Te Deum e le onde gravitazionali

Un inno di ringraziamento per il dono delle onde gravitazionali

image

Grazie, Buon Dio, dello stupendo regalo che hai fatto all’umanità il 16 settembre  2015, donandoci l’elettrizzante emozione dell’ennesima scoperta del magnifico universo che ci hai donato.
Quanta bellezza e quanto fascino!

I nostri sensi si moltiplicano per capire, scrutare, indagare spazio, tempo, matera, che ci circonda e le leggi matematiche, che ci governano. E così realizzare il Tuo comando di “dominare e soggiogare” il creato.
Questo mostruoso evento accadde 1,3 miliardi di anni fa, quando ancora non avevi posto uomo sulla faccia di questa piccola terra, prezioso granellino di sabbia sperduto nell’universo.
Un evento nel lontano passato, di cui oggi noi ci siamo stupiti e abbiamo gioito.
A quanti si chiedono che senso abbia un universo di 20 miliardi di anni, con l’uomo in un posto insignificante di una galassia insignificante, in un tempo insignificante, con una storia così breve che sembra senza senso. Dunque anche questa tua creatura è senza senso?

Ma ciò che è accaduto 1,3 miliardi di anni fa, ecco, in un giorno della nostra storia ci porta stupore, gioia, entusiasmo! Come non vedere che, si, è ancora per noi e in vista di noi che questo giardino stupendo esiste da miliardi di anni. Un giardino così grande affinché noi potessimo scrutarlo e comprenderlo, meditarlo ammirati per la sua grandezza che non può che essere segno della grandezza di Chi lo ha creato.

No, Signore, non è senza senso questa Storia, non è senza senso questo universo, non è senza senso questa creatura fatta a tua immagine, che scruta caparbia e curiosa la grandezza del tutto e la bellezza di ciò che lo circonda.

Che cosa incredibile, Signore, che il linguaggio matematico riesca a prevedere, quando é ben formulato, ciò che accadrà, intuendo l’architettuta del creato, prima che gli esperimenti lo mostrino! E che l’uomo possa elaborarlo!!
Tu che sei Padre del Logos hai donato all’uomo, tua immagine, lo stesso logos per comprendere il mondo. Come non vedere in questo la firma trinitaria dell’amore tuo?

La tua logica, non é la logica dell’essenziale, ma la logica dello spreco: segno della sovrabbondanza del tuo amore!
Hai sovrabbondato con il numero di stelle, di galassie, di atomi , di anni, più e più di quanto fosse necessario per dare vita a questa tua piccola creatura.
Ma questo è proprio un regalo bellissimo.

Un tempo, quando capivamo poco, eravamo stupiti della grandezza del pianeta, dell’altezza dei cieli, dell’ampiezza dei mari, tanto che ti abbiamo immaginato presente proprio sopra i cieli!
Oggi che abbiamo imparato a dominare mari e cieli e andiamo alla ricerca della vita con sonde spaziali in giro per il sistema solare, oggi che osserviamo eventi che tu hai preparato 1,3 miliardi di anni fa, per farci un bellissimo regalo…. oggi possiamo contemplare ancora di più quanto siamo cresciuti e quanto abbiamo da crescere.

I cieli narrano la gloria di Dio,
e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Non è linguaggio e non sono parole,
di cui non si oda il suono.
Per tutta la terra si diffonde la loro voce
e ai confini del mondo la loro parola.
(Sal 18)

Siamo certi, Signore, che proprio come un Padre che ogni tanto porta un dono nuovo ai propri figli, hai ancora in serbo per noi tante e tante sorprese, come non potrebbe essere altrimenti?

Te, Deum, laudamus.
Te Dominum confitemur.

3 pensieri riguardo “Te Deum e le onde gravitazionali”

  1. Caro Fabrizio,
    sei una bella creatura e la tua sensibilità è un canale preferenziale per l’azione dello Spirito.
    Sono felice di averti incrociato e spero di poter proseguire un eterno cammino in tua compagnia .
    Un sorriso Ale

  2. Rispondo a “Noemi” che in privato mi ha fatto alcune obiezioni riguardo la traduzione “Dominare e soggiogare”, Il Logos, il discorso di padri, figli maschi e Trinità sarebbero un discorso relativo a un “tempo storico che è proprio quello che sta morendo”.

