Cacciatore di bufale accecato da una mitra

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Rispondo pubblicamente a Paolo Attivissimo (e non è la prima volta [1] [2] ) al suo farneticante post:

Vescovo svizzero cita pena di morte biblica per gli omosessuali. E per chi mangia gamberetti

Paolo Attivissimo è giornalista molto serio nel campo dell’Informatica, Astronautica e della scienza in genere, noto cacciatore (e demistificatore) di bufale soprattutto online, anticomplottista. Lo stimo tanto che è nel blogroll di questo sito e fra i miei siti preferiti. Quanto però parla di religione non solo cade in strafalcioni grossolani ma tradisce i suoi stessi principi, linee guida e metodi che di solito ne fanno un ottimo, scrupoloso e serio giornalista.

Non intendo difendere il vescovo Huonder, non conoscendo ne il suo pensiero ne la lingua tedesca per comprendere il testo trascritto [4] o il video contestato [5]: mi rifarò esclusivamente all’articolo di Attivisissimo [2] e alla trascrizione (peraltro sembra non proprio ottima) ivi fornita.

Precisiamo: qui non stiamo parlando di “matrimoni gay” o di diritti civili o rivendicazioni giuridiche di qualsiasi tipo. Qui stiamo parlando esclusivamente di vita spirituale, di orientamento morale-religioso della propria vita, da un punto di vista cattolico, trattandosi di una dissertazione fatta appunto da un vescovo cattolico, peraltro in un contesto in cui parla ad un pubblico cattolico; questo è particolare importante, ma completamente ignorato da Attivissimo.

Vediamo.

Attivissimo giudica pesantemente ”indifendibili monumenti d’intolleranza” le parole di Huonder “anche soltanto parlare [di modelli coniugali e familiari differenti] è un attacco al Creatore”.

Attivissimo prosegue il suo giudizio: altro monumento di questo tipo sarebbe  “la sua visione  degli omosessuali come malati da curare o questa sua scelta di citare un passo biblico che parla di mettere a morte gli omosessuali: una citazione fatta non da un fedele qualunque, ma da un vescovo”.

E qui ci sono tre grossi errori.

Vediamo il primo: i “malati da curare”.

Attivissimo deduce questo, evidentemente dalle parole “La fede è un aiuto per tutti gli uomini, anche per quelli con una tendenza omosessuale, e può portare a un cambiamento di quest’orientamento, a padroneggiare la pulsione sessuale…” visto che sono le uniche riportate che potrebbero (immagino) scatenare questo forte giudizio.

Ma qui non si parla affatto di malattie, ma come dice la frase stessa della fede. Che poi gli orientamenti omosessuali possono essere diciamo “mudulati” e in modo pienamente libero e consenziente spero non possa essere considerato un male, visto che tutti ci definiamo paladini della libertà, o no? Non tutti coloro che hanno orientamenti omosessuali si riconocono in uno “stile di vita gay”: cito solo come esempio il caso dell’omosessuale francese Philippe Ariño [6] che ha scelto libertamente l’astinenza come via positiva di vita e addirittura teorizza una natura intrinsecamente violenza dei rapporti omosessuali: cito questo non per sostenere questa tesi, ma solo per dire che evidentemente Ariño ne parla per esperienza diretta e giusto per rimarcare che esistono degli stili di vita lontani, anzi opposti, dagli stereotipi che ci dicono come “dovrebbe” vivere un omosessuale. Insomma avere uno “stile di vita gay” non è obbligatorio e non è il desiderio di tutte le persone con attrazione per lo stesso sesso: sembra che affermare questo dia molto fastidio. Come mai?

Secondo errore: travisamento del concetto di libertà.

Si assume implicitamente che una persona con tendenze omosessuali “debba” per forza di cose avere una vita omosessuale, cioè avere rapporti omosessuali, e che solo questo stile di vita possa renderlo felice, appagato, gioioso; è un pregiudizio ma anche un assurdo logico.

Sarebbe come affermare che chi è attratto da persone dello sesso opposto possa essere felice, appagato, gioioso, solo e soltanto avendo rapporti di questo tipo e se non li ha è condannato all’infelicità: non sarebbe dunque ammissibile una scelta di astinenza o qualunque altra possibilità.

