Il «buio» medioevo: si, mediatico e culturale (1)

Lezione di filosofia nella scuola di Roma da un affresco del pittore fiorentino Benozzo Gozzoli (secolo xv). chiesa di Sant'Agostino a San Gimignano (Siena).
Lezione di filosofia nella scuola di Roma da un affresco del pittore fiorentino Benozzo Gozzoli (secolo xv). chiesa di Sant’Agostino a San Gimignano (Siena).

Pausa pranzo. Argomento matematica e storia. Si finisce affermando che lo sviluppo europeo della matematica riprende nel Vecchio Continente solo con Tartaglia e Fibonacci mentre prima i grandi progressi sono fatti da Arabi e Indiani granzie anche a traduzioni dal greco mentre in Europa si continuava a far di conto con i numeri romani. Un illustre collega esordisce affermando che a suo avviso il millenarismo medievale – ossia la credenza religiosa che la fine del mondo fosse imminente – fosse stato il principale ostacolo allo sviluppo medioevale, a un sostanziale disinteresse per le cose della natura e che abbia sostanzialmente “fermato” il progresso per lunghi secoli.

A me è sembrato subito un cliché alimentato da un pregiudizio comune che vede il medioevo come «epoca buia» in qualche modo molto veicolato dai media ma poco presente, anzi smentito, nei trattati di storia almeno recenti che abbiano un certo spessore scentifico e non solo divulgativo. L’ho sospettato perchè questa visione mi sembrava cozzasse completamente con la Storia della Chiesa (di cui so qualcosa), con la Tradizione cattolica, con la dottrina Patristica e i confronti-scronti con le varie eresie lungo i secoli. Non fidandomi troppo di me stesso mi sono dato a una ricerca di fonti affidabili sulla filosofia medioevale e non ha evidenziato nessun peso rilevante al millenarsimo. Anzi è emerso tutt’altro. Leggi tutto “Il «buio» medioevo: si, mediatico e culturale (1)”

Da Benedetto XVI a Francesco: ovvero dalla scuola al lavoro

Benedetto XVI e Francesco: due papi contrapposti dai media; Con quali fondamenti? La logica cattolica dell’ et-et non è compresa dalle logiche mondane. Una parabola dalla scuola al lavoro.

Una foto scattata da cellulare durante in ritorno in pulmino a Santa Marta subito dopo l'elezione di Papa Francesco
Una foto scattata da cellulare durante in ritorno in pulmino a Santa Marta subito dopo l’elezione di Papa Francesco

Di tutte le foto dell’evento straordinario, storico, circa l’elezione di Papa Francesco ho scelto questa qui sopra. Molti i primati fatti notare: primo papa gesuita, primo americano etc, etc.. e anche primo papa “informalissimo”, dico io, se escludiamo quelli dei primi secoli, su cui non sappiamo gran che.
La foto mi ricorda le gite di scuola quando, salendo sul bus, si faceva a gara per prendere gli ultimi posti. All’epoca non c’era il cellulare, ma se ci fosse stato la foto sarebbe più o meno così: volti sorridenti, foto sgranata, proprio come fosse fatta da un adolescente esuberante.
E invece è un gruppo di cardinali in ritorno dal conclave, e con il Papa che preferisce stare con loro (mi ricorda lo “stare” di Gesù con i suoi discepoli di cui parla l’evangelista Marco) piuttosto che l’auto a lui riservata: me lo immagino il cardinale che scatta la foto, e poi la scarica da cellulare e gli fa fare il giro del mondo: con i mezzi di oggi bastano pochi secondi. Leggi tutto “Da Benedetto XVI a Francesco: ovvero dalla scuola al lavoro”

Se Manini non è codardo siamo tutti meno liberi

La vicenda di Michelangelo Manini è incomprensibile per il mondo di oggi. Dietro certi giudizi ingenui si nasconde una concezione del concetto di libertà umana che falsifica la realtà. Preferisco altri modelli…

Michelangelo Manini, proprierario della FAAC, muore senza eredi e lascia un patrimonio miliardario alla Curia di Bologna; un gestro “strano” e inatteso. I giornali ne parlano. Mi ha colpito questo estratto di Deborah Dirani sul Sole24ore online:

aveva appena 50 anni ed è morto dopo una lunga malattia. Ancora: non è stato nemmeno, il suo, un gesto dettato dalla paura della morte e di quello che potrebbe esserci nell’Aldilà, pentimento generoso e un po’ codardo di qualche terreno peccatore. No, no Manini aveva fatto testamento nel 1992, 20 anni fa, e mai da allora aveva rimesso mano alle sue ultime volontà.
Semplicemente aveva deciso che, passato lui, le cose sue passavano alla Chiesa. E così è stato.