    Innanzitto ti ringrazio per il tuo interesse e stimolante uscita e approfitto per risponderle pubblicamente visto che l’aspetto è di più generale interesse.

    Premetto che quel testo fu da me scritto di getto e andando a memoria, di ritorno sul treno durante un guasto che ci aveva obbligato a una sosta forzata. Quindi le citazioni sono molto poco “filtrate” e rielaborate. Prendile quindi per quello che sono.

    Inizialmente anche io avevo le tue stesse perplessitià, ma poi ho fatto esperienza che la Scrittura dipende sempre da quale chiave di lettura si adotta. In questo modo perfino le parole più terribili – che pure sono presenti nella Scrittura – possono avere un senso sempre attuale, nonostante un certo linguaggio e certi concetti appartengono al passato.

    Si, certo possiamo trovare migliori traduzioni (ad esempio a questo link).

    La nuova Diodati sceglie di usare il verbo “signoreggiate”. Tuttavia più avanti, nell’immagine del giardino – Gn 2,15, ad esenpio si legge “perché lo lavorasse e lo custodisse”, che come puoi intuire lascia intendere tutt’altro atteggiamento.
    Come vedi è facile trovare in giro per la Scrittura versetti che dicono un po’ quello che vogliamo o che dicono cose molto diverse da altri. Ed è quindi facile esporsi a letture semplicistiche o riduttive. La ricchezza invece della Sacra Scrittura sta in come la leggiamo. Gesù stesso ci illumina su questo svelandoci il senso delle Scritture:

    ogni scriba [cioè chi si occupa di Sacra Scrittura] che diventa un discepolo del regno
    dei cieli è simile a un padrone di casa il quale tira fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie. (Mt 13, 52)

    Ecco, così è la Sacra Scrittura: anche se è scritta in un linguaggio e concetti culturali desueti
    tira fuori sempre cose nuove, nonostante la natura umana e il messaggio di fondo siano sempre gli stessi (le “cose Vecchie” sono gli insegnamenti immutabili, quella che Marco G. ci ricorda essere presente non solo nella Rivelazione ma anche in molte sapienze millenrie che bene o male ripetono tutte gli stessi concetti). Questo processo avviene con la luce dello Spirito. In questo modo le parole possono essere meno macigni, per usare una tua espressione molto efficacie; nonostante la loro lettera è apparentemente “pesante” possiamo intenderle nella mente e nel cuore in modo più leggero, più liberato, meno angoscioso. E possiamo anche così tenerci distanti da certi fondamentalismi (tanto religiosi, quanto laicisti) perchè come dice San Paolo «La lettera uccide, ma lo Spirito vivifica» (2Cor 3,6).

    Stesso discorso per le altre chiavi di lettura (quella del Logos non l’ho capita molto) anche io mi sono chiesto un tempo ad esempio, “ma perchè Gesù è maschio”? (da qui il “sesso” del Figlio). Senza entrare nel discorso del contesto storico del tempo (che pure sarebbe un buon argomento) la mia riflessione è che non poteva che essere maschio: te la immagini una salvatrice-femmina che si incarna in una donna? Una salvezza tutta al femminile?
    No, non convince. Invece l’incarnazione se ci pensi un attimo non poteva che avvenire così. La Chiesa Cattolica (anche Orientale, non solo Occidentale), difendendo sempre la grandezza di Maria, ha difeso – almeno teologicamente – anche l’immagine della donna; Come è potutto accadere questo se la società era (e certakente lo era) così radicalmetne patriarcale, come si dice? Maria non è solo “un utero” usato perchè umanamente necessario: è molto, molto di più sul piano della “storia”. E’ la prima credente “cristiana”, prima ancora che si incarnasse il Figlio. Proprio l’inno del Te Deum la cui origine è durente il così detto “oscuro medio evo” (su questo anche scrissi un apposito post) recita ad un certo punto “Tu, ad liberandum suscepturus hominem, non horruisti Virginis uterum”, cioè “Tu per liberare l’uomo, non disdegnasti il grembo della Vergine”. L’utero, appunto. Il versetto, se ci pensi un attimo, è provocatorio e straordinariamente moderno; cosà avrà mai a che fare Dio con l’utero di una Donna? Cioè con la carne, con il corpo insomma. Niente, si potrebbe pensare, è Dio! E invece no. E per dire che il discorso pur provocatorio, non si ferma certo al discorso dell’utero (quindi della donna intesa solo come allevatrice di figli) si pensi per esempio all’inno orientale Αγνή Παρθέν; gli esempi potrebbero essere tanti.

