano davvero
pericolose le persone
mascherate da Pulcinella,

ecco che il male è già rientrato dalla finestra,
e, vestito da Arlecchino, gioca indisturbato con i nostri figli.

* * *

Ieri mi hai scritto che:

riguardo all’eutanasia sarebbe utile che si mettessero in campo tutte le possibili informazioni nei diversi casi e tutte quelle necessarie agli interessati ma la scelta spetta a chi è l’oggetto della scelta e non di altri.

Provo a tradurre queste tue parole così:

(1) difronte alla sofferenza e alla disperazione, ciò che la società è in grado di farsi carico è “dare tutte le possibili informazioni”. Come un efficiente sportello informazioni. E poi lasciare la “libera” scelta al singolo.

(ma è oggetto o soggetto?).

Si tratta del solito cliché “libertario” per cui il singolo che sceglie da solo e per se “non sbaglia mai”. Ma qui succede qualcosa di nuovo: con la sua “libera” scelta mette improvvisamente “a posto” la coscienza di tutti. Chi infatti si interrogherà sulla propria coscienza se il malato ha “deciso liberamente”?

un’altra via potrebbe essere invece:

(2) difronte alla sofferenza e alla disperazione, ciò che la società deve farsi carico è alleviare la sofferenza e aiutare i malati a dare un senso alla vita;

Secondo te, quali delle due società, è più “umana”?

E’ ovvio che la seconda strada è più costosa; sia economicamente che emotivamente; ma infondo riconosciamo che è la seconda strada sarebbe quella “giusta”, che tutti desideriamo. Perchè allora non si dibatte tanto animatamente se dare o no e come assistenza ai malati? Ho un forte sospetto: che la prima strada tanto declamata dai teorici della libertà sia un modo comodo e subdolo di evitare la seconda strada.

Sento già che mi stai per obiettare che si può certamente “offrire” tutte e due le cose, e che anzi il farle entrambe sarebbe veramente segno di una “vera società civile”.

Mi chiedo però: se già oggi la “libera morte” non è ammessa, e ci sono già schiere di malati che chiedono disperatamente aiuto e non lo hanno, come potremo pensare che tale assistenza sarà migliore nel momento in cui a queste orde di malati viene prima di tutto “offerta” la possibilità di farsi da parte? Non c’è qualcosa che non va in questo meccanismo?

Prova vivente è il caso Crisafulli e famiglia, proprio di questi giorni. Chiedevano disperatamente aiuto allo Stato. Che non è arrivato. E adesso vogliono andare in Belgio a praticare l’eutanasia: cosa è dunque che provoca quel desiderio di morte? Una vera e libera scelta, oppure la disperazione di sentirsi abbandonati (non solo lui, ma la famiglia e chi gli sta intorno?).
E pensare che lo stesso Crisafulli, “tornato” dallo stato vegetativo, aveva scritto a Beppino Engaro, implorandolo di non far togliere la vita a Eluana, perchè lui era un testimone vivente: sentiva “tutto” quando i medici dicevano che era una foglia di insalata, e ci ha raccontato in quale disperazione fosse per non poter far nulla per dire “sono vivo!” .

Se perfino la famiglia Crisafulli è arrivata a questo, dobbiamo davvero riflettere. Che cioè la richiesta di morte è causata da una mancanza di impegno, di relazione, da parte di chi invece sta bene e potrebbe fare qualcosa. Cioè “noi”, lo “Stato”, la “Società Civile”.

Io penso che è giusto che sia chi sta bene ed è in buona salute che è chiamato a fare “scelte difficili”, ovvero non abbandonare il sofferente; non possiamo scaricare la responsabilità su chi sta male ed è disperato, rimettendoci solo alla sua “libertà”; perché questo equivale, moralmente a dire “veditela tu”, “il tuo problema non mi interessa”.

