Società liquida

breve favola sulla “società liquida” di questi tempi

Una roccia che passava la sua vita sul bordo dei flutti del mare disse un giorno al dio Poseidone:

com’è triste la vita nella mia rigidità, forma contratta e immutabile, senza libertà senza espressione e variazione. Come sarebbe bello cambiare forma, tutta malleabile e gaia. Non è la staticità il mio desiderio di libertà ma nel plasmarmi libera e soave senza questi vincoli strutturali, perché sempre uguali a se stessi.

Ogni volta che vedo le onde muoversi liberamente penso alla mia libertà perduta al mio essere ferma, senza cambiamenti. Oh come invidio, Poseidone, l’acqua dei tuoi mari sconfinati! Come sarebbe bello assumere forme ogni volta diverse!

Il mondo cambia sempre e così posso cambiare io con lui, e così essere in armonia con tutto il resto; basta questa durezza e questa immutabilità così antica e oppressiva! Voglio essere libera! Come l’acqua, e assumere la forma ogni volta diversa e finalmente godere senza vincoli! Ti prego, o Poseidone, tu che comandi le acque, trasformami in acqua pura!

E così fu: la roccia fu tramutata in acqua che si disciolse in tutto il mare e con essa si confuse.

Ma qui conobbe tante altre antiche rocce, ossa, legni e diamanti che come lei erano state tramutate dal potente dio in acqua, poiché avevano fatto la stessa preghiera al dio del mare, lo stesso desiderio di libertà.

E tutti dissero all’antica roccia: oh se sapessi cosa ci attende! Tutti in un miscuglio confuso e tremendo! Non abbiamo vera libertà di assumere alcuna forma, perchè la forma che dobbiamo avere è quella decisa dal contenitore che ci contorna. Se presi in un secchio abbiamo la forma di un secchio, poi gettati di nuovo nel mare, e poi tornare nella confusione e nel miscuglio. Se presi in un bicchiere dobbiamo assumere la forma di un bicchiere, se presi in un barile la forma di un barile. Se in un lago la forma di quel lago, se nel mare l’immensa forma del mare. Non c’è nessuna libertà in questo stato!

Questo dio Poseidone dice subito di si, ma poi è un padre severo!

WhatsApp: da una Vignetta al Padre Nostro al “date a Cesare”: ma che diavolo è ‘sto Regno ?

In uno dei tanti gruppi WhatsApp fra colleghi dove spesso, si sa, si “cazzeggia” un po’, passa una vignetta di Alberto Zuccalà, girata nei social, che allude alla recente uscita Salviniana circa il suo “affidamento alla Madonna” (mi viene orrore a scriverlo, è per dovere di cronaca). La vignetta recita: “Si è affidato alla Vergine Maria perché col Padre Nostro gli sarebbe toccato rimettere i debiti”.

Un collega, sebbene sia, come si dice, “notoriamente distante dalla fede”, argutamente osserva quello che a me era sfuggito:

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Il potere teme chi dialoga con Dio

citazione di Papa Francesco

“Il potere teme gli uomini che sono in dialogo con Dio poiché ciò rende liberi e non assimilabili”.

Lo ha scritto Papa Francesco in questi giorni [1]. Lo ripeteva anche Benedetto XVI. E’ lo stesso che vado ripetendo da tempo in questo blog, con i post:

Il messaggio è anche rivolto ai cristiani che si devono forse preparare a nuove forme di persecuzione, anche in Europa [2], cambiando radicalmente la prospettiva che in occidente li ha relazionati al potere negli ultimi 1500 anni.

