Articolo 59 comma 2 in stile Napolitano-Monti

una poesia dedicata a Mario Monti e Giorno Napolitano all’indomani dell’annucnio della proposta di nomina del primo a Senatore a vita da parte del secondo nonchè di presidente del Consiglio, per sostituire il disastroso Berlusconi.

Poesia (satirica, romanesca)

(N) “… e mo che faccio”, dice er Presidente,
“Chi te sacrifico ar govenro pendente?
Qua ce vole uno che fa quadrà li conti,
mo te chiamo Mario Monti”…

(N) “Pronto, Mario? fai er Presidente der Consijo?
fallo pe la Patria, o sennò fallo pe tu fijo…
Tu solo poi sarvà la situazione,
che l’italiani ci’hanno l’incurturazione.”

(M) “Giorgiè… grazie der penziero…
me fa specie… ne so fiero.
Ma sai, c’è la crisi… pur’io ciò famija…
quarcosa m’hai da da, pe perde pure la faccia mia.”
(N) “Vabbè ho capito… c’ho da fa
pe Palazzo Chigi fatte mannà?

(M) “Un banchetto a Palazzo Madama,
sarebbe certo un ber proclama…”

(N) “Ah bene se è così poco…”
detto fatto, in stesso loco!”

E Mariettino è senatone
in barba pure alla Costituzione!

Art.59,comma 2 della Costituzione:

Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.

Versione Napolitano-Monti del medesimo comma:

Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario ovvero, in caso di disperazione istituzionale, in cambio della loro disponibilità alla carica di Presidente del Consiglio.

 

Nel prossimo post parò più seriamente della questione circa l’erosione democratica.

Ma quella li non è una femmina! E’ un maschio!

Esperienza che mi è capitata sul bus in città. Fa caldo. Bus affollato. Ora di punta.

Una ragazzina adolescente con zaino, ben vestita e ben truccata, parla al telefonino: il suo linguaggio è pesantemente rude, di una rudezza esagerata, un romanesco volgare tradisce la sua bellezza d’adolescente. Come se non bastasse anche il suo tono di voce sembra così pesante, greve, …. “Ohh…ma che è… qua fa un cardo….se schiuma”… sembra che il suo tono di voce standard sia urlare. E anche dopo la telefonata continua a lamentarsi a voce alta della gente che gli sta attorno, della puzza che sente, con un modo molto sgarbato e maleducato. La gente, in silenzio, la guarda perplessa; ci si guarda stupiti l’un l’altro.

Ad un tratto sento la voce di un bimbo, probabilmente molto piccolo, provenire dalle mie spalle, che esclama “Ammazza…ma quella li non è una femmina! E’ un maschio!”.

La gente sbotta a ridere, quasi come una liberazione. Quello che tutti hanno pensato, ma nessuno poteva dire per essere “politically correct”, lo ha detto la voce innocente di un bambino: le risate liberatorie finali testimoniano questa ipocrisia di fondo in cui viviamo immersi.

La tipa, irritata e infastidita, dopo poco scende alla prima fermata (diceva “perché non ciaa faccio ppiù dar cardo”) ma in realtà è perchè ha sentito insopportabile la sua presenza.

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    troppo lungopoco chiaronon ci avevo mai pensato
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    A-Style da Padre Pio

    Di ritorno dalle vacanze in Puglia e sotto l’influenza della calura d’agosto, mi va di ironizzare un po….

    Siamo stati di passaggio sul Gargano, con un pernotto a San Giovanni Rotondo [1], la “patria” di San Pio da Pietralcina, meglio noto come “Padre Pio” [2]. Anche se con un serio disappunto di mia moglie, non ho resistito dal fare questa foto. L’auto era parcheggiata a pochi metri dal santuario.

    Forse qualcuno sarà andato a chiedere la grazia a Padre Pio per realizzare ciò che l’adesivo propone? O più semplicemente qualche giovane andato ad accompagnare i genitori o un anziana nonna o zia? Ipotesi ragionevoli se si fosse trattado di una golf o una smart. Ma un Opel Astra sembra essere più un’auto familiare che “giovanile”. O forse uno che ignora completamente il significato dell’A-Style [3] ? O forse il semplice risultato del guerriglia marketing [4] fatto con adesivi per diffonderne il logotipo o che è stato regalato all’ignaro proprietario ? O più probabilmente uno “scherzo” tirato da un adolescente sull’auto di un ignaro genitore? Chissà…. tutto è possibile.

    Magari avrei dovuto portami un po’ di adesivi T-Syle [5] da distribuire tra i frati o incollare sulle auto con una contro-guerriglia marketing? Vabbè…. fa proprio caldo.