Dobbiamo seriamente riflettere su tutto questo. Se non sappiamo più individuare il debole e il sofferente e venire incontro alle sofferenze del nostro fratello, diventeremo una società sempre più inumana, in un baratro di progressiva emarginazione dell’ handicappato, del debole, del piccolo, dell’anziano, del sofferente, del malato…

Amico, credimi: penso di non esagerare se dico che sta tornando di moda il nazismo: con la pratica dell’eugenetica, oggi ampiamente praticata, della soppressione e l’eliminazione dell’inadatto, del non desiderato, del più debole e indifeso;

E in alcuni casi avremo si avrà anche il coraggio di dire che lo abbiamo fatto “rispettando” la sua libertà. Che lo abbiamo fatto per “pietà”. Forse sarà bene ricordare che anche i nazisti invocavano un senso di “pietà” quanto facevano esperimenti sui malati di mente; e molti credevano che quelle idee si basavano su teorie che erano “scientificamente” dimostrate (in realtà darwinismo sociale).

L’unica differenza è che oggi non c’è un Hitler a capo di tutto questo; non c’è un volto di questa ideologia; non c’è un nome “nazismo”; perché la società post-moderna è “liquida”: abbiamo ideologie senza avere gli ideòlogi; tutto ci appare fatto in nome della democrazia; e siccome ci hanno insegnato che tutto ciò che è democratico è giusto e buono (e guai a chi discute questo dogma-tabù!!), ecco che la coscienza si assopisce ancora di più. E’ questa è la società del post-umano, in cui certe ideologie non provengono da un “centro” ma hanno molti “centri” e nessun volto. Quando avremo preso coscienza del bàratro in cui ci stiamo infilando, non avremo nessuno cui fare un processo: non ci saranno altri Norimberga; ma nel frattempo molti saranno stati soppressi in nome della falsa libertà e della falsa pietà.

Non mi fraintendere, ti prego: non ti sto dando del nazista; ma ricordiamoci che il nazismo ebbe il supporto “silenzioso” e “ingenuo” di molti che tacquero, pur non essendo nazisti e che si fecero convincere almeno in parte dalla propaganda e assopirono così le loro coscienze: è difficile dire quale sia stata la responsabilità (colpa) oggettiva di queste persone; a loro scusa c’è il fatto che furono plagiate; senza voler giudicarle, possiamo comunque dire che di fatto quello che è accaduto lo è stato anche grazie a questo meccanismo perverso.

La stesso meccanismo infatti accade oggi in TV dove tutto è sempre proclamato in nome della “libertà” e della “democrazia”. Peccato che non tutto viene raccontato come veramente è.
Nessuno dice ad esempio quale è la prima cosa che i malati e le loro famiglie in quelle condizioni chiedono: “aiuto”,”assistenza”, “amore”. Chiedono relazione. Solo quando queste cose gli vengono negate, allora chiedono la morte. Non a caso le associazioni dei malati insorsero dopo la “sentenza Englaro”. Perchè?

Però il messaggio che arriva alla gente è un’altro: che ci sìano orde di malati “costretti” a soffrire che chiedono solo di morire e che aspettano un nostro gesto di “pietà” e di “clemenza”. Il che può anche essere vero, ma alla fine ciò che viene trasmesso è una distorsione della realtà.

Forse sarebbe istruttivo rivedere certi filmati di propaganda nazista e di come invocassero lo stesso “senso di pietà” nei riguardi delle loro vittime innocenti; questo avveniva con abili mistificazioni di mezze verità e mezze bugie: le bugie credibili infatti non sono mai bugie al 100%, altrimenti verrebbero subito riconosciute e non ci crederebbe nessuno.

Forse dovremmo smettere un attimo di contare il numero di ebrei morti nei campi di concentramento e dare una occhiata nel nostro “giardino” di oggi; e dare così un senso a quei morti della storia e alle nostre tanto celebrate “Giornate della Memoria” (per carità, sacrosante!).

E allora non sarà importante solo celebrare le Giornate della Cacciata del Male mascherato da Pulcinella, ma saperlo riconoscere anche quanto gioca dentro casa indisturbato, vestito da Arlecchino.