Dunque secondo la Dirani, il Manini non è stato codardo. Leggi tutto “Se Manini non è codardo siamo tutti meno liberi”

Italia troppi parlamentari? Tutto falso!

Si sente ripetere in giro fino alla nausea che bisogna ridurre il numero di parlamentari in Italia, perchè sarebbero troppi. E’ davvero così? Quanti parlamentari hanno gli altri paesi europei? Ma sopratutto cosa si nasconde dietro questa richiesta popolare basata solo sull’emotività? Perchè nessun politico e nessun giornale o TV ha oggi il coraggio di dire la verità su questo punto? Io ci ho messo pochi minuti a scoprire la verità.

Sento ripetere in giro, in TV, dai politici, dai colleghi, dalla gente al bar che i parlamentari italiani sono troppi e vanno assolutamente ridotti. Sembra una vera emergenza nazionale, un mantra buddhista. Guarda un po’, in Italia soltanto.

Molte le petizioni online (io stesso ci sono cascato prima di ragionarci), su facebook, giri di mail stile catena di S.Antonio per sottoscriverle…. e tanto altro. Politici che per farsi belli ripetono che “si, certo, bisogna assolutamente dimezzare il numero di parlamentari”.

Nessuno però che vi dice le seguenti cose. Leggi tutto “Italia troppi parlamentari? Tutto falso!”

8 marzo 2011

"Ruvy" fra i vip di Vienna

Arriva l’8 marzo!

Ma leggendo queste notizie mi sono arrabbiato:

Austria/ Ruby accolta a Vienna come una vera vip. Richard Lugner si è detto entusiasta della sua ospite: “E’ simpaticissima e intelligente”. […] L’uomo famoso in Austria per i suoi centri commerciali (Lugner City) ogni anno si fa notare per la sua accompagnatrice (negli anni passati si contano la party-girl Paris Hilton, la spogliarellista Dita Von Teese e la “casalinga disperata” Britt-Nicolette Sheridan) al Ballo viennese. Quest’anno inizialmente aveva annunciato di volere portare l’ex sex symbol Bo Derek, ma con Ruby è riuscito ad avere molta più attenzione da parte dei media. [1] Leggi tutto “8 marzo 2011”

Provocazioni intelligenti

considerazioni su uno spot intelligente sulla prevenzione del tumore al seno. Dedicato a tutte le donne.

Dedico questo post a tutte le donne.

Chi ha detto che tutte le provocazioni con erotico background sarebbero squallide e di cattivo gusto? E vero: se ne trovano tante in giro che sono infatti squallide e di cattivo gusto. Ma… Leggi tutto “Provocazioni intelligenti”

L’Africa, media e malizia

Mentre si svolge a Roma il sinodo dei vescovi africani, mentre i giornali ne parlano distrattamente e se lo fanno parlano solo del solito preservativo, di un possibile “papa nero”, del fatto che Obama è il primo presidente nero, del prossimo incontro in campidoglio del sindaco Alemanno con una delegazione, degli OGM etc… etc… ad nauseum!!!

