Crocefissi per le allodole (5): Lettera al ministro Fioramonti

Siamo al quinto post su questo argomento. Quattro volte in passato (1) , (2) ,  (3) , (4)  ho scritto su l'argomento "crocefissi nelle scuole". Il primo risale a  ben 10 anni fa. Mi rivolgo ai miei quattro amici lettori con la forma della lettera rivolta al Ministro per l'Istruzione Fioramonti riguardo la sua recente uscita su l'argomento che mostra le vere carte che ci sono dietro. 

Signor Ministro,

A pochi giorni dal suo insediamento alla carica da lei ricoperta ha preferito, nonostante i tanti temi aperti sulla scuola esordire con queste parole, ben cosciente di (ri)provocare un dibattito vecchio, per certi versi logoro nei contenuti: tutte le possibili posizioni sono state espresse più e più volte, fiumi di inchiostro versati, nessuna novità all’orizzonte, e molto probabilmente ben sapendo che non porterà da nessuna parte.

Lei ha detto:

“Io credo in una scuola laica, ritengo che le scuole debbano essere laiche e permettere a tutte le culture di esprimersi. Non esporrei un simbolo in particolare, ed eviterei l’accozzaglia, altrimenti diventa un mercato. La foto di Mattarella nelle aule? No, neanche il presidente la vorrebbe. Meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione”.

(fonte)

Premetto che non ricordo a scuola di aver mai visto crocefissi in aula ne foto del Presidente della Repubblica (se non nella stanza del Preside).

Ma ci sono in realtà elementi di novità importanti che vedo poco dibattuti in giro rispetto al passato: non è il più il crocefisso il suo vero cruccio. Esso è semmai un pretesto, una distrazione mediatica. Come lo era le altre volte d’altra parte: distrazioni per le allodole appunto. No, qui il vero obietto è tutt’altro. E questa volta è svelato in tutta la sua drammaticità dalle sue stesse parole.

Come diceva, in verità, un certo uomo, le parole che escono dalla bocca vengono dal cuore, cioè se analizzate con attenzione rivelano le proprie vere e profonde intenzioni.

A parte l’arroganza di auto-investirsi addirittura come esegeta e interprete della volontà del Presidente della Repubblica Mattarella, il quale evidentemente non interverrà nella becera discussione, neanche per smentirla, sia per via del suo alto ruolo istituzionale, sia immagino per sua personale inclinazione. E lei, ben sapendo questo, usa il Presidente come rinforzo esterno per le sue idee, confessando così di presentare – in coscienza – un pensiero appunto molto debole.

E’ lei stesso ad ammetterlo: lei non ce ha con il crocefisso, no no, ma ce l’ha con i simboli in quanto tali. Quelli, si, sono il suo vero problema. Mi aspetterei di vedere ora in giro – ma non ne vedo – i difensori della laicità rivoltarsi e accusarla di confondere nichilismo con la laicità. Mi dica quando mai laicità ha significato assenza di simboli?

Io che mi ritengo invece un difensore della laicità (e proprio per questo non sostengo il crocefisso nelle scuole “per legge”) credo proprio che lei lo confonda, proprio il principio di laicità.

Già vedo che lei sta per replicare che in realtà lei invece ha affermato che volentieri apporrebbe “qualche rimando alla costituzione“.

C’è però una grossa differenza fra il Crocefisso o la foto del Presidente e un “qualche rimando alla costituzione“: i primi sono veri simboli, rimandano cioè a qualcosa d’altro, più profondo. Entrambi questi simboli rimandano a qualcuno, a qualcosa incarnato in una persona. E’ proprio questa incarnazione, laica o religiosa che sia che proprio lei non sopporta. Si chieda: perchè? E’ per lei così inammissibile che sia un qualcuno, una qualche persona, a incarnare, a rappresentare qualcosa, qualsiasi cosa: certi valori, o la nazione. Allora diventa per lei insopportabile non solo il Cristo sulla croce, ma anche un Presidente della Repubblica . Che però proprio la Costituzione definisce “il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale” (art. 87).

Lei gradirebbe altro: una bella cartina scolastica; sul mondo magari. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che lei non sopporta una scuola che educhi (e questo – da sempre – lo si fa anche e proprio attraverso i simboli) vuole solo una scuola che insegni, che dia competenze, meglio se solo tecniche o scientifiche, quelle che servono nel mondo del lavoro. A produrre PIL, non certo a formare coscienze.

Credo che un Cristo o un Presidente, anche se controversi e divisivi assolvono di più a un ruolo educativo (anche se non condiviso) proprio perchè obbligano almeno a interrogarsi sul significato di quel simbolo – e magari anche a rifiutarne proprio i valori. E forse questo è meglio del suo nulla.

In sostanza lei teme una scuola educatrice e trasmettitrice di valori in favore di una scuola che dia solo mera conoscenza, che deve essere slegata da ogni profondità di senso: perchè ovviamente, da buon nichilista quale lei è, professa come buona e giusta la fede del nulla. Cosa già ampiamente entrata nel linguaggio scolastico con la retorica delle “competenze” da diversi anni; lei evidentemente intende portare a termine anche sul piano dei simboli il programma già iniziato dai suoi predecessori.

Ora mi dica un po’, quale “rimando alla Costituzione” lei metterebbe nelle aule scolastiche? Perché, vede, è proprio questo il punto.

L’articolo 1. O il 2? O il 7? O l’articolo 34 che parla proprio di Istruzione ed è in gran parte inapplicato in Italia? O a XII disposizione transitoria e finale sul partito fascista?

Perché, vede, qualunque rimando si decida di proporre non è mai neutro. E qualunque sarà proposto sarà altrettanto discutibile proprio perchè ne sceglierà uno e ne escluderà altri. Insomma una scelta. Sono certo che il suo amore per il nichilismo non le darà mai il coraggio di proporre uno solo di questi rimandi. Con tutto il rispetto credo che questo atteggiamento sia davvero poco serio.

Ma c’è un altro aspetto che sottende alla sua mentalità nichilista decidendo di fare una crociata ideologica al simbolo:

L’idea è che richiamare un testo (fosse anche la Costituzione) sia migliore che rimandare a un simbolo incarnato, rappresentato da una persona. Ma è proprio sicuro che sia migliore? In base a quali presupposti? Questi presupposti sono davvero neutri, come si vuole far credere? O non esprimono forse un modo particolare di vedere le cose? A quali poteri lei vuole assoggettare, negando il simbolo?

Chissà se fra 10 anni quando intanto le scuole saranno ancora più disastrate di adesso si continuerà a parlare di queste interessantissimi e profonde tematiche.

Nel frattempo l’opera di distruzione della scuola continua….(*)

Grazie, Signor Ministro.

(*) PS: e mi riferisco anche al fatto che alla scuola elementare dei miei figli manca completamente il parcheggio e si deve assistere ogni mattina a gente isterica imbottigliata in stradine residenziali il tutto per colpa di chi anni fa ha progettato e approvato una bella scuola imbottigliata in stradine a senso unico, in zona residenziale, e senza pensare come avrebbe mai fatto la gente a portare i propri figli in quel posto.

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