PS: Nel frattempo, sempre in nome della libertà, dalla solita Olanda, una proposta per legalizzare il suicidio medicalmente assistito per tutti gli ultrasettantenni che ne faccian richiesta”
con tanto di “professioni deditate al fine vita, formata da infermieri specializzati, psicologi e religiosi”. Il grave rotola sempre più rapido giù dal piano inclinato; Arlecchino si comincia a far sentire. Qualcuno se ne è accorto?

L’Africa, media e malizia

Mentre si svolge a Roma il sinodo dei vescovi africani, mentre i giornali ne parlano distrattamente e se lo fanno parlano solo del solito preservativo, di un possibile “papa nero”, del fatto che Obama è il primo presidente nero, del prossimo incontro in campidoglio del sindaco Alemanno con una delegazione, degli OGM etc… etc… ad nauseum!!!

Mi sembrano più significative, invece, le parole di denuncia pronunziate in questa assemblea, da mons. Francois Xavier Maroy Rusengo, Arcivescovo di Bukavu (Congo) che sta frettolosamente per ripartire nel suo paese, perchè:

“Mentre prendiamo la parola in queste riunioni, gli agenti pastorali nella nostra arcidiocesi vengono attaccati dai nemici della pace […] Una parrocchia è stata incendiata lo scorso 2 ottobre, i sacerdoti sono stati maltrattati, altri presi in ostaggio da uomini in uniforme che hanno preteso un grosso riscatto che siamo stati costretti a pagare per risparmiare la vita dei nostri sacerdoti […]
La Chiesa è rimasta l’unico sostegno di un popolo terrorizzato, umiliato, sfruttato, dominato che si vorrebbe ridurre al silenzio […]
la riconciliazione non possa più limitarsi semplicemente ad armonizzare le relazioni interpersonali […] le cause profonde delle violenze che sono essenzialmente le risorse naturali […]
affinché la riconciliazione si attui attraverso la ricostruzione comunitaria […]
Questo tipo di approccio va inteso come risposta ai traumi comunitari, spesso dimenticati, allo scopo di rendere la gente responsabile e protagonista di un cambiamento positivo […]
Questo tipo di approccio richiede il potenziamento dell’istruzione di base e la creazione di spazi di dialogo per un’effettiva partecipazione della popolazione alla gestione delle ricchezze per concorrere alla ricostruzione, allo sviluppo, alla riconciliazione e a una coabitazione pacifica”.

Quanti (e quali) giornali hanno parlato di questo? Quando i media parlano di Africa e Chiesa (se lo fanno) il tema è uno solo: il preservativo, un tema molto “caro” a noi occidentali, ma gli africani pare abbiano altre priorità.

Chi ha occhi maliziosi, vedrà il mondo solo con occhi maliziosi e vedrà intorno a se solo malizia su malizia. Dove i media sono maliziosi, si genera e si alimenta una società maliziosa e una società maliziosa a sua volta chiederà notizie maliziose, prontamente fornite dai media in un circolo vizioso senza nessuna virtù. Ovviamente questo schema verrà strenuamente difeso in nome della libertà.

Ormai la malizia ha invaso talmente tanto il nostro modo di pensare che quasi non ce ne rendiamo conto, pensando che sia “il modo normale” di vederlo. La politica italiana degli ultimi mesi ne è un triste esempio. Ma cosa è la malizia se un modo sofisticato e mistificato di vedere “il male” proiettato sull’altro e non piuttosto qualcosa contro il quale dobbiamo in qualche modo combattere noi stessi? Ribelliamoci alla malizia, e cerchiamo di vedere il mondo con un cuore puro, guardando si in faccia la realtà, senza paura e senza nasconderci dietro un dito…. anzi dietro un preservativo.

Eluana e Salvatore: messaggi dall’aldiquà

Tutti in questi giorni parlano del caso di Eluana Englaro [1] [2] [3] [4]. Voglio dire anche io la mia: sarò sintetico.

