Italia troppi parlamentari? Tutto falso!

Si sente ripetere in giro fino alla nausea che bisogna ridurre il numero di parlamentari in Italia, perchè sarebbero troppi. E’ davvero così? Quanti parlamentari hanno gli altri paesi europei? Ma sopratutto cosa si nasconde dietro questa richiesta popolare basata solo sull’emotività? Perchè nessun politico e nessun giornale o TV ha oggi il coraggio di dire la verità su questo punto? Io ci ho messo pochi minuti a scoprire la verità.

Sento ripetere in giro, in TV, dai politici, dai colleghi, dalla gente al bar che i parlamentari italiani sono troppi e vanno assolutamente ridotti. Sembra una vera emergenza nazionale, un mantra buddhista. Guarda un po’, in Italia soltanto.

Molte le petizioni online (io stesso ci sono cascato prima di ragionarci), su facebook, giri di mail stile catena di S.Antonio per sottoscriverle…. e tanto altro. Politici che per farsi belli ripetono che “si, certo, bisogna assolutamente dimezzare il numero di parlamentari”.

Nessuno però che vi dice le seguenti cose.

Chiediamoci innanzitutto: quanto c’è di vero? Sono bastati pochi click di mouse per smascherare la verità. Ho così trovato un documento ufficiale del centro studi del Senato della Repubblica il quale, da bravo centro studi parlamentare, non manca di informare i propri membri su quale sia la situazione.

Ne sono usciti dati interessanti: l’Italia è assolutamente nella media dei paesi europei con un rapporto di 1,6 parlamentari ogni 100.000 abitanti; Fra i paesi con popolazione simile alla nostra hanno più parlamentari di noi solo gli inglesi (2,4) mentre meno di noi i francesi (1,4) e i tedeschi (0,8).

Osservando attentamente i dati viene all’occhio che il numero di parlamentari per paese non è proporzionale alla popolazione (figura 1 – clicca per ingrandire) infatti non abbiamo un retta decrescente ma una curva. Paesi più piccoli hanno un alto numero di parlamentari per quota abitanti (Lussemburbo 11,7; Malta 16,5) mentre paesi grandi l’hanno ben minore, come abbiamo visto. Paesi con popolazione intermedia hanno valori intermedi (Belgio 2; Bulgaria 3,2).

Questa sproporzionalità è facilmente spiegabile. Se vi fosse proporzionalità, ad esempio un valore pari a 1 o a 2 per tutti i paesi, avremmo un grafico che mostrebbe una retta orizontale; così, però, accadrebbe che paesi con pochi abitanti si ritroverebbero con assemblee di poche decine di elementi e non sarebbe più un vero parlamento, ma un piccolo club di amici; viceversa paesi molto grandi avrebbero assemblee parlamentari troppo vaste che risulterebbero numericamente ingestibili. Da qui si spiega il fatto che paesi piccoli hanno, in proporzione alla propria popolazione, più parlamentari di quelli grandi. E i paesi grandi, come Italia, Francia, Germania e Regno Unito, ne hanno di meno.

Se disponiamo i dati in una scala logaritmica (figura 2 qui sotto – clicca per ingrandire) osserviamo che si viene, appunto, a creare una retta decrescente che mostra meglio e più chiaramente la regolarità del fenomeno. Come si vede non vi sono paesi si che di discostano molto da questa retta, cioè sostanzialmente non vi sono paesi gran che anomali rispetto agli altri in quanto a numero di parlamentari, in rapporto alla propria popolazione.

Per chi vuole consultare la tabella di dati completi, è disponibile il documento Google che ho pubblicato corredato di grafici.

Se davvero il numero di parlamentari italiani venisse dimezzato, come qualcuno va blaterando, il coefficiente scenderebbe a 0,8 parlamentari per 100.000 abitanti, esattamente come la Germania, la quale però ha ben 21 milioni di abitanti in più. Nel grafico in figura 2 l’Italia avrebbe così un pallino rosso, come la Germania, ma con ascissa molto inferiore, quindi un caso anomalo e unico rispetto alla media degli altri paesi (retta di regressione decrescente).

