Così la Regione Lazio vessa i donatori di sangue e i malati

Oggi sono andato a donare il sangue all’ospedale XYZ di Roma per un’amica di famiglia.

Durante il colloquio emerge che non posso donare perché ho fatto un viaggio in Brasile e Paraguay nel luglio scorso. Sapevo di questa cosa a causa del fatto che trattasi di paesi a rischio malaria e denge. Chiedo al medico “ma come? Sapevo che passati sei mesi dal viaggio era possibile donare di nuovo…ho perfino telefonato a un centro trasfusionale e mi hanno confermato i 6 mesi”,  Il dottore, sconfortato da tanti casi come me, con pazienza mi spiega:

“Si, era così fino a qualche mese fa” e mi fa vedere il testo della nuova legge regionale che dice espressamente che il termine é di 12 mesi in assenza di prove diagnostiche presso il centro trasfusionale, oppure 6 mesi se il centro ha i macchinari diagnostici. Naturalmente quell’ospedale non ha macchinari per l’esame di questo tipo. “Posso andare in un altro ospedale?”, chiedo. Mi viene spiegato che neanche all’ospedale Sandro Pertini ne in altri centri trasfusionali della città (e forse della regione?) sono attrezzati per questo. 

Altra cosa che mi spiega lo sconfortato medico é che non tutti sono informati su questa nuova legge e continuano a dire dei sei mesi invece che dodici.

Il saldo di questa esperienza é sconfortante:

  1. La regione Lazio ha legiferato recentemente sulle norme di donazione del sangue restringendo i requisiti sull’attesa per chi torna da paesi a rischio. Presumibilmente lo avrà fatto perché ha fatto una rivalutazione dei rischi per chi dona in una finestra temporale di 6 mesi.
  2. Nonostante l’aggiornamento legislativo non tutto il personale sanitario in forza ai centri trasfusionali é stato adeguatamente formato, insomma messo al corrente della nuova legge, né sono state date procedure in tal senso. La conseguenza é che i centri che accettano finestre temporali di 6 mesi si espongono all’illegalità, possono compromettere la salute dei pazienti, con anche conseguenti responsabilità civili e penali per la delicatezza e da sicurezza sanitaria legata alla donazione del sangue.
  3. Infine non sono state avviate per tempo le procedure per dotare i centri trasfusionali di macchinari adeguati per le analisi su pattern malarici al fine di escludere il rischi legati ai donatori in questa categoria.
  4. Non si incentiva certo in questo modo la donazione di sangue. Molti donatori come me che nell’estate sono stati in certi paesi non possono donare sangue, quando si sa bene che nel Lazio c’è un cronico bisogno di sangue e in questo modo si abbassa il numero di donatori già sofferente e quindi si diminuisce la disponibilità di sangue per i malati.

    Direi di non avere altro da aggiungere.

    Vota così

    Generalmente non scrivo o invio messaggi di questo tipo, ma ogni eccezione ha le sue ragioni.
    Già da molti mesi ho deciso di votare si al referendum costituzionale. Non che la riforma in se mi entusiasmi particolarmente, ma penso che va grosso modo nella direzione giusta e che se qualche difetto pure c’è, sarà possibile correggerla in seguito: infatti questa riforma tenta di correggere certi aspetti della precedente riforma del 2001, per quanto riguarda il conflitto di competenze stato-regioni. Gli aspetti positivi fondamentali ci sono. 

    Non é vero che il Senato sarà come abolito; in molti paesi in Europa la camera alta è ancora meno importante: ad esempio nella Camera dei Lord in Gran Bretagna siedono ben 800 membri aristocratici e con nomine a vita fatte dai partiti, senza il voto dei cittadini. In altri paesi il Senato ha funzioni poco più che simboliche. 

    Bloccare la riforma avrebbe il significato di fermare un processo faticoso, di cui si parla da decenni in Italia, e dare man forte a chi non vuole cambiare nulla.
    Non ho simpatie verso Renzi o questo governo e non condivido affatto la personalizzazione che Renzi ha deciso di portare avanti su questo. Ma ho assistito attónito nei mesi successivi al montare delle “ragioni del no” per motivi del tutto estranei alla Costituzione: mediaticamente si sono fatte tante polemiche sterili e strumentali sovrapponendo cose che c’entrano nulla o poco: legge elettorale, dissenso al governo, diatribe interne al Pd… , ricatti del centrodestra…Brexit, Europa, Trump… di tutto….

    Penso che se il governo fosse schierato per il no, sarebbe montato il si….. 

    Ciò che più mi indispone è che molti parlamentari siano schierati per il no, cavalcando così il dissenso popolare per opportunità politiche. Ma sono gli stessi parlamentari che pure hanno votato si alla legge in aula per ben due volte! C’é qualcosa che non va…. questo voltafaccia è ipocrita e insopportabile perché c’è dietro puro calcolo politico e non vere convinzioni sul bene della legge in se.

    Se vince il “no” ci teniamo 1000 parlamentari e due camere che rimpallano le leggi all’infinito e sarà così per molti decenni a venire, perché sarà difficile rimettere mano a queste cose dopo una vittoria del “no”.

    Nonostante molti esperti (non sempre in modo imparziale) si siano espressi sia a favore che contro, la verità é che nessuno può dire che una riforma sia perfetta o che non abbia difetti perché, se ci sono, si potranno capire solo in seguitoLe riforme sono un processo da consolidare e verificare nel tempo, per questo il “no” potrebbe fermare o ritardare di molto questo processo.

    Le varie ragioni del “no” non le ritengo ne sbagliate ne insensate. Ma Per tutte queste ragioni io voterò  “si”. 

    Fallo anche tu.

    © 2016 Fabrizio Sebastiani. Puoi condividere questo messaggio solo se integro e mantendo questa nota di copyright e il riferimento al link originale: https://goo.gl/wCrz7j

    Il governo mondiale

    In questi giorni si parla della controversa Conferenza Bilderberg. Ho trovato questa citazione:

    Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati.

    [David Rockefeller, 1954
    banchiere statunitense, fra gli iniziali promotori delle Conferenze Bilderberg]

    L’erosione democratica che questo comporta si commenta da se e, a 60 anni di distanza, iniziando a toccarne con mano la realtà, non possiamo più dire che si tratta di vaghe teorie del complotto, tipo Savi di Sion, o stupidaggini simili. Con la più pragmatica adesione al reale, dobbiamo invece ammettere che Rockefeller fu un buon architetto-profeta.

    Peccato “relativo” ?

    Risposta secca: no.

    Se mai mal compreso cosa esso sia davvero.

    Abbiamo talmente diluito il nostro contatto con il sacro che le parole hanno perso i veri significati.  Qui sotto qualche passaggio del CCC (catechismo) che zippa il sapere ed espone il
    il Weltanschauung cattolico (point-of-view). Il grassetto è mio. le parti che ho tagliato sono con “{…}”.

    Come si vede non è facilmente codificabile, come ci poteva aspettare, perchè attiene soprattutto la (retta) coscienza e alla libertà umana. Leggi tutto “Peccato “relativo” ?”

    Te Deum e le onde gravitazionali

    Un inno di ringraziamento per il dono delle onde gravitazionali

    image

    Grazie, Buon Dio, dello stupendo regalo che hai fatto all’umanità il 16 settembre  2015, donandoci l’elettrizzante emozione dell’ennesima scoperta del magnifico universo che ci hai donato.
    Quanta bellezza e quanto fascino!

    Leggi tutto “Te Deum e le onde gravitazionali”

    Regali di natale

    image

    Rileggendo una omelia di Benedetto XVI sul Natale, in barba a ogni interpretazione consumistica di questa festa, mi ha colpito l’originale lettura dei  “regali di Natale”:

    Natale è diventato la festa dei doni per imitare Dio che ha donato se stesso a noi.

    Straordinariamente semplice. Se riusciamo a far memoria di questo pensando, comprando, scartando i regali che facciamo o riceviamo a Natale possiamo anche rendere questa pratica molto meno consumistica.

    Infondo il consumismo non sta in quello che facciamo, ma come lo facciamo.

    Buon Natale.

    Datteri naturali

    wp-1450553774197.jpegIncredibile dicitura in un grande supermercato romano durante il periodo natalizio. Mi ha sempre colpito il modo commercialmente strumentale dell’uso dell’aggettivo «naturale». “Cosa possiamo inventare per rendere l’idea che non sono «i soliti datteri»?”… si sarà chiesto il direttore del supermercato… “sembrano un po più «grezzi» a vedersi quindi perché non chiamarli «naturali»”?

    Eh già… e gli altri cosa sono? innaturali? non-naturali? artificiali? a-naturali?