Sulla scia mediatica del caso, anche l’immancabile prof. Umberto Veronesi, tramite la sua fondazione [5], propone un modulo Testamento biologico [6] che pur non avendo valore legale, se un cittadino lo compila e firma, dice, può evitare o tenta di evitare, il ripetersi di casi come quelli di Eluana.

Ecco cosa propone di firmare:

[Il sottoscritto] In caso di:
– malattia o lesione traumatica cerebrale irreversibile e invalidante
– malattia che mi costringa a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione
chiedo di non essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico né a idratazione e alimentazione forzate e artificiali in caso di impossibilità ad alimentarmi autonomamente.

apparentemente semplice e lineare.

Peccato che non prende in considerazione casi come quello di Salvatore Crisafulli [7], che era in condizioni simili a quelle di Eluana ma che capiva e sentiva tutto e che miracolosamente è tornato cosciente tanto da raccontarci le sue pene nel sentire la fame, la sete e i medici affermare che era ormai un vegetale e che bisognava staccare la spina. Solo i genitori lo hanno salvato grazie alla loro insistenza e speranza. E si badi: non si tratta di un miracolo!

Vorrei chiedere al prof. Veronesi:

Cosa farebbe lei, caro professore, se si trovasse in condizioni di aver firmato il suo bellissimo testamento e si trovasse poi in condizioni simili a quelle di Salvatore Crisafulli in seguito a un incidente? Non si pentirebbe, forse, caro professor Veronesi, di averlo firmato? O forse, caro professor Veronesi, Lei che sa bene quale è la realtà scientifica, sarebbe il primo a non firmarlo questo testamento?

Perché…. sa… non è bello, sentire i medici che stanno per staccarti la spina convinti che sei un vegetale, anche e sopratutto con l’ipotesi che hai firmato una stupida liberatoria come Lei ce la propone.

A proposito…. ma che razza di testamento biologico sarebbe se prevede solo una possibilità e nessun questionario? Lei propone una sola cosa: autorizzare di staccare la spina! Ma non doveva essere una scelta? Lei invece ne propone una sola nel suo bellissimo modulo, senza neanche precisare o far scegliere esattamente in quali condizioni si dovrebbe o non si dovrebbe staccarla! Ma che testamento è? Il Testamento per l’eredità dei propri beni prevede infinite possibilità di destinare i propri averi. Ma il testamento biologico da lei proposto ne prevede una e una sola: staccare la spina non appena non siamo più coscienti. Nella sua visione delle cose dovremmo essere più liberi di gestire i nostri averi materiali dopo la morte, piuttosto che gestire la nostra vita. E lei lo chiama testamento? Di cosa?

Come mai Lei che dice con la sua bella fondazione di operare per il progresso delle scienze non dice anche chiaramente alla gente che c’è una certa probabilità che quello che normalmente viene chiamato “stato vegetativo permanete” non sia in realtà ne vegetativo ne permanente (come il caso Crisafulli mostra chiaramente) ? Non è che, forse, caro prof. Veronesi, a lei interessa mettere mano con la sua bella Fondazione di interessi che rappresenta, al mercato degli organi (legale s’intende)? Se ho capito bene piu staccamenti di spina è uguale piu “donazioni” di organi uguale piu lavoro e fama per gente come Lei. E’ giusta l’equazione, professore? Lei si che è un vero uomo di scienza!

Cari amici, date una rapida occhiata al sito di Salvatore [7] e poi rispondete a queste due semplici domande:

1) firmereste un qualunque testamento biologico ?
2) fareste quello che ha fatto il padre di Eluana a vostra figlia?

[1] quotidianonet.ilsole24ore.com
[2] Unita.it
[3] Asca
[4] blog.panorama.it
[5] Fondazione Veronesi
[6] Modulo Testamento Biologico proposto da FV
[7] http://www.salvatorecrisafulli.it/