Quegli antichi, obsoleti diritti umani: il matrimonio omosessuale biotecnologico

il degrado dei diritti umani universali in relazione con la questione del così detto “matrimonio gay”. E davvero una rivendicazione di “diritti”? Dietro di essa si nasconde la giustificazione della cosificazione e la merfcificazione dell’essere umano in quanto tale. Vediamo perché.

utero-in-affitto-codice-a-barreHo già affrontato questo tema in un mio precedente post, ma avendo discusso con qualche amico ancora dello stesso argomento, e avendo avuto poco tempo, cerco di riaffrontarlo in modo diverso.

Innanzitutto è necessario allargare lo zoom. Guardare le cose in uno scenario più vasto, vedere intorno cosa sta accadendo e chiedersi perché proprio ora. Senza dietrologie o complottismi, possibilmente, ma con ferrea adesione alla realtà dei fatti. In tutto il mondo, da qualche anno, c’è un gran parlare della «questione omosessuale». Sappiamo di cosa si tratta.

L’analisi che qui espongo è la più completa, strutturata e d’ampio raggio sull’argomento che abbia fatto finora.

Alcuni fatti rilevanti

  1. Il carattere mondiale del «movimento omosessuale» e della sua agenda politica [¹]. Aumentano mese dopo mese il numero di stati che riconoscono, pur se in modi diversi, il matrimonio o l’unione fra persone dello stesso sesso, conseguente alla forte pressione mediatica. Esiste una forte propaganda [¹], organizzata al livello mondiale.
  2. Esplosione recente: il «movimento omosessuale» è più antico rispetto alla recente campagna mediatica. Nasce negli anni ’70 sulla scia della così detta «rivoluzione sessuale», e fino agli anni ’80 è socialmente marginale: costituisce sostanzialmente quello che i sociologi chiamano una sub-cultura. E’ solo negli anni ’90 e soprattutto 2000 che aumenta a dismisura il loro impatto mediatico e la loro efficacia in termini di comunicazione. Iniziano a riscuotere consensi e conseguentemente pian piano ad ottenere successi del loro piano politico.
  3. Il carattere non-popolare del «movimento omosessuale». Trattandosi di una minoranza che rimane comunque tale, l’unica modalità per ottenere risultati politici è quello di riuscire a convincere una parte dell’opinione pubblica ad appoggiarla «per simpatia» per avere l’appoggio di certi partiti. E’ quello che il «movimento omosessuale» sta effettivamente ottenendo un po’ in tutto il mondo. La maggioranza della popolazione non è favorevole alle loro rivendicazioni: prova ne è il fatto che quasi in nessuno stato il «movimento omosessuale» si è affermato per iniziativa popolare; anzi, spesso viene affermato con sentenze giudiziarie controverse e poi successivamente con leggi del parlamento. Insomma la loro agenda si realizza attraverso le elites intellettuali e politiche e non attraverso il popolo [²]. Alcune iniziative democratiche hanno anzi bocciato tale tendenza [²]. Prova ne è il fatto che in nessun contesto il «movimento omosessuale» spinge per iniziative referendarie o popolari, ben sapendo che ha poche chance di farcela. Altre infatti sono le strategie. Ho usato il termine popolare anziché democratico non a caso: non a fini polemici, o delegittimanti: si sa, ed è normale, che nel processo democratico sono spesso le “minoranze attive” a portare il cambiamento o a far approvare certe leggi quando riescono a coagulare intorno a se degli interessi e delle visioni politiche. Quindi niente di polemico, è pienamente legittimo, ci servirà più avanti. Per carattere non-popolare non intendo dire che la «causa omosessuale» non goda di favore di ampi e importanti strati della società; ma va ricordato che questo favore è stato “indotto” negli ultimi anni grazie alle campagne mediatiche, acquistando il favore, la simpatia, il consenso di un’ampia fetta di opinione pubblica che evidentemente omosessuale non è, e che in principio non avrebbe alcun interesse a simpatizzare se non fosse convinta della bontà della loro causa; se questo trasnfer politico non fosse avvenuto la «causa omosessuale» non avrebbe avuto alcuna speranza non solo di avere successo, ma neanche di far parlare di se.
  4. Finanziamento: Tutte le principali multinazionali e importanti fondazioni e centri finanziari internazionali sostengono la miriade di associazioni LGBT [⁴]. Spesso questi dati sono usati con intenti dietrologici o con toni complottisti. Al contrario io penso abbiano un senso molto pragmatico e alquanto finalistico.
  5. Stagnazione dell’economia e dei mercati: è un fatto più che evidente che negli ultimi 20 anni l’economia mondiale è stagnate, soprattutto nei paesi più avanzati. Per creare nuovi mercati è necessario innanzitutto creare nuovi bisogni: è la legge del mercato.
  6. Potenziale biotecnologico limitato dalle barriere etiche: le biotecnologie oggi potrebbero fornire un grosso impulso alla nascita di nuovi mercati: è sempre più evidente quanto la limitazione non solo della ricerca (embrioni, trapianti di frontiera…) ma anche come prospettiva di creare mercato sia sempre limitata a causa delle barriere etiche con le quali i governi devono mediare ogni volta che “autorizzano” una certo tipo di ricerca in un ambito “eticamente delicato”. Ed ecco dunque nascere “commissioni bio-etiche” etc… nelle varie agenzie o consessi governativi e parlamentari un po’ dappertutto…. spesso il dibattido si fa serrato, le opinioni polarizzate, etc… Rimane tuttavia un fatto innegabile: se queste barriere etiche non ci fossero questi mercati potrebbero senz’altro svilupparsi velocemente, creando nuovi bisogni: “utero in affitto” (elegantamente edulcoato in “maternità surrogata”) è solo il più noto di queste pratiche, ma non certo l’unico, potenzialmente.
  7. Lo sviluppo del potenziale biotecnologico impone il superamento dei limiti biologici umani, in primis proprio per quanto riguarda la generazione della vita; esempi: generare figli in tarda età con costose cure; impianti di embrioni all’ordine del giorno, utero in affitto, costose “selezioni” degli embrioni sani con caratteristiche volute (eugenetica) etc…
  8. La dignità dell’uomo come inviolabile e la sua non-cosificazione è il fondamento dei diritti umani: in sostanza i diritti umani universali affermano che l’uomo non può essere considerato una «cosa», il suo corpo non può essere mercificato, proprio in quanto portatore di una dignità inviolabile che egli stesso non può violare neanche per «libera» scelta.
  9. Diritto al figlio: è la logica conseguenza del «matrimonio omosessuale»; anche se in molte legislazioni questo non è ancora possibile, c’è da aspettarsi che questo è il prossimo passo delle rivendicazioni in nome della «effettiva uguaglianza» e «non discriminazione». Se questi slogan hanno funzionato così bene nella “fase 1” (rivendicazione del «matrimonio») perché non dovrebbe funzionare anche nella “fase 2”? In Belgio sta già avvenendo: le associazioni LGBT, dopo aver incassato il «matrimonio», chiedono la «maternità surrogata» [⁵].
  10. Intrinseca non fecondità della coppia omosessuale, soprattutto della coppia maschile; quella femminile può almeno generare con una delle partner che si fa fecondare artificialmente o impiantare un embrione. Quella maschile ha bisogno di una donna per almeno nove mesi. In entrambi i casi almeno un caso questa presunta genitorialità sarebbe impossibile senza l’impiegno delle biotecnologie.

