Giovedì scorso, verso le 23:30 tornando da uno spettacolo all’Auditorium di Roma, mi sono mezzo perso nel quartiere Salario – Corso Francia, che non conosco, e così ho girovagato abbastanza prima di ritrovare la via per la tangenziale per poi prendere la via Salaria. A Roma è così: chi non conosce le strade ha sempre una speranza: inboccare una consolare qualsiasi per ritrovarsi finalmente sul rassicurante Grande Raccordo Anulare, meta di ogni viaggiatore che si muove per più di un terzo di città. Magari si allunga un po’, ma si va sul sicuro.
In quel girovagare ho incontrato, via Salara compresa, sul bordo delle strade, tante, ma proprio tante prostitute. Non prostitute isolate che si trovano ogni tanto, ma interi gruppi di 4-10 o più persone!… e a distanza di poche centinaia di metri da un gruppo all’ altro…. e questo non per qualche chilometro, ma per molti chilometri. Erano numerossime: sia in strade secondarie che in strade principali. Ed era “solo” un giovedì. Mercato vuole che altrettanto numerose fossero le auto ivi in “sosta” o in “fermata” che dir si voglia.
Qualcuno con ipocrisia e impotenza afferma che fare la prostituta (soprattutto nei paesi dove la professione è regolamentata) è una scelta e che, dopotutto, il fenomeno è sempre esistito, o che addirittua sia “naturale” o che in qualche modo è un “servizio sociale”. Bene: provate a chiedere a una bambina di 10 anni cosa sogna fare da grande e vediamo quante rispondono che vogliono fare la prostituta!
Mentre i sedicenti femministi e femministe discutono nella così detta “società civile” o in parlamento di come affermare i sacrosanti, inviolabili, indiscutibili, improrogabili, costituzionali diritti delle donne: quote rosa, diritto di qua, diritto di la…contro il velo islamico per le donne afgane…etc…etc.. ecco che nel mentre, il grande spettacolo, mercato di carne da macello, negazione di ogni dignità, va in scena ogni sera sotto gli occhi di una grande e impotente città, espressione di una società stanca e rassegnata:
Corpi nudi; drogati,
per reggere al freddo della notte.Aguzzini mercanti di donne
annullatori d’umanità per crearecorpi usa e getta,
come un piatto di plastica
dopo un empio pasto
di uno schiavo del sesso,di uomini trascinati dalla corrente,
o di chi vuole affermare il se col denaro,
persone incapaci di amare, di donarsi.Le volanti della polizia
scorrazano, impotenti,
spettatori di crimini di schiavitù.Lucciole le chiamano.
Forse chi tal nome gli ha dato
cerca o sogna la luce falsa
che dentro non ha ?Egli non può trovarla,
perchè quello che cerca è avido e ingordo.Oh… non realizza che la luce vera
è dentro di lui.
che aspetta solo di essere conosciuta.