Crocefissi per le allodole 3 (retroscena)

Un retroscena nuovo e singolare, per proseguire sui precedenti post “Crocefissi per le allodole” e “Crocefissi per le allodole 2 (errata)“.

Ieri parlando con una professoressa, storica, di cui non voglio fare il nome, mi dice di avere colleghi che hanno avuto accesso all’ archivio Vaticano a verbali e agli atti preliminari della trattativa sul Concordato, fra Governo Italiano e Santa Sede, e mi ha raccontato cose interessanti.

In tali atti risulterebbe che papa Pio XI in persona intervenne per sciogliere un nodo che si era creato nelle trattative all’interno delle rispettive delegazioni diplomatiche: rinunziò definitivamente a Villa Doria Pamphilj di Roma, che evidentemente era oggetto di trattativa, in cambio della presenza del crocefisso nei luoghi pubblici e l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, anche se questo non venne scritto poi nel testo del Concordato. Alla faccia di chi dice che la Chiesa guarda solo al denaro e all’oro.

Quelle trattative durarono sei anni: infatti la legge sul crocefisso è del ’24 e il Concordato è del ’29. Quindi anche se in nessun trattato o aggiornamento concordatario è presente alcun riferimento al crocefisso nei luoghi pubblici, e quindi formalmente è libero da questi vincoli ed è in toto affare dello Stato, sarebbe comunque vero che la legge è storicamente legata a quegli eventi.

Non ci sono pubblicazioni o libri che possano confermare quanto detto: qualcuno dovrebbe andare a verificare negli archivi Vaticani. Mi spiace deludere i miei cinque lettori e dire che non ho modo, ne tempo, ne voglia di farlo; che prendano la notizia così com’è.

9 pensieri riguardo “Crocefissi per le allodole 3 (retroscena)”

  1. Secondo me il fatto che la Santa Sede abbia rinunciato alla villa non smentisce l'affermazione che la Santa Sede "guarda solo al denaro e all'oro". Anzi, secondo me la rafforza: mi chiedo infatti quale possa essere il valore economico per la Santa Sede di avere il crocefisso affisso nei luoghi pubblici… e mi viene in mente l'8 per mille…

    E poi, l'affermazione negare che "guarda solo al denaro e all'oro" mi pare proprio un'affermazione miope, di chi non vuole proprio vedere i fatti oggettivi. A tal proposito consiglio una vignetta di Stefano Disegni:

    http://antefatto.ilcannocchiale.it/mediamanager/sys.user/159442/Striscie/Disegni_081109.jpg

  2. Fammi capire: se è vero quello che dici allora la decisione opposta avrebbe indebolito la tesi. Quindi se Pio XI avesse scelto villa Pamphilj invece del Crocefisso nelle scuole tutti dovrebbero oggi applaudire al grande impegno evangelico del pontefice. O forse fuoi farmi credere che oggi non si polemizzerebbe che "ha preferito una lussuosa villa invece che diffondere e difendere Cristo secondo gli strumenti e le possibilità del suo tempo"?

    Questo genere di pensiero è governato solo dalla malizia, cioè dal pregiudizio: qualunque scelta viene presa, verrà certamente trovato il pretesto per criticarla. Su questo livello non intendo confrontarmi, perché non esiste alcuna possibilità di confronto serio. Per me è un schema contrario al buon senso, alla ragione, alla scienza, al pensiero onesto. Contrario al senso stesso di Verità o di ricerca di essa. Conosci la storiella dell'Asinello?

    Sulla vignetta: non ho tempo di leggerla tutta, è lunga e ha una grafica così pesante da seguire! Ma vedendola velocemente mi pare di capire che non fa altro che riprendere i soliti stereotipi e pregiudizi massmediatidici mediocri e di basso profilo, che girano sul Papa. Mi impegno comunque a (ri)vedere la vignetta con attenzione, eventualmente ricredermi e di fare del mio meglio di trovarci cose buone e positive. Ma prima una domanda seria: devo davvero spendere tempo a prendere quella vignetta sul serio? Se la risposta è si, giuro che lo faccio davvero.

    Intanto propongo di leggere la pagina di Wikipedia del cantante Punk Giovanni Lindo Ferretti, della sua storia personale e di cosa ne pensa del Papa: lo cito perché anche a me è capito qualcosa di molto simile quando questo Papa venne eletto, ma a me è bastata internet.

    PS: nei commenti del blog è possibile usare il tag HTML < a href ="" > per i link.

  3. Sei sulla strada sbagliata.

    Tu hai fatto un'affermazione precisa: "la cessione di Villa Pamphili denota X", dove X = "la Santa Sede non guarda SOLO al denaro e all'oro", intendendo dire che nel caso specifico di Villa Pamphili la Santa Sede non ha ricevuto alcun vantaggio economico.