Mettiamo insieme i pezzi

La stagnazione dei mercati (Fatto-5) necessità di creare nuovi bisogni. Le bio-tecnologie sono ormai sempre più mature e sta oggi passando dalla fase di ricerca di base a industria di massa applicata. L’offerta c’è. La domanda non è ancora abbastanza perché la generazione di essere umani su vasta scala incontra come principale ostacolo le barriere etiche (Fatto-6), in particolare i diritti umani che prevedono la non-cosificazione dell’essere umano (Fatto-8). Per erodere tale concezione antropologica è necessario operare in modo trasversale e non diretto sull’opinione pubblica. Ogni attacco frontale ai diritti umani risulterebbe perdente. La «causa omosessuale» è una testa d’ariete perfetta; essa già esisteva al livello sociologico sub-culturale [6] (Fatto-2). La sua trasformazione in cultura, cioè su vasta scala d’opinione, viene fatta non già attraverso movimenti popolari (Fatto-3) ma grazie a lauti finanziamenti (Fatto-4) e propaganda ben organizzata a partire dagli anni ’90, proprio quando inizia la rivoluzione bio-tecnologica; è inoltre un movimento diffuso in tutto il mondo (Fatto-1), aspetto importante perché lo è anche l’esigenza dei vasti mercati ormai governati al livello globale.

Il «matrimonio omosessuale» è soltanto il primo passo [5] per giustificare l’entrata nel dibattito, nell’opinione pubblica e infine nei sistemi giuridici, del concetto (oggi inesistente) del «diritto al figlio» (Fatto-9). Già questo basta per erodere il concetto dei diritti umani, perché se è un diritto averlo, allora è un diritto anche mettere in pratica quei mezzi che mi consentono di averlo. Ma poiché le coppie omosessuali sono intrinsecamente infeconde (Fatto-10) ecco che viene in aiuto l’industria bio-tecnologica, l’uovo di Colombo! Ma una volta entrata in auge questa fantomatica Deus ex machina, si aprono finalmente gli scenari per il superamento definitivo dei limiti biologici umani e il mercato ad esso afferente (Fatto-7).