Chiediamoci però per quale ragione questa storia della riduzione del numero di parlamentari sta finendo per diventare quasi una specie di emergenza nazionale? Sembra che tutto il nostro futuro parta da li, quando nessuno ma proprio nessuno si preoccupa di controllare come stanno davvero le cose.

Si tratta di un problema di pancia: il vero problema non è il numero dei parlamentari e neanche quanto si spende per “mantenerli“. Il problema è che la gente si illude di “punire” la politica volendo ottenere un risultato illusorio, come a dire “siccome sono dei nullafacenti e non sono capaci, tanto vale che siano di meno di quello che sono”.  Un ragionamento puerile e basato solo sulla passione e sull’irrazionalità: infatti se anche è vero che così facendo saranno in meno “a mangiare” questo non garantisce affato che quelli che resteranno (la metà, appunto) saranno davvero in grado di risolvere i problemi. Anzi. Dunque ciò che bisogna fare non è illudersi che sia un problema di quantità ma ammettere che è è invece un problema di qualità. Infondo l’illusione di risolvere tutto con l’accetta, riducendo la quantità è un modo per trovare la soluzione, apparentemente semplice, che ci risparmia la fatica di dover prenderci la nostra responsabilità di cittadini: risolvere il problema qualitativo della nostra classe dirigente. Forse, inconsciamente, non avendo idea di come risolvere questo problema, ci attacchiamo a quello che sembra più facile: l’accetta del tagliare il numero; ma è tutta illusione.

L’argomento è, ad arte, capzioso, falso, irrazionale, e abilmente fruttato dagli stessi politici (tutti!): nessuno infatti si azzarda a dire o ammettere pubblicamente la verità, anzi tutti dicono che sono d’accordo a dimezzare i parlamentari ben sapendo che è una stupidaggine! Nessuno dice la verità: che cioè non esiste nessuna anomalia sul numero di parlamentari in Italia; non lo fanno perchè è impopolare; ma la passione del popolo quasi mai tende a risolvere veramente i problemi; le tendenze dettate “dalla pancia” quasi mai sono quelle che li risolvono sul serio, e dietro queste si nascondono ben altri disagi.

Dovremmo imparare a usare un po meno di pancia, a fidarci un po’ meno dei sentimenti che tutti ripetono a iosa, e magari prenderci lo schiribizzo di andare a verificare: io ci ho messo meno di un minuto a trovare con google la fonte dei mei dati.

La figura 3 – clicca sopra per ingrandire – mostra su base geografica la stessa informazione della figura 1: in giallo chiaro i paesi con un basso numero di parlamentari per 100.000 abitanti, più scuri quelli con alto numero di parlamentari.

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    troppo lungopoco chiaronon ci avevo mai pensato
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    PS: il post che avevo promesso a quello precedente non è questo, è rimandato.

    10 pensieri riguardo “Italia troppi parlamentari? Tutto falso!”

    1. Secondo me i politici tutte queste informazioni che tu hai illustrato non si sono neanche presi la briga di andarsele a guardare.
      Grazie caro per la spiegazione.
      Il punto per me è anche che se il problema è qualitativo, su come i parlamentari lavorano, rimane cmq il fatto che continuiamo a pagare persone che è come se non ci fossero (assenti in aula perfino durante le votazioni, tanti seggi liberi durante i dibattiti).
      Quindi se da un punto di vista statistico noi rimaniamo nella media, dall’altra parte non abbiamo organi di controllo che assicurino che ci sia un reale operato dei parlametari.

      La mia proposta è di istituire una commissione di vigilanza neutrale che cambia ogni 6 mesi composta nella stessa maniera vengono convocati i giurati negli USA, che controllano come a scuola se i compiti vengano fatti.

