Viterbo, Gesù palestrato: diamo una medaglia o una laurea ad honorem!

Il buon umore rallegri sempre lo spirito della fede, per mostrare la sua bellezza.
Questo mondo ha bisogno di chi lo sostiene e lo incoraggia, non di chi fa il lamento di tutto quello che non gli garba, solo perché appartiene ad altri linguaggi. La vera bestemmia è ben altro.

Leggo dagli orrori della stampa:

Non capisco perché tutte queste polemiche per un cartellone pubblicitario di questo tipo che i cristiani dovrebbero in realtà ringraziare, vista l’opportunità che ci dà di parlare di lui.

Mi pare che il cartellone evidenzi profondità teologiche interessanti:

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Razza? Umana

Oggi ho fatto come quando Albert Enistein, arrivato in USA e dovendo compilare la modulistica per ottenere il passaporto di quel paese alla domanda “razza” indicò “umana”. Oggi in Europa/Italia ci facciamo influenzare da certe culture oltreoceano che non ci appartengono senza neanche applicare un filtro di contesto.

Oggi ho fatto come quando Albert Enistein, arrivato in USA e dovendo compilare la modulistica per ottenere il passaporto di quel paese alla domanda “razza” indicò “umana”. Oggi in Europa/Italia ci facciamo influenzare da certe culture oltreoceano che non ci appartengono senza neanche applicare un filtro di contesto.

Ho dovuto compilare un modulo per una indagine conoscitiva per mio figlio noto in letteratura come “QUESTIONARIO SUL COMPORTAMENTO DEL BAMBINO 6-18” di cui se ne trovano diverse versioni in rete. Pare derivi da un modello abbastanza standardizzato di provenienza statunitense, c’è anche una voce wikipedia.

A parte la ridicolaggine di catalogare come “bambino” un ragazzo di 18 anni (6-18 indica la fascia di età), due cose mi hanno alquanto colpito: a fianco ai soliti dati anagrafici vi era una domanda (vedi foto) testualmente “GRUPPO ETNICO O RAZZA DEL BAMBINO”. Mi si sgranano gli occhi! Razza? Ma stiamo scherzando?

Per chi conosce almeno un poco la devastata società statunitense, non ci vuole tanto a capire come questo modello sia stato tradotto letteralmente senza troppi complimenti e soprattutto senza nessuno spirito critico. Ne ho trovate in rete alcune versioni che hanno omesso o sostituito l’imbarazzante domanda, dunque qualcuno si è posto il problema.

Posso capire “gruppo etnico” e infatti ho risposto (spero ragionevolmente bene) “italiano“. Ma razza? No questa non ce la faccio proprio: e allora non ho potuto fare a meno di rispondere come il grande fisico, anzi ho voluto essere ancora più “scientifico”: Homo Sapiens. Che sarebbe a dire il vero la specie… vabbè.

Ora senza fare troppo il moralista bacchettone posso anche capire che nelle condizioni socio-politiche degli USA una domanda del genere non solo “non fa scandalo” ma può risultare del tutto ragionevole per una indagine appunto sociale e personale: per una società frammentata e problematica come quella USA appartenere a una certa “razza” o come la chiamano loro costituisce un elemento discriminatorio rilevante che quindi può avere senso mettere in un questionario. La la parola “razza” qui da noi ha un’altra significato. Per capirlo dobbiamo andare a vedere cosa dice l’articolo 3 della nostra Costituzione, che si porta dietro l’esperienza fascista. In Europa e in Italia che senso ha? Stiamo discutendo (e secondo me a ragione) se togliere o no dalla nostra Costituzione nell’art. 3 la parola razza (la questione se togliere questa parola dal testo della Costituzione è al momento dibattuta ma è in interessante osservare che lo fu anche durante i lavori della Costituente: molto interessante e di non banale soluzione.

Primo filtro mancato: quello del traduttore.

Secondo filtro mancato: quello dei professionisti che mi hanno messo in mano un tale questionario, senza nessuna revisioni, o spirito critico. A Roma, ne 2021; non nel Bronx.

Mi viene quindi anche un’ altro dubbio: che certi questionari copiati-incollati e tradotti pure male, presi dalla realtà americana, totalmente diversa dalla nostrana possano misurare malamente realtà sociali diverse. Se chi lo ha formulato lo ha fatto con una expertise sociologica americana, quelle domande non misureranno forse in modo distorto nella realtà sociologica Europea/Italiana ?

