Auguri “per strappare un sorriso”

uno studio di architettura invia a me e suoi altri clienti la slide che sta girando in rete “E vidi che era cosa buona e giusta”. Molte le volgarità; un uso a senso unico e pregiudiziale proprio verso il cristianesimo; una rasentata blasfemia verso Gesù Bambino; incensato il Dalai Lama, simbolo del “politicamente corretto” all’occidentale, dimenticando bambini che muoiono di fame, cristiani cinesi – e non solo – perseguitati. E tutto questo proprio per augurare “buone feste” natalizie. Ma per favore!

Ricevo da uno studio di architettura e restauro il seguente messaggio di auguri di buone feste. Ecco qui uno screenshot del messaggio (ho oscurato in grigio i dati personali):

In allegato a questo messaggio c’è un file power point (reperibile facilmente in rete) che contiene varie vignette umoristiche, molte delle quali ironizzando sul Governo Monti, le tasse etc…

(questo è il file originario allegato: E vidi che era cosa buona e giusta)

Le slide 5,18,19,22,25,26,27,29,30,32, cioè ben 10 slide su 32, quasi una su 3, contiene una volgarità! Erano necessarie tutte quelle parolacce e volgarità per far ridere? Sono adatte ad un augurio di buone feste natalizie? (è comunque un linguaggio da osteria, non proprio adatto ad un contesto professionale, anche se l’intento è “far ridere”).

Alcune sono a tema religioso: in particolare la numero 3 e la 4, senz’altro simpatiche:

slide n. 3
slide n. 4

ma poi la 17 rasenta la blasfemia e comunque non è affatto simpatica strumentalizzando in quel modo Gesù Bambino (e meno male che siamo sotto Natale!) e tante morti innocenti:

slide n. 17

Come se la responsabilità non fosse degli uomini, ma appunto di Dio. Fa davvero ridere? E facile scrivere queste cose dietro una scrivania o ingozzandosi di pandori, torroni e pistacchi. Provate a farlo con un bambino che sta veramente morendo di fame davanti ai vostri occhi.

Sempre rimanendo in tema religioso: davvero curioso (ma chissà perchè?) che l’unica slide veramente seria è una e una sola: quella sul Dalai Lama (#30, penultima):

slide n. 30

non contiene alcuna battuta, al contrario di tutte le altre, e non fa ridere, neanche sforzandosi; strano; perchè? E’ così seria che sembra decisamente fuori contesto rispetto a tutte le altre. Perché viene considerato così speciale il “trend” Dalai Lama?

Ma soprattutto perchè per dire quelle cose dobbiamo fare uso del Dalai Lama? (uomo saggio che che ha tutta la mia simpatia). Forse sarebbe il caso di ricordare a chi diffonde, e condivide, questi messaggi che le stesse, medesime, identiche cose le ha dette e fatte Gesù Cristo: c’entra qualcosa forse con il Natale… ?

“Vivere come se dovessimo morire etc…” non è altro che la Parabola delle dieci Vergini (Mt 25,1,13) e le altre parole possono ricondursi al Vangelo e altri insegnamenti tradizionali della Chiesa. Serve proprio il Dalai Lama per fare ricorso a qualcosa di buono, per inserire l’unica slide non umoristica su un totale di 31, oltrettuto in occasione proprio del Natale?
Non abbiamo niente di buono in casa nostra? O vogliamo, forse, inconsciamente “rimuoverlo”?

Sono solo domande…

Anche per far ridere ci vuole classe…. e non mi si venga a dire “ma quanto sei bacchettone, Fabrizio, è solo una slide per ridere un po!”…. già… però proprio con la scusa di far ridere un po’ si dicono cose implicite che in qualunque altro caso sarebbero esecrabili.