    2. Ma, Fabry, a me sembra un po’ puerile la tua critica, perchè, ribaltando la questione, nemmeno la quantità, di per sè, garantisce la qualità dei parlamentari; semmai un numero più ristretto funzionerebbe forse come selezione dei migliori.
      Ma comunque il punto è un altro: in Italia abbiamo una classe politica in gran parte incompetente (vedi interviste della “Iene”) ed assenteista. E molti dei politici presenti alle votazioni non hanno altro ruolo se non premere il bottone in ossequio alle direttive del capogruppo. Molti non hanno alcun ruolo di rappresentanza attiva dei cittadini. Il vero interesse dei vari politici sconosciuti è foraggiare il loro bacino elettorale (infatti, il parlamento lavora normalmente da martedì a giovedì, poi tutti tornano dalle loro parti a “presenziare”). Pensa, so per contatto diretto che anche un ministro di un settore economico strategico fa così, a Roma dal martedì mattina a giovedì sera. Così, mentre curano i loro interessi da venerdì a lunedì (4 giorni su 7, o almeno 3 su 6 eccettuando la domenica), ricevono un bello stipendio dallo Stato, viaggiano gratis, maturano vitalizi… Ecco perchè è possibile, ed è giusto, tagliare il numero dei parlamentari, senza inficiare l’attività del parlamento, anzi forse migliorandola: perchè molti sono, di fatto, zavorra. E comunque questo taglio, sebbene non salvi i conti italiani, avrebbe un valore simbolico importante, visto il clima di tagli che si preannuncia…

      1. Puerile? Mah… è semplicemente basata su dati che ho raccolto ed elaborato.
        Sugli altri punti che dici posso essere d’accordo, ma non vedo come dimostri che i parlamentari italiani siano “troppi”.

        Grazie per il tuo intervento.

    3. Salve Fabrizio

      Innanzi tutto ti ringrazio per il tuo articolo, in quanto deve esserti costato tempo e fatica documentare un’opinione con una ricerca ed argomentarla, ma dopo aver letto quello che hai scritto mi sento in grado di formarmi un’opinione anche io su una base più solida.

      Spesso, ma molto spesso, ho l’impressione che rivolgiamo troppa attenzione sugli effetti di un problema e troppo poca sulle cause che generano tali effetti. A mio modesto parere, la questione del numero dei parlamentari è un falso problema, di cui potremmo occuparci solo dopo aver risolto problemi più impellenti perchè:

      1) anche un numero più ristretto non è affatto garanzia di una selezione dei migliori ma addirittura, in un contesto come quello attuale, renederebbe ancora più facile occupare i minori seggi disponibili con le marionette dei poteri forti;

      2) I risparmi che potremmo ottenere sono comunque marginali. E’ certamente giusto riformare i vitalizzi e le varie indennità (e su questo segnalo una trasmissione radiofonica, Zapping, dove si stanno raccogliendo le firme) ma per una questione morale, non contabile.

      3) qualunque numero di parlamentari avessimo, la cosa porterebbe vantaggi e svantaggi, mentre la questione sul corretto funzionamento stà negli obiettivi che i singoli parlamentari si pongono, le loro priorità, la loro morale. In altre parole sulla qualità, come suggerisce Fabrizio

      Per cui la mia opinione è che, se il problema è nella qualità intrinseca della classe dirigente, non è con questo genere di interventi che possiamo risolvere il problema. Quindi la soluzione dovrebbe essere in una maggiore richiesta da parte nostra di una qualità maggiore della politica, che si potrà riformare solo con un maggiore coinvolgimento della popolazione alla politica.

      1. Concordo pienamente con quanto hai detto, in (1) (2) (3): in effetti ha efficacemente sintetizzato quello che volevo dire io 🙂

        Grazie per il tuo intervento.