E infine un’ultima riflessione e domanda: nella psichiatria e psicologia siamo completamente riflessi in Europa degli eminenti “studiosi americani”. Non obietto sulla qualità di questi studi oltreoceano, ma non è che almeno dovremmo chiederci in modo critico se davvero ha senso usare certi strumenti? E non magari riadattarli a tutt’altro contesto socio-culturale? Certo è facile fare copia-incolla soprattutto se certi documenti provengono da “prestigiose università americane” o da “prassi consolidate oltreoceano” ma se fai questo solo perchè così è più facile e immediato spegnendo il tuo senso critico, per incensarti di essere all’avanguardia nell’uso dei “studiosi amerikani” non stai facendo altro che auto-denunciare la poca profondità del tuo modo di fare scienza.

Il moralismo laico e il caso Alfie Evans

il caso ci obbliga a ripensare i nostri schemi di pensiero al di la del fatto in se. La scienza può determinare scelte morali? No: lo dice proprio il princpio di laicità della scienza.

 

Molto viene scritto in queste ore su questo caso e, come a solito, le posizioni sono polarizzate.

Ma io qualche domanda ce l’ho. Leggi tutto “Il moralismo laico e il caso Alfie Evans”

Gender scandinavo: quando la verità viene dalla Svezia

Un intelligentissimo e divertente video fatto da una ragazza svedese che intervista studenti del suo paese, coetanei.

Il video dura solo 5 minuti, ve ne suggerisco la visione prima di proseguire nella lettura: Leggi tutto “Gender scandinavo: quando la verità viene dalla Svezia”

Quando le «nozze gay» è già roba vecchia

Gli omosessuali in belgio chiedono ora la maternità surrogata, l’utero in affitto con rimborso spese per la gestante,

matrimonio-gayLeggo online che all’indomani dell’ormai sancita legge sul matrimonio omosessuale in Francia, che nel vicino

Belgio l’associazione per i diritti degli omosessuali Homoparentalites ha presentato oggi, per la prima volta in Europa, una proposta di legge per la maternità surrogata, meglio conosciuta come utero in affitto. La norma riguarderà eterosessuali, omosessuali e single. Previsto un rimborso spese per la gestante. [1]

Scommetto che sono già pronti a etichettare come omofobo chi si opporrà a questa mercificazione dell’essere umano. Leggi tutto “Quando le «nozze gay» è già roba vecchia”

Da Benedetto XVI a Francesco: ovvero dalla scuola al lavoro

Benedetto XVI e Francesco: due papi contrapposti dai media; Con quali fondamenti? La logica cattolica dell’ et-et non è compresa dalle logiche mondane. Una parabola dalla scuola al lavoro.

Una foto scattata da cellulare durante in ritorno in pulmino a Santa Marta subito dopo l'elezione di Papa Francesco
Una foto scattata da cellulare durante in ritorno in pulmino a Santa Marta subito dopo l’elezione di Papa Francesco

Di tutte le foto dell’evento straordinario, storico, circa l’elezione di Papa Francesco ho scelto questa qui sopra. Molti i primati fatti notare: primo papa gesuita, primo americano etc, etc.. e anche primo papa “informalissimo”, dico io, se escludiamo quelli dei primi secoli, su cui non sappiamo gran che.
La foto mi ricorda le gite di scuola quando, salendo sul bus, si faceva a gara per prendere gli ultimi posti. All’epoca non c’era il cellulare, ma se ci fosse stato la foto sarebbe più o meno così: volti sorridenti, foto sgranata, proprio come fosse fatta da un adolescente esuberante.
E invece è un gruppo di cardinali in ritorno dal conclave, e con il Papa che preferisce stare con loro (mi ricorda lo “stare” di Gesù con i suoi discepoli di cui parla l’evangelista Marco) piuttosto che l’auto a lui riservata: me lo immagino il cardinale che scatta la foto, e poi la scarica da cellulare e gli fa fare il giro del mondo: con i mezzi di oggi bastano pochi secondi. Leggi tutto “Da Benedetto XVI a Francesco: ovvero dalla scuola al lavoro”

8 marzo 2013

Una pubblicità fotografata in un supermercato mi fa riflettere sulla condizione della donna: dove sono i femministi? Perchè non ci indignamo? Nel frattempo le donne continuano a essere

una foto presa in un supermercato a Roma

Oggi è la festa della donna. Come di consueto su questo blog provo a parlarne [1] [2] [3].

