08 febbraio 2010

Risposta a "Il Censore" su Galileo

Rispondo in modo articolato al commento: Alle 08 febbraio, 2010 14:37 ,
Era infatti già da tempo che avevo "in canna" un post su processo a Galileo. Approfitto dell'occasione, riprendendolo, ampliandolo e rispondendo al mio lettore, che ringrazio per aver lanciato la palla.

Blogger Il Censore ha detto...
La differenza è chiaramente osservabile nel caso di Galileo, religioso e razionale, ma che lo fu in quanto non permise alla religione di impedirgli di ragionare.
Un saluto (non rispondo sempre ai tuoi post, ma li leggo).

Qui mi pare che confondi la religione in quanto tale, con le istituzioni, gli uomini e le contingenze che hanno rappresentato, in un periodo storico particolare in una vicenda particolare; quella di Galileo appunto.

Chi impedì a Galileo di ragionare non fu la "religione", ma le persone, le istituzioni e le convinzioni del suo tempo. Che agirono, questo è vero, in nome di una credenza religiosa.

Che la Bibbia avesse un valore spirituale non c'era alcun dubbio ne ieri ne oggi per la vita del fedele.

Che la Bibbia invece non avesse un valore "storico" nel senso di raccontare effettivamente come "va il mondo"
è un fatto scontato per noi oggi, che veniamo dopo secoli da quella vicenda, e abbiamo poi approfondito
moltissimo gli studi biblici e la formazione di questi libri nella storia, in particolare il genere letterario del mito e del suo rapporto con la scrittura ispirata. Ma allora tutto questo non si sapeva e non era affatto scontato. Si pensava quindi che la Bibbia raccontasse anche la realtà storica. Condannare quelle persone solo perché vivevano in un tempo diverso e giudicarle con i nostri parametri non mi sembra una operazione di giustizia e oggettività.

Fu proprio Galileo, con grande intuizione teologica, a dire per primo che la Bibbia è "fatta per andare in cielo e non dice come è fatto il cielo"; Ma così dicendo si "intrometteva" nel campo teologico e la Chiesa intervenne in quanto il campo era di sua competenza. D'altra parte il "Dialogo Sopra i due massimi Sistemi" non è un trattato scientifico, ma parla di Teologia, di visione del mondo. La Chiesa sbagliò perché poi le idee di Galileo ebbero la meglio, ma non dimentichiamo che al tempo del processo, non era così evidente che Galileo avesse ragione. Lo Sbaglio della Chiesa fu vietare quelle idee anche nell'ipotesi che fossero state infondate. Supponiamo che Galileo non avesse avuto ragione: chi oggi parlerebbe più del processo a Galileo? Nessuno. Anzi, nessuno lo ricorderebbe come scienziato, ma come un pazzo stravagante. Solo anni più tardi con Newton e le leggi di gravitazione si comprese davvero perchè doveva essere così.

A questo si aggiunse la beffa e l'umiliazione del povero Galileo che funse da capro espiatorio e umiliato senz'altro più del necessario (ma qualcuno oggi pensa, chissà perchè, che fu bruciato sul rogo!) da parte della Chiesa che era più preoccupata ad evitare nuove eresie, dopo il trauma dello scisma Luterano, piuttosto che a permettere idee ritenute "audaci". E le idee di Galielo (anche se poi rivelatesi corrertte) erano certamente audaci, perchè deboli sul piano delle prove. E per questo la Chiesa pensò che fosse suo dovere impedire che quelle idee si diffondessero: questo si fu davvero uno sbaglio "tattico" assolutamente madornale; D'altra parte anche nella Chiesa c'era chi era scettico in una eventuale condanna a Galileo, perché se poi avesse avuto ragione, ci avrebbero fatto pessima figura. Come poi avvenne. Furono delle scelte tattiche e politiche sbagliate, ma non c'entra davvero con l'essenza del cristianesimo, della religione e delle questioni di fede in quanto tali.
Anche se possiamo capire che la questione a quel tempo e nel contesto storico dell'epoca non era affatto banale, come non potrebbe essere banale oggi il problema dell' AIDS o dell'eutanasia.

