80 giorni con la suocera

La suocera fa il giro del mondo e viene a stare fra noi per due mesi e mezzo…. cosa penserà il mondo politicamente corretto? Il dogma sociale impone delle regole: bisogna adeguarsi. Ma forse non è detta l’ultima parola…

Nei periodo natalizio passato alle solite domande “ma che fai questo Natale…?” rispondevo candidamente: “verrà a trovarmi mia suocera verso l’inizio di dicembre e starà con noi circa tre mesi….”  aggiungendo un sorriso sincero e qualche dettaglio del perché e percome….visto che viene dal Sud America.

Ogni volta, puntualmente, i poveri malcapitati rispondevano con le solite battute commiserate alla “non ti invidio certo” oppure con espressioni schifate, o toni scherzosi con un misto fra condoglianze e compassione. Già la suocera è, per definizione, il diavolo incarnato, l’ultima persona che uno desidererebbe avere tra i piedi: è un dogma sociale, un atto di fede in cui tutti, ma proprio tutti, credono fermamente. Perché? Perché lo dicono tutti, ovvio. E se lo dicono tutti: la TV, la gente, i film, le barzellette: dunque deve essere così.

Anche questo è uno dei schemi e cliché che il mondo ci propone, o sottilmente impone. Non puoi allontanarti da questo pensiero politicamente corretto, da questo schema precostituito. Non puoi essere felice che la mamma di tua moglie e la nonna di tuo figlio viene dall’altra parte del mondo a vivere una esperienza unica nella sua vita, facendo visita una volta alla tua famiglia, che è anche un po’ la sua. Anzi se mostri felicità non vieni capito. Non vieni compreso. Sei un alieno. Un miscredente del dogma di fede per cui “Suocera = L’Anticristo”. Non sto esagerando: basta cercare “suocera” o “suocero” con Google Immagini o Web per rendersi conto di quali sono gli stereotipi associati a questi vocaboli, insomma il “sentire comune”.

Beh, allora sarò pure un alieno, un eretico ribelle al dogma sociale del politicamente corretto, un soggetto pericoloso per il mio trasgressivo disallineamento nei riguardi del Pensiero Unico Dominante, ma voglio mostrare tutta la mia gioia e poter dire:

con gioia ho progettato e pensato al suo invito insieme a mia moglie; con gioia e felicità ho atteso il giorno del suo arrivo; con felicità l’ho vista godere della presenza del proprio nipotino: i primi dentini, i primi passi, le prime monosillabe. Per lei certo è stato un po’ duro dover stare lontano dalle sue cose, dai suoi ritmi per così tanto tempo… ma pazienza. Con felicità l’abbiamo accolta in casa, facendoci anche carico dei suoi limiti, delle sue debolezze. E’ stato bello. Ma sembra che il mondo non accetti questo: perché? Possibile che siamo così influenzati dagli schemi fatti, tanto da soffocare gli affetti importanti nella vita, le relazioni umane, soprattutto proprio con chi ci sta vicino? Forse abbiamo bisogno di riprogrammarci…

Oggi è ripartita, facendo il giro del mondo…. Buon viaggio suocera! Torna presto fra noi…

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    troppo lungopoco chiaronon ci avevo mai pensato
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