Dunque il discorso continuo dei «diritti» porta allo sviluppo di questi nuovi mercati, che attendono solo che le barriere etiche finalmente cadano.

Ma non è finita, perché non sono gli omosessuali e i loro presunti «diritti»  il vero obiettivo di tutto questo discorso: essi sono comunque una esigua minoranza della popolazione; tra l’altro solo una minoranza degli omosessuali intende generalmente legarsi in modo stabile e/o avere dei figli; dunque si tratta di una esigenza di minoranza nella minoranza; ma è una esigenza tenuta in grande conto al livello mediatico, è quindi importante farla passare come cruciale; gli omosessuali non costituiscono certo un mercato vasto e di massa tale da giustificare simili impegni di investimento mass-mediatico al livello globale (Fatto 4). Essi sono solo un mezzo transitorio.

Il vero obiettivo, il vero oggetto di mercato, sono le persone in generale, quindi tutti; è per tutti che si sta preparando il grande mercato dei nuovi bisogni. Una volta sdoganati certi principi etici sarà del tutto naturale (sempre in virtù dei soliti slogan della «parità di diritti» e di «non discriminazione») equiparare i medesimi concetti anche alle coppie eterosessuali: non ci sarà bisogno neanche di leggi ad-hoc perché di  tutto ciò che sarà concesso agli omosessuali lo sarà anche per gli etero.

E quindi tutti potranno comprare bambini con uteri in affitto, nelle modalità più svariate e con le sfumature più fantasiose dettate appunto da bisogni che, una volta “possibili” diventano “facilmente indotti”. Quindi pian piano via libera a tecniche eugeniche, selezione di embrioni, uomini “su misura”, e chi più ne ha più ne metta. Con l’omosessualismo divenuto pensiero sociale generalizzato sarà “normale” cambiare sesso anche più volte nella vita, sulla base del proprio sentire, quindi altre applicazioni bio-tecnologiche e altri mercati…

Ogni volta che qualcosa di impossibile diventa possibile, può diventare anche un bisogno. E se c’è qualcuno disposto a pagare e qualcun’altro disposto a vendere ecco il mercato, che è appunto l’incontro fra domanda e offerta. Ma per creare la domanda bisogna ridefinire il concetto di uomo.

Un esempio nostrano: lo «step-child adoption»

Facciamo solo un esempio di come sia subdola ad esempio la legge italiana appena approvata:

La così detta step-child adoption viene venduta all’opinione pubblica come “acquisizione del figlio naturale dell’altro partner”, cosa apparentemente innocente; ma dietro la candita espressione figlio naturale si cela la possibilità, in concreto, di andare a l’estero, comprare un bambino con l’utero in affitto laddove consentito, ed ecco che uno dei due partner risulta come “padre naturale”, quindi si torna in Italia e l’altro partner lo “adotta” con il trucco della step-child adoption.

Nichi Vendola ed Eddy Testa
Nichi Vendola ed Eddy Testa

Questo è esattamente quello che ha fatto il Signor Vendola, persongaggio pubblico, che non ha certo scelto casualmente il momento di comprare il “suo” bambino [⁷] da una donna in Canada insieme al suo compagno, visto che proprio in quel momento era in discussione in Italia la legge sulle unioni civili; il messaggio è chiaro. La step-child adoption non è una tutela per i minori ma una strategia transitoria, un grimaldello per ottenere altro in futuro. Ha uno scopo bene preciso: creare col tempo un certo numero di casi di questo tipo e poi lentamente cambiare ancora lo scenario, con la solita lagna mediatica “ma quante  coppie, poverine, sono costrette ad andare all’estero perché la legge in italia non lo consente….”; abbiamo sentito spesso questi argomenti. Quindi avranno un motivo in più per legalizzare ovunque l’utero in affitto, cioè la compravendita di bambini, il vero obiettivo. Sempre, beninteso, nella sacrostanta e dogmatica rivendicazione di «parità di diritti» e «non discriminazione».

Sintesi finale:

il «matrimonio omosessuale»[³] solo in apparenza si presenta come una questione «di pari diritti»; cela invece nel profondo la necessità di una rivoluzione antropologica nel profondo che ha come conseguenza ultima e naturale la ridefinizione del concetto dell’umano con conseguente cosificazione dell’uomo la cui finalità è la nascita, lo sviluppo e l’ampliamento di nuovi mercati oggi ostacolati dalla corrente definizione dei diritti umani universali.