Questa immagine l’ho scattata qualche tempo fa in un supermecato. Negli anni ’70, ai tempi del femminismo una pubblicità del genere avrebbe fatto imbestialire le femministe; e giustamente dico. Oggi i femministi e le femministe sono troppo impegnati a fare propagata per l’ideologia del Gender e quindi non ci fanno più caso: abbiamo finalmente capito dove volevano veramente arrivate certi radicalismi. Ma oggi se provi solo a dire che certi slogan sono un insulto alla dignità della donna, non puoi che essere un bigotto, retrogato, moralista etc… pazienza: sono abituato a queste curiose etichettature [4] [5].

Nel frattempo le donne continuano a essere maltrattate, violentante, trattate come oggetti in tutti i paesi del mondo: anche questa apparentemente innocente foto, ne è una prova: non è strano reclamare più donne in parlamento o nei consigli di amministrazione aziendale, se poi rimanianmo indifferenti difronte a certe cose? Oppure peggio ancora ci “vergognamo a dirlo” per puro conformismo politically correct? .

La tragica verità è che stiamo barattando la dignità con il potere.

Alle donne oggi non voglio dare nessun augurio: solo un invito. Reimparare a indignarvi e difendete la vostra dignità. E lasciate da parte il politically correct

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    troppo lungopoco chiaronon ci avevo mai pensato
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    [1] 8 marzo 2011
    [2] Donna-animale in Agostino e Wikiquote
    [3] 8 marzo tempi moderni
    [4] Quant’è bella bigottezza
    [5] Quant’è bella bigottezza (Atto II)

     

     

    Il Potere senza Verità

    Nuove forme di dittatura, sottile e subdola, avanza indisturbata nelle nostre democrazie occidentali.Si ammantata di democrazia, libertà e giustizia, come sempre. Il Potere con una falsa verità è dittatura probabile. Il Potere senza verità è dittatura certa.

    In una realtà sociale in cui il sacro (tra)scendente non esiste più, rimane solo la possibilità di sacralizzare l’immanente. E nella disperata ricerca di rassicurazione, la più potente e la più seducente di queste possibilità non può che essere il conformismo dell’opinione dominante. O di quella che sa apparire e convincere meglio di essere tale. Chi non lo è viene discriminato, fatto apparire come un appestato, un irragionevole, un vecchio retrogrado.

    E’ un potere senza identità e senza volto, al quale sarà difficile ribellarsi, proprio perchè anonimo, senza nomi e cognomi come invece lo erano gli antichi tiranni.

    Nuove forme di dittatura, sottile e subdola, avanza indisturbata nelle nostre democrazie occidentali. Si ammantata di democrazia, libertà e giustizia, come sempre. Leggi tutto “Il Potere senza Verità”

    Auguri “per strappare un sorriso”

    uno studio di architettura invia a me e suoi altri clienti la slide che sta girando in rete “E vidi che era cosa buona e giusta”. Molte le volgarità; un uso a senso unico e pregiudiziale proprio verso il cristianesimo; una rasentata blasfemia verso Gesù Bambino; incensato il Dalai Lama, simbolo del “politicamente corretto” all’occidentale, dimenticando bambini che muoiono di fame, cristiani cinesi – e non solo – perseguitati. E tutto questo proprio per augurare “buone feste” natalizie. Ma per favore!

    Ricevo da uno studio di architettura e restauro il seguente messaggio di auguri di buone feste. Ecco qui uno screenshot del messaggio (ho oscurato in grigio i dati personali): Leggi tutto “Auguri “per strappare un sorriso””

    L’antropologia del «vecchio comunista togliattiano»

    L’accusa di individualismo viene oggi lanciata alla cultura “laica” di sinistra di fatto dominante, che a detta di vecchi comunisti, è in netta contraddizione con i valori storici più autentici di quella tradizione politica.

    Palmiro Togliatti

    «Per quanto riguarda la difficoltà di arrivare a una mediazione legislativa in queste materie [Dat o unioni civili, NdR], penso che forse varrebbe la pena di provare a confrontarsi su cosa debba essere la famiglia, oppure partendo dall’estremo più estremo: l’eutanasia. Anche rispetto al senso morale comune, è difficile affermare che la disponibilità sulla mia vita sia un mio diritto individuale, poiché non mi sono autogenerato. Non conosco vite autogenerate, come non conosco morti solitarie, che non coinvolgano cioè la comunità. Lo stesso vale per le coppie omosessuali. È la Costituzione a definire cosa sia la famiglia, riconoscendole la finalità prioritaria della generazione. L’amore, l’affetto, la solidarietà sono importanti, ma quello che definisce la famiglia è la generazione e il diritto dei nati ad essere generati da un padre e una madre». [1] Leggi tutto “L’antropologia del «vecchio comunista togliattiano»”