Grazie Benedetto (Te Deum…)

Un mio tributo personale per ciò che devo a papa Benedetto XVI, che oggi ci ha lasciato da questo mondo

Joseph Ratzinger

Si dice che ogni cattolico ha il proprio “papa del cuore”. Forse è proprio così: ricordo che molte persone precedenti la mia generazione (sono del ’75, ho 47 anni) ricordavano con affetto papa Giovanni XXIII mentre per me e per tutti quelli della mia generazione l’unico papa è sempre stato Giovanni Paolo II a causa del suo lunghissimo pontificato: abbiamo ascoltato sempre e solo la sua inconfondibile voce con quell’accento marcatamente polacco. Nel 2005 quando fu eletto Benedetto XVI avevo trent’anni e fu per me e per tutti quelli della mia generazione il primo conclave in età adulta. Fu quasi uno shock vedere un papa nuovo con una voce diversa, stavolta con inflessione tedesca: quelli della mia generazione non ci erano abituati. Un nuovo papa era davvero un evento strano.

Ma fino ai primi anni del nuovo millennio non ero particolarmente coinvolto nella Chiesa e nelle cose di fede. Proprio in quegli anni la mia ricerca però si era fatta più intensa. E grazie a varie esperienze ed amici ho potuto riscoprire la fede e cambiare prospettiva, e il mio cammino spirituale volgeva a una svolta.

Così questo personaggio suscitò una certa curiosità: la prima cosa che volevo capire era perchè tutti lo dipingessero come ultraconservatore, nemico del progresso, “panzercardinal” etc… volevo innanzitutto capire se era vero.

E quindi mi sono messo a leggerlo: per prima cosa scoprii come già all’epoca vi erano in rete montagne di scritti, omelie, resoconti di conferenze, estratti di libri a cui era facile accedere. Leggendolo mi colpì subito la chiarezza espositiva e la semplicità con cui descriveva la fede. Questa, mi dissi, è buona cosa. Ecco come lui preparava le lezioni quando era giovane professore di teologia: spiegava in cucina la lezione a sua sorella (che non era istruita) e se lei capiva tutto, allora la lezione andava bene. Mi pare un ottimo criterio: “metodo ratzinger per tutti i prof” !

Negli anni del pontificato, complice anche la mia avidità e curiosità personale in quel preciso momento della mia vita (oggi non avrei la forza ed energia) mi portarono pian piano ad apprezzarlo sempre di più, mentre la stampa non faceva altro che denigrarlo; seguendo poi più da vicino certe vicende non era difficile accorgersi come certi attacchi erano del tutto capziosi e strumentali e per niente puliti. Proprio lui il grande “conservatore” ha compiuto il gesto più rivoluzionario della Chiesa degli ultimi secoli: lasciando il soglio di Pietro e istituendosi come “Papa emerito”, con un effetto sorpresa che non ha precedenti nella storia.

Lessi tutte le sue encicliche e quasi tutto il suo magistero, le sue catechesi. Ancora oggi vado ogni tanto a riprendermi qualche scritto “famoso”. Benedetto non era un papa mediatico come Giovanni Paolo, anzi era impacciato, timido difronte la videocamera.

Benedetto era un papa da leggere. A chi non piace leggere di cose di fede non può apprezzare Benedetto.

Anche la sua visione di Chiesa non era affatto nostalgica o pre-conciliare come volevano far credere i media, anzi era un papa molto moderno per molti certi aspetti. Era un uomo dal profondo dialogo, ma un dialogo vero che partiva si dall’ascolto ma anche da una idea precisa di cosa significasse essere cristiano: per lui il dialogo parte dalla consapevolezza di chi sono io, perchè solo se so chi sono io posso entrare in dialogo autentico con l’altro e ascoltare.

La mia impressione è che la stampa laicista ha sempre temuto un vero confronto intellettuale con un gigante di tale caratura: per questo non poteva trovava nulla di meglio che denigrarlo. Sicuramente ha commesso qualche ingenuità di governo e non è stato bravo a scegliersi gli stretti collaboratori e questo non ha aiutato.

Voglio ringraziarlo per la sua instancabile ricerca intellettuale che incarnava la fede dentro le pieghe della complessità affrontata con l’arma della profondità ma anche della semplicità della fede.

Voglio ricordare gli scritti che più ricordo mirabilmente: “Caritas in Veritate” e sopratutto “Spe Salvi” sono encicliche bellissime e godibilissime sia sul piano espositivo che di contenuti. Il suo libro “Introduzione al cristianesimo” , rimane ancora oggi a distanza di oltre 50 anni, un libro godibile e attuale sulla fede cristiana. “Fede, verità, tolleranza” è un’altra opera notevole di dialogo con le altre fedi e filosofie. Infine la trilogia “Gesù di Nazareth”, scritte da pontefice, appare solo superficialmente come un semplice apologetica, in realtà descrive una fede convincente ma semplice ma che cerca comunque di “dimostrare” (o meglio di mostrare) la sua solidità. E non mancano affermazioni sorprendenti.

Insomma Benedetto / Ratzinger è stato un “dono di intelletto” per la Chiesa e per tanti come me che, vuoi per motivi contingenti o personali, vuoi per altre ragioni, ha rappresentato una figura importante per la fede personale. Come tutti i doni possono essere apprezzati solo se chi li riceve lo fa con con simpatia, e senza pregiudizi.

Oggi posso dirlo: Benedetto e internet sono stati i miei più importanti catechisti.

Grazie, Bendetto per la tua vita quaggiù; Grazie Signore per questo bel dono: Requiescat in pace.

PS: Te Deum laudamus ….. proprio oggi, 31 dicembre, ringraziamo. Proprio oggi se ne è andato. Il cristiano non è superstizioso: ma vede i segni (e i non iniziati non ne capiscono la differenza).

2 pensieri riguardo “Grazie Benedetto (Te Deum…)”

  1. Grazie Fabrizio, per me che non ho letto e approfondito come te nello studio degli scritti Benedetto è stato comunque un esempio di coerenza al vangelo, coraggioso sempre, chiaro, completo e preciso nelle analisi e sincero fino in fondo.
    Ricordo come una folgorazione la sua preghiera da cardinale per la
    “povera chiesa” nell’ultima via crucis di S. Giovanni Paolo II.
    Era ben consapevole della lotta interna che attendeva il futuro papa e fu proprio lui il prescelto.
    Grazie a Dio. Riposa in pace Giuseppe hai difeso la fede della chiesa fino alla fine, grazie.

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