“Si vuol dire si”: Maria la prima; ma qualcosa non torna…

Un simpatico meme gira sui social con questa immagine che ironizza efficacemente sul “presepe inclusivo e laico”, ne ho trovato una copia qui.

Un passaggio recita:

Non contiene Maria, perché propone l’immagine di una donna prona al patriarcato.

Essere un popolo “molto cattolico”, come quello italiano, comporta un prezzo molto alto: il maggiore tasso di ignoranza di vera cultura cattolica fra la popolazione; è il prezzo da pagare; lo stereotipo lo conferma.

«non horruisti virginis uterum» recita il Dies Irae Te Deum, ovvero “[Dio] non ha disdegnato l’utero di una vergine”; e, udite udite!, perfino questo Dio, patriarcalissimo, chiede permesso a questa giovane donna, di una famiglia sconosciuta: “scusa posso incarnarmi nel tuo utero? Ne avrei bisogno per salvare l’umanità”. Lei non capisce proprio bene, e si permette anche di fare qualche domanda ulteriore: “come diamine funzionerebbe ‘sta cosa qui?”. Dio le spiega, e alla fine ottiene il suo assenso; e solo dopo si permette di agire. Altro che il “si vuol dire si” dei perbenisti di oggi: mica se lo sono inventato loro, Maria lo ha esercitato un bel po di tempo fa, dando il primo esempio.

Ho una curiossità-domanda molto semplice, se solo qualcuno potesse spiegarmi: come cavolo ha fatto una società che patriarciale era prima, e patriarcale ha continuato ad esserlo dopo, e patriarcalissimo sarebbe quel Dio, a inventarsi una storia del genere? E non solo: fino al punto da farla diventare una storia così importante nella narrazione fondamentale di una intera religione “patriarcalissima”. A me qualcosa non torna…

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