Il fatto che una persona abbia una certa tendenza (omosessuale o eterosessuale) non significa che la sua libertà gli impedisca di metterla in pratica o meno. Dunque anche la persona con tendenze omosessuali, al pari di chiunque altro, è chiamato a fare delle scelte libere: il Catechismo della Chiesa Cattolica (non il vescovo Huonder) afferma infatti che la tendenze omosessuali sono, per queste persone, una prova [10]; prova  senz’altro ardua, certo (come peraltro comportano molte altre casistiche della vita), ma che non è priva di sbocchi positivi: il citato esempio di Philippe Ariño [6] ne è la testimonianza. Se proprio volessimo forzare il termine “curare” – che comunque usa Attivissimo e non il vescovo svizzero – potremo anche farlo, ma in senso spirituale, non dal punto di vista medico. Essendo la trattazione di Huonder una carrellata di citazioni bibliche [4]  è chiaro che il vescovo non è stato certo parlando di medicina in senso stretto. Sappiamo infatti che l’omosessualità non è una malattia, la cui definizione attiene al campo delle scienze mediche. La Chiesa Cattolica insegna da sempre che ci sono anche “malattie” da cui possiamo e dobbiamo guarire e sono principalmente quelle di ordine spirituale e sono molte di più di quelle d’ordine strettamente clinico. E’ per questo ordine che la Chiesa esiste. E questo riguarda tutti, ma proprio tutti, mica solo gli omosessuali!

La “medicina” che la Chiesa ha sempre indicato sono i Sacramenti e il medico è Gesù Cristo. Ripeto: non per gli omosessuali, ma per tutti; quindi anche per gli omosessuali.

Sempre la Chiesa insegna che le pulsioni (di qualsiasi tipo, non solo sessuale) non sono di per se ne buone ne cattive [11] e non sono mai un peccato: è la risposta concreta che noi diamo che conta. Le citazioni bibliche che tanto hanno scandalizzato Attivissimo sono coerenti con questa visione. Ad esempio per un omosessuale non è peccato “sentire” l’attrazione per una persona dello stesso sesso. Lo è invece acconsentire ad avere rapporti omosessuali, perché questa è una scelta che suppone un’assenso, quindi attiene alla libertà personale.

Terzo errore: uso scorretto e auto-contraddittorio delle citazioni bibliche.

Guardando il documento trascritto completo delle parole di Huonder [4] si capisce, da come sono intitolati i paragrafi, che la dissertazione vuole trattare a fondo varie citazioni bibliche in merito alla sessualità, quindi il tema non è l’omosessualità, al contrario di come lascia intendere il nostro livoroso blogger.

Il lavoro procede trattando per primo i libri dell’Antico Testamento come Genesi passando poi per Esodo, poi Levitico, Tobia; poi il nuovo Testamento: Matteo, Lettera ai Romani, Prima Lettera ai Corinzi, Efesini. Non saprei se si tratta di una trattazione esaustiva, ma certamente l’autore vuole passare in “carrellata”  un po’ tutta la bibbia, cominciando per ordine.

Non so il tedesco, ma di sicuro:

  • Huonder non cita e non parla solo del libro del Levitico, come sembra accusare Attivissimo. Il fatto anzi che il Levitico ne parla era comunque un passaggio doveroso per una trattazione ad ampio raggio.
  • Il fatto che un verso venga “citato” (Levitico 20:13) non significa accogliere in toto  il suo significato letterale: la citazione è solo una citazione. In nessun passaggio si può dedurre che Huonder (ne nella trascrizione fornita da Attivissimo, ne nelle notizie di stampa da lui linkate) approverebbe la pena di morte per gli omosessuali! Invece il tono e delle critiche lascerebbero intendere proprio questo, pur non ammettendolo (sarebbe spudorato!). Questa è una scorrettezza giornalistica. Infatti lo stesso Attivissimo si contraddice quando afferma “Il vescovo inizia a citare i passi del Levitico a 21 minuti dall’inizio”: nei 20 minuti precedenti ha parlato infatti di altri libri, e l’argomento principale non era l’omosessualità.

