Crocefissi per le allodole 4 (Lenin)

Lenin Raghuvanshi

Il crocifisso nelle aule scolastiche italiane non è una tradizione che va contro i valori della laicità […] le visioni etiche che sono alla base di una cultura non possono essere separate da quella cultura senza distruggerla. I diritti umani e la democrazia non esistono in un vuoto, in uno spazio valoriale neutro. Negare l’identità, la cultura e la storia di una società è una violazione della laicità e dei diritti umani. [1]

Chi avrà detto queste parole? Forse il solito Bagnasco strombazzato dai giornali? Il solito prelatino curiale intervistato in Vaticano da soliti giornalisti di corte? Il solito politico ruffiano della Chiesa, che ben capisce quanto questa sia serbatoio di voti?

Sono mortificato per i soliti laicisti di maniera radical chic: ma l’autore di queste parole è Lenin Raghuvanshi (nella foto), attivista dei diritti umani, insignito del “Human Rights Prize 2010” [2] nonchè ateo, comunista, marxista (evidentemente lo erano anche i suoi familiari, visto che il nome che porta è tutto un programma). Abbiamo già parlato di lui in un precedente post [3]. L’unica differenza è che indiano: quindi non è influenzato dalla solite diatribe “Stato-Chiesta” di europea matrice ne malato di laïcité alla francese; così, lontano da queste controversie, è in grado di vedere la realtà con occhi un po più liberi da schemi nostrani.

Bandiera Finlandese

La cittadina italiana, signora Soile Lautsi, di origini finlandesi che denunciò lo Stato Italiano, dando inizio alla vicenda, insieme ai laicisti che la sostengono, dovrebbero spiegarci come mai non hanno intentato analoga causa proprio verso la Finlandia, vista la presenza di analoga croce latina che compare beata e tranquilla nella bandiera di quel paese; anzi: abbiamo croci latine in tutte le bandiere baltiche, nonché Regno Unito e Inghilterra; croce di S. Andrea per la Scozia. Esse svettano indisturbate davanti la “Corte europea dei diritti dell’uomo” di Strasburgo [4], che ha emanato la controversa sentenza. Il motivo di questa misteriosa dicotomia, evidentemente, è che in Finlandia non è presente una strana e scomoda enclave chiamata “Città del Vaticano”: infatti in quei paesi baltici e nordici, a maggioranza protestante, non c’è nessuna istituzione ecclesiale scomoda da attaccare. Alla Turchia questi raffinati intellettuali chiederanno forse di togliere la mezzaluna islamica dalla sua bandiera se vuole entrare in Europa? Ovviamente no. E che dire di Israele? Ok, non fa parte dell’Europa: ma, sempre nella bandiera, ha la stella di Davide! I cittadini israeliani di fede cristiana o mussulmana possono forse ragionevolmente pretendere di rimuoverla? Curioso che proprio un professore ebreo, Joseph Weiler, professore di Diritto presso la New York University School of Law, abbia difeso il crocefisso presso la corte di Strasburgo [5]: egli però è soprattutto americano, quindi ancora una volta, lontano da certi schemi nostrani, con vedute un po’ più ampie. Ma cosa accadrebbe davvero se cominciassimo a cancellare la croce da ogni ambito pubblico in Italia se non cancellare un indentità, una realtà, una storia? Una parete resa vuota in questo modo non è muta: dice che lo Stato vuole il nulla, il niente: che promuove l’ateismo.

Non sono un fanatico del crocefisso. Se non ci fosse una legge del genere, non la vorrei certo introdurre: anzi mi opporrei ad una sua eventuale introduzione. Ma cancellarla in questo modo, a colpi di sentenze o con sotterfugi giuridici senza passare prima per il Parlamento, non ha lo stesso valore politico che non volerla introdurre. Il tutto poi sarebbe “fatto” a colpi di sentenze, evitando ogni consultazione democratica o dibattito pubblico e politico: questa battaglia per eliminare il crocefisso mi sembra altrettanto ideologica di chi vorrebbe introdurlo per legge se non fosse previsto; per chi capisce un linguaggio matematico oserei dire che non conta qui solo valore assoluto della funzione, ma conta anche la sua derivata: non il risultato, non tanto lo “stato finale” ma soprattutto le motivazioni addotte per arrivarci: chi ha messo su questa ben orchestrata vicenda, in realtà vuole togliere di mezzo il diritto dei cristiani ad essere presenti come tali nello spazio pubblico. Questo è il punto. Non mi interessa il crocefisso nelle scuole: riconosco che quella legge ha una sua “attualità” oggi discutibile: ma dico no perché intendo smascherare certe ipocrisie, basate solo su impostazioni ideologiche, e per questo pericolose per la libertà di tutti.

Precedenti post su questo argomento:

PS: sarà interessante ricordare che Marx non teorizzava la persecuzione religiosa: anzi. Pensava invece che le credenze religiose sarebbero morte da sole con l’avvento del progresso e del socialismo, come le superstizioni. Furono invece il leninismo e soprattutto lo stalinismo a perseguitare la fede. Un conto era il pensiero di Marx, un conto il Marxismo. In ogni caso hanno fallito entrambe perché oggi, l’ Homo Tecnologicus, che sa dare molte risposte sul “come?”, continua a porsi le stesse domande di sempre: “perchè?”, cui solo la fede può dare quelle risposte. Risposte di senso.

[1] Notizia Asianews.it

[2] Weimar: City Council gives Human Rights Prize 2010 to Dr. Lenin Raghuvanshi of India, da frontlinedefenders.org

[3] post del 2008-01-14 Aborto, Ferrara e Lenin

[4] Sarà bene ricordare che la “Corte europea dei diritti dell’uomo” che ha sede a Strasburgo non ha nulla a che fare con l’ Unione Europea che pure ha il suo Parlameto nella stessa città francese. Le sue decisioni non hanno alcun carattere vincolante per gli Stati.

[5] Professore ebreo difende il crocifisso davanti alla Corte di Strasburgo (notizia Zenit.org)

2 pensieri riguardo “Crocefissi per le allodole 4 (Lenin)”

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