Dunque è di questo che siamo parlando: di un matrimonio fra omosessualismo mondiale e industria biotecnologica globale.

Anzi, più che matrimonio, possiamo parlare di temporanea alleanza… vediamo perché.

Una profezia

Dovremo pian piano abituarci all’idea che i bambini, quindi la vita umana, e quindi l’uomo, saranno prodotti dell’industria e non più prodotti dell’incontro amoroso del corpo, libero da interferenze, di un uomo e una donna.

La più grande “moralizzazione sessuale” mai attuata nella storia è in atto: l’industria entra in gioco nel sesso e detta le regole.

Quando questo processo sarà finito, quando l’uomo sarà completamente mercificato nessuno più si ricorderà di cosa ne era un tempo dei diritti degli omosessuali, di cui nessuno parlerà più, avendo questi assolto il loro compito di erodere i diritti umani, distraendo le masse su discorsi dei «diritti».

Il mondo si dividerà in chi ha i soldi per permettersi i certi costosi processi e chi no. Uomini di serie A e uomini di serie B. La vita stessa dell’uomo sarà sottratta al dono della gratuità per essere sotto il giogo dell’industria e diventare esso stesso merce.

Chi farà ancora «sesso libero» ? Sarà, in realtà, chi ancora crederà nella vita umana come dono gratuito, chi ancora avrà il coraggio di parlare di Sacro (=intoccabile). Sdoganati i riferimenti legislativi sull’uomo, i diritti umani, solo le religioni potranno dare risposta di senso che non sia legata a criteri di mercato.

Le religione cristiana, sarà l’ultimo baluardo della vera libertà sessuale, del vero sesso libero.

Viva la libertà. Quella Vera.

Citazione di Pierpaolo Pasolini [⁸]

Cito per finire un grande profeta, certo non clericale, ma dal profondo sentimento religioso, anche se a modo suo, aveva intuito cosa stava accadendo:

«Per evitare una fine ingloriosa» la Chiesa «dovrebbe passare all’opposizione. […] contro un potere che l’ha così cinicamente abbandonata, progettando, senza tante storie, di ridurla a puro folclore». «Riprendendo una lotta che è peraltro nelle sue tradizioni (del Papato contro l’Impero), ma non per la conquista del potere, la Chiesa potrebbe essere la guida, grandiosa ma non autoritaria, di tutti coloro che rifiutano il nuovo potere consumistico che è completamente irreligioso; totalitario; violento; falsamente tollerante, anzi, più repressivo che mai; corruttore; degradante. È questo rifiuto che potrebbe dunque simboleggiare la Chiesa: ritornando alle origini, cioè all’opposizione e alla rivolta».

Mi pare che il primo step sia già in atto: la Chiesa, cattolica e non solo, in questo campo, è già indubbiamente, fattualmente e inesorabilamente all’opposizione.

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    troppo lungopoco chiaronon ci avevo mai pensato
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    Note e riferimenti:

    [1] «agenda politica», «propaganda»:  termini che qui non vogliono avere carattere recriminatorio, dietrologico o polemico; anzi sono un riconoscimento della posizione e delle rivendicazioni sul loro piano politico in un contesto democratico e legittimo.

    [2] Contributori di Wikipedia, “Matrimonio tra persone dello stesso sesso”, Wikipedia, L’enciclopedia libera, (in data 21 maggio 2016).

    [3] Tante sono le denominazioni: «matrimonio omosessuale», «matrimonio gay» o «matrimonio fra persone dello stesso sesso». A volte invece di «matrimonio» si usa «unione». Anche la categoria sociologica ha vari nomi: «lobby gay», «movimento gay» , «cultura omosessuale»,  «movimento LGBT»…. siccome non intendo invischiarmi in queste questioni di lana caprina, per pura semplicità sono stati usati gli unici termini «matrimonio omosessuale» e «movimento omosessuale», pur sapendo che ogni scelta è arbitraria e perciò imprecisa.

    [4] molte sono le fonti che possono essere trovate in rete. Fra le tante ho scelto questa, giusto perché ricca a sua volte di ulteriori riferimenti.

    [5] Quando le «nozze gay» è già roba vecchia, post del 17 maggio 2013

    [6] Contributori di Wikipedia, “Subcultura”, Wikipedia, L’enciclopedia libera,  (in data 21 maggio 2016).

    [7] per ammissione dello stesso Vendola si è trattato di una provocazione. Già questo fa pensare molto a come la vita e la sua generazione (ma sarebbe meglio dire produzione) viene strumentalizzata al livello politico. C’è da chiedersi veramente come queste pratiche possano far “accogliere” davvero una vita come un dono, dopo che la si è usata in questo modo.

    [8] da Scritti corsari, periodo 1973-1975

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