Altro grave errore è quello di andare a prendere altre citazioni del Levitico (relative ad esempio a regole di purità alimentare, peraltro abolite da Gesù) ed equipararle al citato passaggio: Attivissimo tenta così di mettere in ridicolo l’oggetto della sua critica mostrando quanto sarebbe assurdo se sostenesse la pena di morte (ma Huonder non l’ha sostenuta!)  anche per quelle altre cose, come appunto mangiare carne di coniglio o di maiale. Si tratta di una operazione puramente polemica e sterile da ogni punto di vista: anche il fedele meno acculturato sa che le regole alimentari (peraltro facenti parte di altre sezioni del libro e quindi in contesto differente) sono superate dal Vangelo di Gesù e che quindi i cristiani applicano a quei passaggi ben altri criteri interpretativi. Ma il principale errore consiste proprio nel fatto che qui nessuno sta invocando la pena di morte per gli omosessuali: la frase “i due brani citati sarebbero già sufficienti a dare l’indicazione corretta sulla questione dell’omosessualità dal punto di vista della fede” indica semmai la gravità dell’atto omosessuale (che è la corretta ermeneutica interpretativa) e non la pena di morte in se, che era la conseguenza di un contesto storico ormai lontano da noi. E’ la seconda infatti a essere conseguenza della prima e non il viceversa. Questo, come dice lo stesso vescovo, è “dal punto di vista della fede” il che vuol dire che va letto con le categorie della fede, in primis applicando una corretta interpretazione biblica.

Una operazione particolarmente scorretta,  e di bassa lega culturale, è proprio quella di andare alla ricerca di “passaggi” e “versetti” biblici compromettenti per poter dimostrare le propria tesi: si sceglie quelli che fanno meglio a caso nostro e il gioco è fatto: è una operazione intellettuale delle più rozze e anche delle più banali, avendo a disposizione un sito come www.laparola.net sito peraltro ottimo; E’ infatti cosa nota che “la bibbia dice tutto e il contrario di tutto” nel senso che se interpretata in senso letterale citando a “pezzetti” i versi presi fuori dal proprio contesto, si può facilmente dimostrare qualsiasi cosa. Il punto è che la bibbia: (1) non è stata scritta per essere usata in questo modo e, soprattutto, (2) deve essere letta nella sua globalità: si chiama “lettura canonica della Bibbia” [8] applicata in particolare dai cattolici: non si possono cioè interpretare i singoli versetti di per se stessi estrapolandoli dal contesto, ne dare ad essi importanze arbitrarie, ma li si deve leggere ognuno all’interno del contesto particolare sia di quello più generale della Bibbia e dei messaggi principali di cui essa è portatrice: insomma è il messaggio biblico nella sua globalità a “illuminare” l’interpretazione di un singolo versetto e non il viceversa! Quando non si fa questo, la lettura o la citazione della bibbia è pura propaganda, cioè può servire a dimostrare qualunque tesi, come fa appunto Attivissimo.

Ma la cosa più auto-contraddittoria è proprio questa: che Attivissimo accusa Huonder di fare una lettura letteralistica (quella letterale, invece, è un ‘altra cosa [9]) quando invece questo non è vero e usa egli stesso l’argomento della lettura letteralistica per mettere in ridicolo non si sa bene cosa: Huonder o la bibbia stessa? In ogni caso non ci fa proprio una bella figura sul piano della dialettica e della seria epistemologia.

…e per finire…

l’accostamento della pena di morte per chi mangia gamberetti travisa perfino la lettera del testo biblico citato: è: talmente ridicola e auto-contraddittoria e Attivisssimo è persona talmente intelligente oltre che attenta, che si può giustificare questa “svista” solo attribuendo al giornalista un sarcasmo velenoso che, spesso purtroppo, lo caratterizza quando parla di argomenti religiosi ma così facendo non fa onore al suo bel mestiere e al suo bel blog peraltro ricco di ottimi lavori.

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    troppo lungopoco chiaronon ci avevo mai pensato
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    Riferimenti:

    [1] Attivissima sleale intolleranza, mio post 29.02.2012

    [2] Al sig. Paolo Attivissimo (e ai suoi tanti fun), mio post del 29.03.2010

    [3] Post di Attivissimo, oggetto di questo articolo

    [4] Testo originale citato da Attivissimo

    [5] Video di riferimento, citato da Attivissimo.

    [6] Articolo su Il Fatto Quotidiano

    [7] omissis

    [8] http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_19930415_interpretazione_it.html

    [9] http://www.fractio.it/punto.htm#Punto

    [10] CCC 2358

    [11] CCC 1767

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