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    troppo lungopoco chiaronon ci avevo mai pensato
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    [1] repubblica.it

    [2] E’ proprio di questi giorni la pubblicazione del Report 2012 dell’Osservatorio Europeo su l’intolleranza e la discriminazione verso i cristiani. “Legal restrictions affecting christians in Europe and the most striking cases of intolerance and discrimination throughout Europe in the year 2012

     

     

    Le bastonate della cultura del provvisorio

    «la cultura del provvisorio ci bastona tutti» dice Papa Francesco. Che implicazioni ha la fedeltà con la società post-moderna e le esigenze del mercato di oggi?

    homoconsumisticus«…rimprovero questa cultura del provvisorio, che ci bastona tutti, perché non ci fa bene: perché una scelta definitiva oggi è molto difficile. Ai miei tempi era più facile, perché la cultura favoriva una scelta definitiva sia per la vita matrimoniale, sia per la vita consacrata o la vita sacerdotale. Ma in questa epoca non è facile una scelta definitiva. Noi siamo vittime di questa cultura del provvisorio». [1]

    Così Papa Francesco ai giovani in cammino vocazionale. Ma in che senso ci bastona?

    L’equazione è presto fatta: Il consumismo ha bisogno sempre di nuovi  bisogni, nuove necessità da indurre in un mondo sempre più velocemente mutevole. Chi fa una scelta definitiva, di qualunque tipo essa sia, oggi è un eversivo, perché è contro il potere del conformismo che vuole solo soggetti pronti a cambiare scelte in nome di una vita sempre mutevole, sempre dinamica. Relativismo sociale: tutto è mutevole, le relazioni, la vita, le scelte. Non c’è posto per la fedeltà, scelta liberamente: è pericolosa perché eversiva. In un sistema dove il soggetto è innanzitutto soggetto di consumo la fedeltà fa rallentare i processi: chi fa scelte definitive immobilizza il mercato, perché si radica per tutta la vita in abitudini o convinzioni dalle quali non è disposto a tornare indietro: un pessimo consumatore; il provvisorio dunque è il contrario della fedeltà. Il mercato ha bisogno di mutevolezza, più si muta velocemente più cambiano i bisogni più si creano nuovi mercati che i volponi della sociologia e gli statistici dei trend con rapidità intercettano prima di altri. Questo è il dogma di ciò che il potere chiama progresso. Chi si oppone è un inetto, un retrogrado, un bigotto [2], e altre etichette simili.

    Non è facile rendersi conto come molti dei bisogni economici e di un certo concetto di benessere richiedano una ridefinizione di principi etici: manipolazione genetica ed embrionale, mercato della fecondazione in vitro per la produzione in serie di esseri umani etc…

    E’ un bastone che fa poco male, anzi somiglia molto a una carota. Perché in un mondo dove tutto è provvisorio si ha sempre l’illusione di poter fare un’altra scelta, dunque di essere più liberi.  La libertà viene misurata con il numero di scelte possibili che l’uomo si trova difronte; equazione banalissima:

    numero di scelte maggiore = + libertà

    con la cultura del provvisorio questa misurazione è perfetta! La libertà si mostra come massimizzata. Ti vengono così proposte infinite scelte tranne una: essere fedeli a se stessi.

    Quando però ci si interroga su quali siano gli strumenti per fare le giuste scelte in questo marasma di possibilità che la vita liquida post-moderna ci propone, allora iniziano i guai. E l’uomo si trova solo. E forse qualcuno inizia a chiedersi di che tipo di libertà stiamo parlando davvero: c’è davvero bisogno di un Papa per ricordarcelo? Ma dove sono gli intellettuali liberi di una volta?

     

    [1] da www.news.va

    [2] miei precedenti post qui.