    4. tra il 0,8 della germania e l’ 1,6 dell’ italia la differenza è esattamente del 100% .
      se in tutti i comparti fosse presente un rapporto di queste proporzioni saremo falliti da un bel po’ ; per ora stiamo solo fallendo .se poi pensiamo al livello esponenziale di danni che ciascun parlamentare procura ecco che riducendone il N° si comincerebbe un recupero sorprendente…se poi fossero tutti mandati a casa non ci
      sarebbe paese MIGLIORE

      1. Fulvio, ti invito a rileggere le osservazioni di carattere matematico: gli indici indicano dei rapporti, infatti abbiamo spiegato il perchè di questa non-proporzionalità.

        Anche il Regno Unito raddoppia (quasi) l’indice rispetto alla Spagna (2,4 contro 1,3), ma la sua popolazione è solo il 35% in più della Spagna. Le ragioni sono perfettamente in linea con la legge di dis-proprozionalità che ho descritto: mettendo in scala logaritmica i dati mostra invece tutta la regolarità del fenomeno.

        Sarebbe interessante vedere come vanno le cose in altri continenti, ad esempio le differenze fra gli stati degli USA e le camere federali, etc…

        Ho aggiornato il documento google con i grafici online con il numero di deputati al Parlamento Europeo, ovvero di 751 per un totale di 502.489.143 di abitanti, pari a 0,1 parlamentari circa ogni 100.000 abitanti. Anche questo valore si posiziona sulla retta di regressione, segno che la “legge” matematica è davvero sorprendentemente regolare.

        Grazie per avermi dato modo di approfondire ulteriormente.

    5. Sono d’accordo con Fabrizio ma non ne farei una questione solo numerica.
      E’ un fatto che più parlamentari garantiscono maggiore rappresentanza di tutte le espressioni politiche di un paese (come è il caso dell’Italia prima del 1993)
      Le obiezioni al modello puramente proporzionale si centrano sulla presunta ingovernabilità che produrrebbe, ma è facile dimostrare che è solo un problema di etica politica (in Germania il sistema è quello ma nessuno l’ha mai presa ad esempio di ingovernabilità), mentre chi insiste sul problema del numero di parlamentari devia il discorso dal problema centrale della qualità ovvero della selezione della classe dirigente, come ben evidenzia questo post.

      C’è poi un altro tema estremamente importante, che è il ruolo che le Camere hanno nei vari Paesi, perchè si passa da un sistema perfettamente bicamerale come il nostro (e questo sì porta problemi di governabilità) a paesi dove la camera alta ha una funzione puramente simbolica o dove ci sono governi e camere regionali a cui sono delegati poteri enormi (per non parlare della Germania che è una federazione di Stati).
      L’esempio della Spagna è indicativo: dei 560 deputati totali, i 208 del senato non contano nulla ai fini delle decisioni del governo (e rappresentano uno spreco enorme), mentre il potere legislativo delle 17 regioni ognuna con governo e parlamento è equivalente a quello di stati federati.
      Io credo che tenendo conto di questo ci si può fare una opinione più precisa di eventuali sprechi e disfunzioni del nostro e di altri paesi.

    6. Ciao,
      sono d’accordo con Fabrizio al 100%.
      Infatti il problema italiano (su tutti i livelli) e’ di qualita’ e di controllo/verifica della qualita’ (del lavoro fatto, dei risultati ottenuti, degli interventi promessi etc etc etc).

      Quel che serve e’ : informazione vera e poter eleggere i nostri rappresentanti veramente, non lasciandolo fare ai partiti. Ormai non c’e’ piu’ neanche una rappresentanza territoriale della politica.

      Sono li’ per volonta’ di alcuni padroni e fanno i loro interessi. Che siano 10, 100 o 1000 non cambia nulla.

      NB: mi chiederei anche perche’ non c’e’ un giornalista che abbia fatto mai l’analisi fatta da Fabrizio. Io non l’ho vista ne’ sui giornali ne’ in televisione. Magari mi e’ sfuggita …. 😉

      Bye bye.

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