Mi sembrano più significative, invece, le parole di denuncia pronunziate in questa assemblea, da mons. Francois Xavier Maroy Rusengo, Arcivescovo di Bukavu (Congo) che sta frettolosamente per ripartire nel suo paese, perchè:

“Mentre prendiamo la parola in queste riunioni, gli agenti pastorali nella nostra arcidiocesi vengono attaccati dai nemici della pace […] Una parrocchia è stata incendiata lo scorso 2 ottobre, i sacerdoti sono stati maltrattati, altri presi in ostaggio da uomini in uniforme che hanno preteso un grosso riscatto che siamo stati costretti a pagare per risparmiare la vita dei nostri sacerdoti […]
La Chiesa è rimasta l’unico sostegno di un popolo terrorizzato, umiliato, sfruttato, dominato che si vorrebbe ridurre al silenzio […]
la riconciliazione non possa più limitarsi semplicemente ad armonizzare le relazioni interpersonali […] le cause profonde delle violenze che sono essenzialmente le risorse naturali […]
affinché la riconciliazione si attui attraverso la ricostruzione comunitaria […]
Questo tipo di approccio va inteso come risposta ai traumi comunitari, spesso dimenticati, allo scopo di rendere la gente responsabile e protagonista di un cambiamento positivo […]
Questo tipo di approccio richiede il potenziamento dell’istruzione di base e la creazione di spazi di dialogo per un’effettiva partecipazione della popolazione alla gestione delle ricchezze per concorrere alla ricostruzione, allo sviluppo, alla riconciliazione e a una coabitazione pacifica”.

Quanti (e quali) giornali hanno parlato di questo? Quando i media parlano di Africa e Chiesa (se lo fanno) il tema è uno solo: il preservativo, un tema molto “caro” a noi occidentali, ma gli africani pare abbiano altre priorità.

Chi ha occhi maliziosi, vedrà il mondo solo con occhi maliziosi e vedrà intorno a se solo malizia su malizia. Dove i media sono maliziosi, si genera e si alimenta una società maliziosa e una società maliziosa a sua volta chiederà notizie maliziose, prontamente fornite dai media in un circolo vizioso senza nessuna virtù. Ovviamente questo schema verrà strenuamente difeso in nome della libertà.

Ormai la malizia ha invaso talmente tanto il nostro modo di pensare che quasi non ce ne rendiamo conto, pensando che sia “il modo normale” di vederlo. La politica italiana degli ultimi mesi ne è un triste esempio. Ma cosa è la malizia se un modo sofisticato e mistificato di vedere “il male” proiettato sull’altro e non piuttosto qualcosa contro il quale dobbiamo in qualche modo combattere noi stessi? Ribelliamoci alla malizia, e cerchiamo di vedere il mondo con un cuore puro, guardando si in faccia la realtà, senza paura e senza nasconderci dietro un dito…. anzi dietro un preservativo.

Latinorum «3th millennium style»

C’è una simpatica e vecchia storia che gira su internet da molti anni, nota come Le «Palle dei Topi»: molti di voi certamente ne avranno sentito parlare. Si tratta di un simpatico equivoco linguistico dovuto al fatto che [1]:

…il mouse dei computer si chiama in francese «souris», in spagnolo «raton», in tedesco «maus» e solo noi, invece di chiamarlo «topo», lo chiamiamo «mouse».

Gli americani della IBM non lo sapevano e hanno tradotto un po’ troppo letteralmente un loro manuale di istruzioni distribuito in tutte le filiali del mondo, tra cui quella italiana…

….è un memorandum, realmente distribuito agli impiegati di tutte le filiali statunitensi IBM (nelle intenzioni di chi lo ha scritto è assolutamente serio, la traduzione è stata fatta dagli americani per gli impiegati della IBM Italia).

Potete leggerla cliccando qui; nulla di strano infondo: è la solita storiella dell’equivoco linguistico quando si traduce troppo letteralmente un testo.

Da qualche anno in italia non si traducono più neanche i titoli dei film [2] il che ha fatto anche nascere un dibattito [3]. Proprio in questi giorni alcuni titoli di film al cinema sono: American Gangster, Alvin superstar, Into the wild, Aliens Vs. Predator 2. Sul fronte opposto anche strafalcione traduzioni come Se scappi, ti sposo (Runaway Bride), Prima ti sposo poi ti rovino (Intolerable Cruelty), Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind), Ti odio, ti lascio, ti… (The break up), Una top model nel mio letto (La doublure).

Al di là dell’aspetto pragmatico per cui si traduce o non si traduce (manterne il senso linguistico, praticità, moda…) c’è un aspetto sociologico per cui fra gli italiani in particolare negli ultimi anni va sempre più di moda manterene e estremizzare l’uso dell’inglese, anche quando infondo non serve.