    1° maggio: protesta contro le schiavitù del lavoro e il culto del denaro

    Alla cassa del supermercato un commento sulla domenica come “giorno come un altro”. Poi ci penso su un po. Apro il Catechismo e trovo un passaggio abbastanza sorprendente, ma poi neanche tanto. E così rifletto sul senso della festa come valore sociale collettivo. Il potere asservisce l’uomo sempre più solo a vantaggio del culto del denaro e del materialismo perché distruggendo innanzitutto le relazioni umane.

    lavoro_chaplinIeri alla cassa del supermercato ascolto la conversazione fra la cassiera e la signora prima di me: questa chiede se l’indomani (cioè oggi, 1 maggio) sono chiusi. La cassiera risponde con tono convinto e soddisfatto: «si, signora, domani siamo tutti chiusi». Rifletto un po’ e, quando la signora se ne è andata, faccio un commento alla cassiera dicendo: «beh… almeno il primo maggio! Festa del lavoro! Visto che la domenica ormai non esiste più…». Lei con aria ormai rassegnata a una normalità che è solo da accettare, commenta rispondendo: «Già.. il primo maggio! La domenica poi… per noi è ormai un giorno come un altro!».

    Uscendo mi soffermo a pensare su quella espressione: «…è ormai un giorno come un altro!». Questi lavoratori, impiegati nel commercio hanno ormai perduto il “ritmo comune” del riposo-lavoro, con turni sfasati che non gli consentono più di “vivere la festa” con tutti gli altri. Leggi tutto “1° maggio: protesta contro le schiavitù del lavoro e il culto del denaro”

    Il Potere senza Verità

    Nuove forme di dittatura, sottile e subdola, avanza indisturbata nelle nostre democrazie occidentali.Si ammantata di democrazia, libertà e giustizia, come sempre. Il Potere con una falsa verità è dittatura probabile. Il Potere senza verità è dittatura certa.

    In una realtà sociale in cui il sacro (tra)scendente non esiste più, rimane solo la possibilità di sacralizzare l’immanente. E nella disperata ricerca di rassicurazione, la più potente e la più seducente di queste possibilità non può che essere il conformismo dell’opinione dominante. O di quella che sa apparire e convincere meglio di essere tale. Chi non lo è viene discriminato, fatto apparire come un appestato, un irragionevole, un vecchio retrogrado.

    E’ un potere senza identità e senza volto, al quale sarà difficile ribellarsi, proprio perchè anonimo, senza nomi e cognomi come invece lo erano gli antichi tiranni.

    Nuove forme di dittatura, sottile e subdola, avanza indisturbata nelle nostre democrazie occidentali. Si ammantata di democrazia, libertà e giustizia, come sempre. Leggi tutto “Il Potere senza Verità”

    L’eredità di Kyrio, principe delle Galassie

    Nell’anno galattico 24840B, il principe delle Galassie Kyrio ereditò dal suo zio Romo il regno di un pianeta.
    Il Re Romo scrisse nel proprio testamento le seguenti parole:

    Illustre nipote Kyrio, uno solo fra i due pianeti Taler e Osba potrai prendere in eredità. L’altro andrà a tuo fratello minore Asobar, ma a te in quanto fratello maggiore, ho riservato l’unico privilegio di scegliere il pianeta che ti aggrada di più di governare. I due pianeti si equivalgono in potere, prestigio e ricchezze e non penso per questo di far torto ne a te ne a tuo fratello. Su entrambi dovrete amministrare tutti i poteri, come ormai è in uso da generazioni nella nostra famiglia: giustizia, governo, organi di informazione.

    Non ti verrà data nessuna informazione per scegliere, e ti sarà vietato visitarli o avere alcuna informazione su di essi prima che tu possa scegliere. L’unica informazione che ti voglio dare riguarda la mentalità dei loro abitanti.

    Gli abitanti di Taler non hanno particolari credenze, ne religiose ne di natura ontologica. Pensano infatti che tutto sia relativo e che tutto possa essere ridefinito sulla base delle esigenze del momento, anche in ambito morale.

    Gli abitanti di Osba hanno credenze religiose molto particolari e, su alcuni punti, non è possibile negoziare con loro in alcun modo, credendo fermamente in un fantomatico Dio che li avrebbe creati, insieme a tutte le Galassie, che li amerebbe e sarebbe in relazione continua con loro.

    Secondo voi quale pianeta il principe Kyrio sceglierà in eredità? Voi quale avreste scelto per avere meno noie e più libertà di potere?