    [1] http://it.wikipedia.org/wiki/San_Giovanni_Rotondo
    [2] http://it.wikipedia.org/wiki/Padre_Pio_da_Pietrelcina
    [3] mio post “A-Style” del 20.06.2009
    [4] http://it.wikipedia.org/wiki/Guerriglia_marketing
    [5] mio post “T-Style” del 30.06.2009

    Il Cesso, le donne (e non solo)

    Oggi è S. Velentino. Celebriamo dunque l’amore! Ecco la mia proposta.

    Ricevo e pubblico volentieri questa email che evidentemente gira in rete, ricevuta da una mia amica. Penso, nonostante la comicità e l’ironia, sia molto istruttiva soprattutto per i maschietti.

    Dopo averlo letto, approfondite l’argomento con un tema più serio, cliccando qui:

    http://www.unbagnopertutti.org/progetto.php

    Il progetto è sponsorizzato da Telethon: anche il tema del cesso, può avere la sua serietà.

    Ma prima fatevi due risate e leggete qui:

    ——-

    Perché le donne stanno così tanto nei bagni pubblici?

    Il grande segreto di tutte le donne rispetto ai bagni è che da bambina tua mamma ti portava in bagno, puliva la tavolozza, ne ricopriva il perimetro con la carta igienica e poi ti spiegava: “MAI, MAI appoggiarsi sul gabinetto” e poi ti mostrava “la posizione” che consiste nel bilanciarsi sulla tazza facendo come per sedersi ma senza che il corpo venga a contatto con la tavolozza. ‘La posizione’ è una delle prime lezioni di vita di una bambina, importantissima e necessaria, deve accompagnarci per il resto della vita. Ma ancora oggi, da adulte, ‘la posizione’ è terribilmente difficile da mantenere quando hai la vescica che sta per esplodere.

    Quando devi andare in un bagno pubblico, ti ritrovi con una coda di donne che ti fa pensare che dentro ci sia Brad Pitt. Allora ti metti buona ad aspettare, sorridendo amabilmente alle altre che aspettano anche loro con le gambe e le braccia incrociate. È la posizione ufficiale di ‘me la sto facendo addosso’. Finalmente tocca a te, ma arriva sempre la mamma con ‘la bambina piccola che non può più trattenersi’ e ne approfittano per passare avanti tutte e due! A quel punto controlli sotto le porte per vedere se ci sono gambe. Sono tutti occupati. Finalmente se ne apre uno e ti butti addosso alla persona che esce. Entri e ti accorgi che non c’è la chiave (non c’è mai); non importa… Appendi la borsa a un gancio sulla porta, e se non c’è (non c’è mai), ispezioni la zona, il pavimento è pieno di liquidi non ben definiti e non osi poggiarla lì, per cui te la appendi al collo ed è pesantissima, piena com’è di cose che ci hai messo dentro, la maggior parte delle quali non usi ma le tieni perché non si sa mai. Tornando alla porta… dato che non c’è la chiave, devi tenerla con una mano, mentre con l’altra ti abbassi i pantaloni e assumi ‘la posizione’… AAhhhhhh… finalmente… A questo punto cominciano a tremarti le
    gambe… perché sei sospesa in aria, con le ginocchia piegate, i pantaloni abbassati che ti bloccano la circolazione, il braccio teso che fa forza contro la porta e una borsa di 5 chili appesa al collo. Vorresti sederti, ma non hai avuto il tempo di pulire la tazza né di coprirla con la carta! Così rimani nella ‘posizione’, ma per un errore di calcolo un piccolo zampillo ti schizza sulle calze!!! Sei fortunata se non ti bagni le scarpe.

    Mantenere ‘la posizione’ richiede grande concentrazione. Per allontanare dalla mente questa disgrazia, cerchi il rotolo di carta igienica maaa, cavolo…! non ce n’è…! (mai). Allora preghi il cielo che tra quei 5 chili di cianfrusaglie che hai in borsa ci sia un misero fazzoletto, ma per cercarlo devi lasciare andare la porta, ci pensi su un attimo, ma non hai scelta. E non appena lasci la porta, qualcuno la spinge e devi frenarla con un movimento brusco, altrimenti tutti ti vedranno semiseduta in aria con i pantaloni abbassati. NO!! Allora urli ‘O-CCU-PA-TOOO!!!’, continuando a spengere la porta con la mano libera, e a quel punto dai per scontato che tutte quelle che aspettano fuori abbiano sentito e adesso puoi lasciare la porta senza paura, nessuno oserà aprirla di nuovo (in questo noi donne ci rispettiamo molto) e ti rimetti a cercare il fazzoletto, vorresti usarne un paio ma sai quanto possono tornare utili in casi come questi e ti accontenti di uno, non si sa mai. In questo preciso momento si spegne la luce automatica, ma in un cubicolo così minuscolo non sarà tanto difficile trovare l’interruttore! Riaccendi la luce con la mano del fazzolletto, perché l’altra sostiene i pantaloni, conti i secondi che ti restano per uscire di lì, sudando perché hai su il cappotto che non avevi dove appendere e perché in questi posti fa sempre un caldo terribile. Senza contare il bernoccolo causato dal colpo di porta, il dolore al collo per la borsa, il sudore che ti scorre sulla fronte, lo schizzo sulle calze…