Secondo me ci sono due ragioni, entrambe per nulla positive:

  1. un fondamentale complesso d’inferiorità che ci caratterizza rispetto ad altri popoli: pensiamo sempre che ciò che viene dall’estero è migliore. è “più fico”, più “trendy”… fondamentalmente ci sottostimiano e così se vogliamo dare un look qualitativo a qualche cosa… pensiamo che sia meglio che sia importato e che questo sia evidente. Questa sensazione non è certo inventata: è un effetto dovuto a cause altre che sono certamente vere: sappiamo di non essere il massimo; il punto è che i sistemi sociali sono anche sistemi complessi [4] e quindi retroattivi [5], e allora ecco l’effetto diventa anche con-causa: un aquila che si crede un pollo non riuscirà mai a volare [6].
  2. un atteggiamento snobista, tipico italiano: l’inglese sta diventando come il latino nel medioevo e nei secoli passati: una fattore di discriminazione sociale. Così come Don Abbondio e il dottor Azzecca-garbugli potevano confondere Renzo con il loro “latinorum” [7], oggi chi sa l’inglese può vantare maggiori possibilità di distinzione sociale: può leggere, comprendere e comunicare come altri non possono fare. Qualcuno potrebbe obiettare che oggi la scuola e le possibilità sono per tutti: è vero, ma ne mia zia ne la signora del piano di sopra sanno l’inglese; e questo è un fatto. Si e no il 10% della popolazione può leggere e capire un articolo in inglese. Se poi è un articolo tecnico la percentuale scende. C’è uno snobismo, neanche tanto latente, sia fra classi sociali che generazionale (quante volte vediamo figli prendere in giro i genitori perchè pronunciano male certe parole?). E questo non è solo un fenomeno italiano: in un mondo globalizzato solo gli stati a madrelingua inglese ne sono immuni.

Qualcuno afferma che per l’Italia si tratterebbe anche una tendenza dovuta alla storicamente tragica esperienza fascista, quando l’ideologia andava esattamente nella direzione contraria: tutto doveva per legge essere linguisticamente italianizzato, perfino i cognomi. Non sono d’accordo con questo punto in quanto nonostante possa essere una ragione, la moda del non tradurre e del dogma “inglese=fico” è solo degli anni recenti e non ha riscontro in quantità e fenomenologia nell’immediato dopoguerra. Inoltre i tedeschi, che hanno avuto simile e ancora più tragica esperienza nel nazismo, non sono affetti oggi dalla nostra stessa febbre.

L’inglese in particolare è associato nell’immaginario alla modernità, allo sviluppo, all’economia liberale e dinamica, a internet, alla ricerca scientifica… a tutti concetti che associamo a sviluppo e futuro che proprio non riusciamo a vedere nel giardino provinciale di casa nostra, perchè infondo non c’è.

Non dico certo che bisognerebbe cambiare le cose… ma riflettere su quello che accade e del perchè accade, si!

Ci siamo battuti tanto per passare dal latino come lingua colta usata solo dalla classe dirigente in nome di quella libertà figlia dell’illuminismo e dare finalmente spazio alle lingue nazionali: oggi stiamo tornando verso un altro latino. Stiamo tornando indietro? Ci aspetta un nuovo oscurantismo? In quanti si pongono questa domanda seriamente? [8]

Qualcuno potrebbe obiettare che questa è solo una fase transitoria e che presto tutti sapranno l’inglese… è solo questione di tempo. Ne siamo davvero sicuri? Io vedo giovani sotto i 20 anni che non sanno l’inglese meglio di quanto lo sapevo io a 20 anni e vedo i bambini che non lo sanno meglio di quanto lo sapevo io a 10 anni…..

[1] tratto da qui e molte altre pagine su internet
[2] I titoli dei film dovrebbero o no essere tradotti?
[3] Le orribili traduzioni dei titoli in italiano
[4] http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_complesso
[5] http://it.wikipedia.org/wiki/Retroazione
[6] Anthony De Mello – Messaggio per un acquila che si crede un pollo
[7] «Che vuol ch’io faccia del suo latinorum?» (Renzo a Don Abbondio, I Promessi Sposi, cap. II)
[8] Latinorum & Inglesorum