    Io ti ho risposto che invece, secondo me, denota ANCHE un calcolo economico e, semplicemente, ti invitavo a fare una riflessione sul valore economico di avere il crocifisso esposto nei luoghi pubblici.

    Se l'affermazione fosse stata, "la cessione di Villa Pamphili denota X", dove X = "l'impegno evangelico di Pio XI", sarei stato d'accordo.

    Riguardo alla vignetta: se l'hai letta solo velocemente, non puoi dire che "riprende i soliti stereotipi".

    A parte l'ironia su Ratzinger, su cui possiamo discutere e che comunque ti invito ad ignorare, elenca, in modo spiritoso, leggero e più degeribile, i benefici fiscali di cui gode la Santa Sede nelle attività che svolge in Italia.

    Quindi si, ti invito a leggerla.

  4. Ma io volevo dire esattamente che "la cessione di Villa Pamphili denota l'impegno evangelico di Pio XI". Quindi siamo d'accordo. Perchè non si capisce? Boh… vabbè non voglio mettermi a fare l'esegesi interpretativa di quello che ho scritto.

    Riguardo il valoce economico del crocefisso: allora anche la messa, la costruzione di un convento, o la dedicazione di una piazza a un Santo, possono essere interpretate allo stesso modo. Il fatto che abbia o non abbia risvolti di questo tipo non è nell'ottica della Chiesa: insinuare che il crocefisso venga chiesto in quanto valore economico, lo trovo davvero molto povero: certe scelte possono avere valori incrementativi o decrementativi di certe grandezze sociali (anche i soldi) ma non vedo cosa c'entra con il valore simbolico di cui l'oggetto è carico. Sarebbe come dire che vendere rosari non è una cosa buona perchè da guadagni a chi li fabbrica: insomma! diamoci una regolata.

    Ho letto iersera con molta attenzione la vignetta: è vero che le vignette spesso riprendono stereotipi, ma non per questo non sono serie: trasmettono messaggi molto precisi e sono fondate su presupposti: i presupposti ideali-ideologici di chi la disegna: In un apposito foglio di calcolo ho analizzato i temi per ogni singola tavola e fatto un riassunto su tutti i temi primari e secondari che emergono dalla tavola stessa. Mi pare che il tema cui tu ti riferisci sia il numero 3. Ma io ne ho individuati 9: sono pronto a discutere su tutti. Prima però di iniziare il confronto, vorrei essere d'accodo su questi punti. Aspetto conferme.

  5. … non posso non aggiungere che proprio il vangelo di oggi riguarda il celeberrimo episodio sinottico-giovanneo della "cacciata dei mercanti dal tempio", secondo Luca:

    (Lc 19,45-48)
    Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori,
    dicendo: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!». Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo;
    ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole.

    Si tratta di uno degli eposodi più citati quando si parla Chiesa&Soldi, ma proprio per questo è uno dei passi più abusati, e per questo meno compresi.

  6. Mmmhh… a parte gli altri significati, si, mi riferisco alle 3.

    Rispetto al resto, non voglio generalizzare. Il mio scopo era rivolgermi specificatamente sull'episodio di Villa Pamphili, in cui c'è stato un "do ut des".

    E poi non ho capito: secondo te, l'evangelizzazione è stato IL SOLO scopo di Pio XI?

    Se si, allora NON siamo d'accordo.

  7. 1. ok allora discuteremo solo il punto 3: dammi un po' di tempo. Ti pongo delle domande: ci sono dei punti fra quei 10 che ritieni "esagerati" o "infondati" nello spirito trasmesso dalla tavola vignettistica? Se si quali? Ce ne sono altri che ritieni invece fondati? Se si, quali?

    2. Bene. Ma attenzione: un distorto concetto di "caritas cristiana" intesa giustamente come amore e dono gratuito porta però spesso a pensare che il "do ut des" sia antievangelico per definizione: ma non è affatto così; e la chiesa risponde in ultimo solo al Vangelo.

    3. Non saprei: Pio XI aveva certo molti grattacapi; dipende da cosa intendiamo con evangelizzazione: molte cose possono essere incluse in questa categoria. Penso che abbia fatto bene a lasciare villa Pamphilj in cambio di qualsiasi cosa che avesse avuto un minino di sapore culturale o spirituale per la nazione, visto che la trattavia era con lo Stato che rappresentava (ahimè molto indegnamente) in quel contesto la nazione italiana .

  8. Nota a margine e curiosa: "do ut des" è spesso tradotta cone "io do a te e tu dai a me". In realtà la traduzione latina originaria, prima di diventare espressione giuridica, non era così neutra e mercantilistica come inteso oggi; ma era: "io ti do affinchè (anche tu) sia spinto a dare" che ha un senso molto più "cristiano", anche se Cristo doveva ancora venire: anche i pagani non erano mica aridi come spesso crediamo!

    si veda la voce su wikipeda

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