    Ti sei mai chiesta come è possibile che una società patriarcale come gli ebrei del V sec. a.C. abbiano “prodotto” un testo come quello di Genesi 2, 27 che dice chiaramente:

    Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.

    e qui è chiarissimo che si sta dicendo che essi sono – insiseme – immagine di Dio. La parola “uomo” in ebraico si potrebbe li tradurre come qualcosa tipo “il terroso” (tratto dalla-terra) a intendere che non si riferisce al sesso, ma all’essere vivente caduco, materiale.

    Il fatto che poi Dio si rivela come “Padre” non significa che “sia” maschio (per inciso ci sono molti attributi femminili di Dio nella scrittura), ma se ha scelto di rivelrsi cosi è perchè ha usato un linguaggio il più possibile vicino a quello umano al momento e nel luogo della rivelazione; essendo questa avvenuta in un contesto storico-culturale ben preciso, è necessario sempre tenere presente questi parametri. Se sappiamo purificare il senso delle Scritture da tutto questo potremo anche tirarne fuori il verso senso, “le cose nuove”, come dice Gesù.

    Potrei continuare molto con argomenti di questi tipo, perchè erano esattamente le medesime perplessitià che avevo io un tempo. Poi negli anni, approfondendo, ho avuto modo di gustare davvero il senso delle Scritture nella meditazione e nella preghiera con il dono della fede, e si sono aperti gli spazi prima angusti e sterili.
    Oggi mi trovo in DP per altre ragioni, che non hanno molto a che vedere con la fede in senso stretto.

    Una curiosità: la parola ebraica per “Spirito” è Ruah, che è una parola femminile. Non creava assolutamente scandalo neanche gli ebrei, visto che si parla anche nell’AT dello “Spirito di Dio”. Quando però i primi cristiani (che all’inizio erano una setta ebraica) iniziarono a parlare di Trinità, quindi di Spirito Santo come riferito a Dio stesso, l’accusa era che i cristiani volevano “femminilizzare” Dio, il che era scandaloso per i Giudei.

    Come vedi la storia è molto meno lineare di quanto una certa vulgata culturale ci fa credere fin dai tempi della scuola. La realtà è sempre molto più complessa, almeno questa è l’esperienza che io ho fatto.

    Infine hai citato, a ragione, la Laudato sii di Papa Francesco: tutta la seconda parte “II. LA SAPIENZA DEI RACCONTI BIBLICI”, paragrafi 65-75, e in particolare 67 e 68, sono una ricchissima bibliografica biblica dei passaggi letti nella chiave corretta, da te peraltro suggerita.

    Ma Papa Francesco non è stato il primo: già Giovanni Paolo II (nella Centesimus Annus) e Benedetto XVI soprattutto nella Caritas in Veritate hanno affrontato con parole molto chiare il problema ecologico con parole che vanno nella medesima direzione. Se vuoi approfondire puoi leggere questa sintesi.

    Ho affrontato in passato in questo blog temi simili riguardanti l’interpretazione delle Scritture, te li segnalo qualora potessero interessarti:

  3. Cacciatore di bufale accecato da una mitra
  4. S.Paolo e il femminismo
  5. Nell’augurarti di poterti vedere ancora di passaggio in queste pagine pellegrine, ti ringrazio per l’occasione che mi hai dato di poter approfondire.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *