Come la Lega difende lo status quo in Europa dicendo di volerla cambiare

Ho ascoltato questa intervista di Marco Zanni, europarlamentare della Lega (ex M5S) e ho preso appunti. Sarebbero molte e lunghe le mie osservazioni critiche, ma mi soffermo per sintesi solo su due passaggi.

Le «radici giudaico-cristiane»

La questione annosa dell’identità Europea e la questione delle così dette “radici cristiane”: Zanni dice che va riconosciuta “l’Identità e le radici giudaico-cristiane” (dal 1’15” in poi) che non sarebbero state valorizzate in passato. A mio avviso è una questione mal presentata, e quindi la risposta anche è problematica. Se si fa la battaglia ideologica di voler riconoscere tale identità in senso difensivo ed esclusivo (come mi pare faccia la Lega e non solo), è un tema completamente fuori dal tempo e perciò anche fuori dal futuro dell’Europa. Tuttavia anche la loro esclusione risulta antistorica ed ideologica: il riconoscimento di una vera identità Europea ha senso solo se affiancata dagli altri tre pilastri dimostrati dalla storia (ricordo gli appunti a suo tempo inviati dal caro Paolo Ponzano): praticamente tutti gli storici concordano mi pare nel ritenere che essi siano: (1) pilastro greco-romano (2) pilastro giudaico-cristiano (3) pilastro dell’umanesimo (4) pilastro dell’ illuminismo. Non è possibile escludere nessuno di questi senza fare una qualche scelta forzatamente ideologica e quindi errata: è ideologico quindi rivendicare il (2) senza gli altri (come sembra fare Zanni) ma anche rivendicare gli altri tre volendo escludere il (2) (laicismo radicale antireligioso). Giusto quindi rivendicare il (2), ma solo se insieme agli altri tre.

Ho parlato approfonditamente di questo argomento in un vecchio post di dieci anni fa.

PS: ho usato il termine “pilastri” invece di “radici” perchè ritengo sia una immagine più positiva, che sottolinea il “sostenere” piuttosto che il “rimanere aggrappato a…” come fanno appunto le radici. La radice è una immagine purtroppo ambigua: da un lato ha il significato positivo del “nutrirsi” essere cioè la fonte del nutrimento dell’albero; dall’altra però evoca immobilismo, stare fermi senza muoversi e senza abbeverarsi ad altre fonti. Nella stessa Bibbia il termine è usato sia in senso negativo che positivo: perchè si può essere “radicati” tanto nel bene quanto nel male; il Cristo la usa raramente e nelle sue tante immagini a sfondo agricolo, predilige parole come “frutti”, “tralci e viti”,  “fondamenta” (più simile ai pilastri appunto). Lui stesso era molto critico verso le autorità religiose gelose di certe “radici”, in realtà discutibili.

Esiste l’interesse europeo? O può essere anche creato nell’interesse di tutti?

Il secondo argomento riguarda il tema dell’ interesse europeo: prima Zanni afferma che in tema di politica estera (dal minuto 6’39” ) dice che non è possibile ipotizzare una difesa europea perchè i paesi hanno interessi diversi (riferimento per esempio alla politica nel mediterraneo vedi il disastro della Libia) poi più avanti afferma: «E’ chiaro che Trump fa gli interessi degli Stati Uniti come noi dovremmo fare gli interessi dei nostri paesi» (da 15’05” in poi) e anche se non dice interesse dell’Europa, implicitamente ammette che c’è un interesse europeo. Qui però si vede la miopia politica: come può esserci un interesse solo economico senza anche un interesse geopolitico e quindi di difesa e sicurezza? Su questo punto dobbiamo completamente ribaltare la frittata: prendiamo ad esempio i padri fondatori dell’Europa: Esisteva forse un «interesse europeo» quando fu fondata la CECA? E l’Euratom? No… c’era invece una volontà strategica (=”che guarda al futuro”) che voleva evitare altri disastri ai figli e ai nipoti di allora: cioè noi. Ci sono riusciti, visto che siamo qui a raccontarcelo. L’interesse europeo si è venuto a creare dopo che si è creato l’organismo politico sovranazionale, non prima. Esso non è nato da un interesse incombente e pragmatico del momento, ma da una visione di ampio respiro sul futuro, sulla pace , su temi non strettamente economici o mercantilistici, come invece oggi si va per la maggiore nel discorso europeo, diciamo da dopo Maastricht in poi. Il motivo del disastro sulla Libia, della non volontà politica estera davvero unificata deriva da una mancanza di visione delle nostre leadership come invece avevano i padri Fondatori. Insomma: quale Europa riformata promette la Lega se continua su visioni puramente mercantilistiche e di convenienza del momento? E poi la convenienza del momento coincide con la convenienza delle future generazioni? I politici di oggi guardano al massimo a prospettive di 5-6 anni al massimo 10. I padri fondatori guardavano ai decenni, se non i secoli.

Ho più volte affermato che La Lega è conservatrice in Europa e difende cioè lo status quo: dice di voler cambiare l’Europa ma non dice come; facendo un adeguato fact-checking delle loro interviste si può facilmente dimostrare che in realtà difendono una Europa solo attenta gli interessi del mercato interno e basta. Solo mercantilista insomma. La stessa che criticano a gran voce. Prima c’era il loro grido di “Roma ladrona”, ora la colpa è dell’Europa: serve sempre un qualche nemico a chi vende fumo, a chi si alimenta di tante frustrazioni non soddisfatte, producendo solo io egoico; saggiamente ce lo illustra una simpatica poesia dialettale di Trilussa:

ER NEMMICO

Un Cane Lupo, ch’era stato messo
de guardia a li cancelli d’una villa,
tutta la notte stava a fa’ bubbù.

Perfino se la strada era tranquilla
e nun passava un’anima: lo stesso!
nu’ la finiva più!

Una Cagnola d’un villino accosto
je chiese: — Ma perché sveji la gente
e dài l’allarme quanno nun c’è gnente? —
Dice: — Lo faccio pe’ nun perde er posto.

Der resto, cara mia,
spesso er nemmico è l’ombra che se crea
pe’ conservà un’idea:
nun c’è mica bisogno che ce sia.

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