Galileo comprese benissimo la differenza fra questi due piani, tanto è vero che non rinnegò la Chiesa e morì fedele cattolico. Chi invece oggi invoca sempre questo processo a Galileo ogni volta che si parla di Ragione e rapporti fra fede e scienza, deve ancora purificarsi da questa impostazione scorretta, quasi che il processo a Galileo fosse la macchia infame e indelebile della religione per tutti i secoli dei secoli; evidentemente ancora si fa confusione fra i due piani e non si si vuole proprio distinguerli.

Il processo a Galileo visto come come simbolo della lotta fra fede e scienza che si contendono in antagonismo
la Verità sul mondo è un clichè confezionato dalla propaganda illuminista di stampo ideologico posteriore e poi anticattolica di tutti i tempi, ma non ha davvero alcun fondamento storico, perchè in quel contesto storico non è così che fu vissuta. Non dimentichiamo che furono gli illuministi nel '700 a far divorziare la fede dalla ragione; e infondo era anche comprensibile, visto che proprio in quel periodo ci si accorgeva di quante cose potessero essere "spiegate" senza far ricorso a Dio. Anche il lavoro di questi scienziati ha infondo contribuito a purificare la nostra fede. Al contrario la Chiesa ha sempre difeso, tomisticamente, l'unità fra scienza e fede sul piano filosofico; non ultima l'enciclica Fides et Ratio di Giovanni Paolo II, che consiglio caldamente di leggere.

Non ci dimentichiamo che ancora nel '800 c'erano esploratori con tanto di accrediti accademici in geografia che durante le esplorazioni di quei secolo andavano in giro cercando il "Paradiso Terrestre": non era raro che giornali del tempo uscissero con titoli del genere "Scoperto paradiso terreste in ....". Se a noi questo fa sorridere è solo perché oggi diamo per scontato che la Bibbia è "fatta per andare in cielo e non dice come è fatto il cielo", ma ripeto dobbiamo avere rispetto per chi a quell'epoca e ancora nel '800 era convinto del contrario e non aveva ancora le prove certe che non dovesse essere così. Lo stesso Darwin in giovinezza riteneva i fossili dei residui delle antiche belve decedute evidentemente con il diluvio universale.

Ricordo che la teoria copernicana non fu mai condannata come eretica; Ma solo per "sospetta eresia": sembra una quisquiglia e un appiglio formalistico, ma nonostante scardinasse le convinzioni religiose ritenute fondatissime e per questo era, si, osteggiata da buona parte della Chiesa, non fu mai condannata come eretica: non poteva esserlo perché si presentava come teoria scientifica e non come religione; questo testimonia comunque che la Chiesa usava l'arma della condanna per eresia con estrema cautela e rispetto per il mondo scientifico e delle idee in generale; e questo nonostante il periodo storico fosse molto "caldo" in tema di eresia. Visto con i parametri odierni ci sembra inaccettabile una tale intromissione della Chiesa in queste questioni, ma all'epoca nessuno metteva in discussione questo diritto, autorità o metodologia.

La teoria coperincata comunque era dibattuta anche da uomini di Chiesa; ma nonostante questo fu di fatto osteggiatissima. Non dobbiamo infine dimenticare che l'opposizione più cruenta (e violenta) contro le idee copernicane fu radicato e praticato nei paesi soprattutto protestanti: ma questo stranamente non viene mai ricordato; si ricorda e si rinfaccia ai cattolici sempre e solo il processo a Galileo: perché? I motivi sono essenzialmente due: un certo pregiudizio cattolico ovvero quel cliché di cui si parlava sopra e il fatto che la Chiesa è l'unica istituzione formale la cui presenza è stata ed è tuttora continua nella storia; e rappresenza così un bersaglio "comodo" con cui prendersela di molte malefatte che infondo tutti ci portiamo dietro; un comodo capro espiatorio. Peccato che non è l'istituzione che fa le virtù o i vizi, ma le persone che la costituiscono, oggi come ieri. E infatti la Chiesa si è sempre definita fatta "per Santi e per i peccatori".

La vicenda Galileo fu complessa e senz'altro incluse errori da entrambe le parti, e nessuno pensava (ne Galielo ne la Chiesa) che dopo più di 300 anni fossimo ancora qui a discuterne animatamente. La Chiesa sbagliò e lo ha riconosciuto. Direi con troppo ritardo. Tuttavia nella vicenda Galileo c'è ancora chi oggi non vuole ammettere il riconoscere la valenza di quegli atti nel contesto in cui questo avvenne, addossando acriticamente la responsabilità alla "Irragionevole" e retrograda "Chiesa oscurantista" perché questa visione e questi cliché ricalcano facilmente un martellante stereotipo facile da vendere.