La verità è che non è questo l’unico modo di far ridere…

Mi chiedo perché ciò che deve essere ridicolizzato e usato (per far ridere o no) è sempre e solo il cristianesimo e mai altre religioni che invece vengono sempre additate a modelli e sempre “rispettate” per essere “politicamente corretti” e apparire così “liberali e tolleranti”: salvo non applicare i medesimi criteri con la religione di casa propria; curioso.

Sembra che il rispetto sia dovuto a tutti, tranne al cristianesimo, ai cristiani e ai loro simboli, o quantomeno a questi (e solo a questi) si può riservare un trattamento diverso. Se poi i cristiani alzano la voce è facile e sempre “politicamente corretto” accusarli di essere bacchettoni o bigotti. Alla faccia dei principi di non discriminazione religiosa di cui tanto ci vantiamo.

Mi chiedo se tutte queste persone che non fanno altro che citare il Dalai Lama hanno il coraggio di spendere due parole per il popolo tibetano, praticamente sotto sterminio culturale e religioso lento e progressivo da parte del governo cinese, nell’indifferenza più totale dei potenti del mondo. Anzi scommetto che proprio costoro sono i primi ad accusare il Papa (!!) cattivone perchè non vuole incontrare il Dalai Lama, ignorando le ritorsioni che altrimenti subirebbero i tanti cattolici cinesi, già costantemente perseguitati. Qualcuno sa di cosa accade ai cristiani in Cina? E in Pakistan? E in Vietnam? ….

Meno male che nella email c’era scritto “buone feste” e non “buon Natale”: sarebbe stato davvero troppo.

Giusto per concludere vorrei portare l’esempio della azienda presso cui lavoro che ha deciso che invece di inviare a clienti e conoscenti i soliti biglietti di auguri natalizi, che finiscono nel cestino prima ancora di essere aperti, di spedire questa e-card per mail:

risparmiando sui costi di invio cartaceo, ha fatto così un gesto di solidarietà di pari importo per una giusta causa a Italia Solidale. Come si vede non c’è bisogno di essere “religiosi” per fare cose buone: basta il buon senso e il buon gusto.

Credete a me: la crisi che stiamo vivendo non è una crisi economica, ma morale, etica e, infondo, spirituale. A tutti i livelli, non solo quelli “alti” della classe dirigente (che è infondo il nostro specchio). Queste slide, che molti superficialmente reputeranno “simpatica”, “non è cosa ne buona ne giusta” a dispetto del titolo, perchè si focalizza su falsi problemi. Questa slide e il suo substrato culturale sono anzi la reale dimostrazione di questa crisi morale, prima ancora del problema delle tasse, della corruzione etc… tutti temi senz’altro importanti.

Mi dispiace: nessun sorriso strappato. Anzi.

Se non sapremo riprendere le virtù dalle energie spirituali profonde, che pure abbiamo in background, non troveremo nessuna via d’uscita. Per quanto possa essere saggio, non sarà il Dalai Lama a salvarci ne il moltiplicare le sue citazioni….

Buon Natale di Gesù Cristo Salvatore (di tutti, anche per chi non ci crede)

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    troppo lungopoco chiaronon ci avevo mai pensato
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    Un commento su “Auguri “per strappare un sorriso””

    1. Cogliendo l’occasione di farti i miei auguri di buone feste insieme ai tuoi cari, passo a rispondere alle tue domande; nota, ti prego, che anche le mie “sono solo risposte” 😉

      ma poi la 17 rasenta la blasfemia e comunque non è affatto simpatica strumentalizzando in quel modo Gesù Bambino (e meno male che siamo sotto Natale!) e tante morti innocenti:

      “Blasfemia”? Mi pare un po’ esagerato: si fa semplicemente notare che Gesù Bambino (o adulto che sia) ha tutto il potere di far sparire la fame dal mondo, ma non lo fa.

      Come se la responsabilità non fosse degli uomini, ma appunto di Dio.