    Ma la debacle non è finita… sei esausta, quando ti metti in piedi non senti più le gambe, ti rivesti velocemente e soprattutto tiri lo sciacquone! Se non funziona preferiresti non uscire più da quel bagno, che vergogna! Finalmente vai al lavandino. È tutto pieno di acqua e non puoi appoggiare la borsa, te la appendi alla spalla, non capisci come funziona il rubinetto con i sensori automatici e tocchi tutto finché riesci finalmente a lavarti le mani in una posizione da gobbo di Notredame per non far cadere la borsa nel lavandino; l’asciugamani è così scarso che finisci per asciugarti le mani nei pantaloni, perché non vuoi sprecare un altro fazzoletto per questo!

    Esci passando accanto a tutte le altre donne che ancora aspettano con le gambe incrociate e in quei momenti non riesci a sorridere spontaneamente, cosciente del fatto che hai passato un’eternità là dentro. Sei fortunata se non esci con un pezzo di carta igienica attaccato alla scarpa o peggio ancora con la cerniera abbassata! A me è capitato una volta, e non sono l’unica a quanto ne so! Esci e vedi il tuo ragazzo che è già uscito dal bagno da un pezzo e gli è rimasto perfino il tempo di leggere Guerra e Pace mentre ti aspettava. ‘Perché ci hai messo tanto?’ ti chiede irritato. ‘C’era molta coda’ ti limiti a rispondere.

    E questo è il motivo per cui noi donne andiamo in bagno in gruppo, per solidarietà, perché una ti tiene la borsa e il cappotto, l’altra ti tiene la porta e l’altra ti passa il fazzoletto da sotto a porta; così è molto più semplice e veloce perché tu devi concentrarti solo nel mantenere ‘la posizione’. E la dignità.

    Questo è dedicato alle donne di tutto il mondo che hanno usato un bagno pubblico e a voi uomini, perché capiate come mai ci stiamo tanto.

    Letto? Bene… ora cliccate qui.

    Etimologia berlusconiana

    Forza Mafia
    Una cosa curiosa e simpatica; strano che nessuno ne ha mai parlato fino ad ora. Mi limito a descriverla senza commentala, si commenta da se.

    Dimmi come ti chiami e ti dirò chi sei ! E’ proprio vero.

    Cito dal dizionario etimologico online l’etimologia della parola “berlùsco”:

    dal lat. BIS LUSCUS o BI LUSCUS che vale “due volte losco” (v. Bis e Losco) – voce antiquata che vale Guercio

    Dunque “berluscone” ne amplifica il senso e vuol dire un grande e due volte volte losco.

    Infine “Berlusconi“, che è anche al plurale, vuole dire molti grandi due volte loschi, una figura multipla, e doppiamente losca.

    Quando si dice un nome, un programma!

    La simpatia di amici e colleghi

    5 faccie

    Quando i colleghi e gli amici ti prendono in giro e non sei un tipo permaloso, vuol dire che ti vogliono bene.

    Grazie ai colleghi e amici che si divertono a scherzare con me prendendomi in giro.

    Come ad esempio questa “quinta faccia” degli “States”, fatta di Andrea…. che aggiunge a un noto quartetto il mio profilo (ultimo a destra); è solo uno dei suoi divertenti lavori.

    E che dire dei “motti sebastianensi” creta dagli amici del LUGRoma e in particolare da Francesco ? (grande animo napoletano!)

    Non parliamo poi dello pseudo-amministratore di una nota società di ingegneri di idee, che invece di pensare ad alzare gli stipendi dei suoi amatissimi dipendenti, non perde mai l’occasione di mettere in “play” la sua voce rauca come sottofondo, recitando come grido di battaglia “Microsoft!!! Microsoft!!!” nel disperato tentativo di stimolare la mia presunta, ma infondata, fama di radical-ideologico-linuxaro-talebano ? (Io comunque, mi rifaccio deridendo il suo otrioso panzone…)

    devo aprire un sito www.amicidifabrizio.net ? chissà che non nasca una vasta community ! …