Il lato oscuro dei «poteri forti»

La Nuova Umanità non ha bisogno tanto di contestatori, ma di praticanti la giustizia. Se vi sono poi buoni contestatori, sappiano allora farlo in funzione di essa. La contestazione fine a se stessa, perfino se fondata da solide ragioni, è pura vanità dell’ego.

Colpa dei «poteri forti»! Quante volte lo abbiamo sentito come argomento in ogni sorta di contesto dei moderni contestatori? Fino a rendere l’espressione quasi una macchietta per prendere in giro contestatori della buon ora senza sostanza e senza veri contenuti.

Chiariamo una cosa una volta per tutte: i poteri forti sono sempre esistiti. Dall’antico Egitto con il Faraone, oppure con Serse, Ottaviano Augusto con la sua classe senatoriale corrotta e predatoria. La nobiltà laica e clericale in Europa parassita per secoli, la cui fine inizia con la violenza delle ghigliottine giacobine. L’unità d’Italia non è stata forse fatta anche per motivi finanziari, di debito, e con intrighi con i banchieri Rothschild? Durante la guerra fredda erano gli apparati ideologici di USA o l’URSS. Potrei continuare a lungo, ma ci siamo capiti.

In ogni tempo, in ogni epoca c’è sempre una qualche classe di persone la cui distanza socio-economica, la cui sconfinata distanza fra il potere che è a lui o a loro in mano e l’uomo della strada è considerato (almeno ai nostri occhi moderni) scandalosamente abissale e inaccettabilmente spropositato.