      Secondo i cristiani, mi par di ricordare, è stato Dio a creare questo mondo. Perché non l’ha fatto in modo che tutti abbiano cibo in abbondanza? Perché l’ha creato con eventi climatici che creano carestie e inondazioni, per non parlare di terremoti e tsunami?

      Perché un ente onnipotente e infinitamente buono dovrebbe astenersi dal fare il bene? E se per Dio è lecito non aiutare chi muore di fame, perché non dovrebbe esserlo per me?

      Il problema di fondo è che tutti i tentativi di formulare una teodicea decente sono falliti. Per questo motivo Covatta ha tutto il diritto di ironizzare su questa tematica per mettere in evidenza un problema che gli sta a cuore.

      E facile scrivere queste cose dietro una scrivania o ingozzandosi di pandori, torroni e pistacchi. Provate a farlo con un bambino che sta veramente morendo di fame davanti ai vostri occhi.

      Vero, è facile dire che la colpa è di qualcun altro scrivendolo seduti comodamente a casa. Peccato che Giobbe Covatta non sia uno che se ne sta a casa a mangiare panettoni…

      Serve proprio il Dalai Lama per fare ricorso a qualcosa di buono, per inserire l’unica slide non umoristica su un totale di 31, oltrettuto in occasione proprio del Natale?

      A parte che la presentazione umoristica è per le feste e non per il Natale, è colpa dell’estensore della presentazione se il Dalai Lama si preoccupa di diffondere questo messaggio (che ha origine dagli insegnamenti di Gautama Buddha, cinque secoli prima di Gesù…), mentre Ratzinger preferisce alla parabola delle dieci vergini (ammetterai, molto meno chiara di questa frase di Tenzin Gyatso) l’attacco al matrimonio tra omosessuali, definito “ferita alla giustizia e alla pace”?

      Se il Cristianesimo fosse sempre “liberale e tollerante”, non si potrebbe far altro che rispettarlo. Purtroppo, malgrado tantissimi cristiani liberali e tolleranti come te, il Cristianesimo nel suo complesso non lo è (alla voce “tolleranza”, vedi anche la legge ugandese “Ammazza l’omosessuale”, di ispirazione evangelica; a quella “liberalismo”, vedi anche il discorso di Scola sull’inaccettabilità della laicità dello Stato), dunque questo rispetto non se lo merita.

      Mi chiedo se tutte queste persone che non fanno altro che citare il Dalai Lama hanno il coraggio di spendere due parole per il popolo tibetano, praticamente sotto sterminio culturale e religioso lento e progressivo da parte del governo cinese, nell’indifferenza più totale dei potenti del mondo. Anzi scommetto che proprio costoro sono i primi ad accusare il Papa (!!) cattivone perchè non vuole incontrare il Dalai Lama, ignorando le ritorsioni che altrimenti subirebbero i tanti cattolici cinesi, già costantemente perseguitati. Qualcuno sa di cosa accade ai cristiani in Cina? E in Pakistan? E in Vietnam? ….

      Fammi capire, se un tizio qualunque non critica lo sterminio dei tibetani è cattivo; se i potenti del mondo non criticano lo sterminio dei tibetani sono cattivi; se il Papa non critica lo sterminio dei tibetani è… per opportunità umanitaria, per non colpire gli interessi dei cattolici in Cina!

      Io so cosa succede ai tibetani, e so cosa succede ai cristiani in Cina e in Pakistan; e critico la persecuzione degli uni e degli altri. Ma allo stesso tempo critico le posizioni violente e oppressive dei cristiani, ivi incluso Ratzinger; non vedo lo stesso principio di equità messo in pratica da altri.

      La presentazione (che non ho visto se non attraverso gli esempi presentati nell’articolo) sarà certamente di dubbio gusto e fuori luogo, ma ricondurre alla presunta blasfemia della frase (amaramente vera) di Covatta o al pensiero (condivisibile) di Gyatso una diagnosi di “crisi morale” è realmente fuori luogo.

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