Tutto questo, comunque, non c'entra affatto con i dogmi della fede, almeno per quanto riguarda il cristianesimo:
nel Credo non diciamo che il sole gira intorno alla terra, ne alcun documento dogmadico lo fa ha mai fatto qualcosa del genere.

La Chiesa ha sempre tenuto distinti i dogmi e le realtà di fede dalle teorie, conoscenze e filosofie varie "sul mondo" e non mi pare che su questo piano sia mai incappata in errori evidenti di fondo, al di la del dibattito contingente. Se pensi che non sia così, esibiscimi un controesempio e parliamone.

12 Commenti:

Alle 13 febbraio, 2010 19:31 , Blogger Il Censore ha detto...

Mi sento un po' in imbarazzo a rispondere a questo tuo post, perché non credo di poterti offrire una disamina all'altezza di quella che hai elaborato tu.

Concordo con te sull'esistenza di una dicotomia tra il Cristianesimo "ideale" e la sua "realizzazione" nei vari periodi storici del suo lungo cammino. Naturalmente c'è stato un Cristianesimo di Gesù, uno dei suoi discepoli immediati e uno di Paolo; uno dei padri apostolici e dei martiri e uno di Costantino e Teodosio; un Cristianesimo di Agostino e uno di Tommaso; un Cristianesimo pre-Riforma e uno post-Controriforma; un Cristianesimo egemone culturalmente e uno passivo; un Cristianesimo dello Stato Pontificio e uno della Città del Vaticano.

Naturalmente non si tratta di tanti diversi Cristianesimi, ma sono comunque Cristianesimi distinti e distinguibili, e caratterizzati (per quel che riguarda il mio discorso) da due fatti:

* l'influenzare, spesso decisivamente e comunque pesantemente, il mondo loro contemporaneo in base ai principi del Cristianesimo;

* l'essere il Cristianesimo della loro epoca.

In altre parole, il fatto che il Cristianesimo di Urbano VIII non sia quello di Giovanni Paolo II è chiaro, ma quello e questo sono insieme il Cristianesimo che effettivamente ha influito sul mondo. E credo che tu concordi con questo.

Potrà dunque esserti chiaro che quando mi riferisco a Galileo e all'oppressione subita dalle Chiesa, mi riferisco al Cristianesimo storico, realizzato nelle persone e nei tempi, non ad una sua "essenza".

Ieri come oggi, le persone non si confrontano con l'essenza del Cristianesimo, ma con la sua manifestazione storicizzata; questa ha effetti sulla mia vita e questa giudico.

Infine, a proposito dell'argomentazione secondo la quale il fatto che il sistema geocentrico non sia parte dei dogmi cristiani implichi una "innocenza" del Cristianesimo, in quanto ad esso non possono essere attribuite le persecuzioni dell'eliocentrismo (mi riferisco alla parte finale del tuo post), beh, questa mi pare alquanto debole.

Nel Credo e nei dogmi ci sono scritte tante cose, ma la Chiesa non si limita a difendere e promuovere solo quelle, bensì si arroga il diritto di insegnare l'"ortodossia" (nel senso originario del termine) in vari campi.

Un esempio di oggi? Malgrado il Credo non dica nulla a riguardo, Benedetto XVI ha affermato che "è pericoloso uno Stato che decide l'etica" (fonte laRepubblica.it), rivendicando a sé e alla Chiesa il potere di decidere l'etica, evidentemente.

Un saluto,
IlCensore

 
Alle 14 febbraio, 2010 00:23 , Blogger Fabrizio Sebastiani ha detto...

Grazie per l'articolata risposta, che condivido quasi in toto.

1."persecuzioni" dell'eliocentrismo mi pare un po' eccessivo; caso mai parlerei di censura;

2.La fede non è fatta solo di dogmi. Questi sono i punti di partenza, non di arrivo della fede.

3.Benedetto XVI, come tutti i suoi predecessori, ci ricorda che quando lo Stato si arroga in diritto di decidere il bene dal male, anche in nome della democrazia, quando non si tiene presente i principi del rispetto della persona umana, il risultato non può che essere una mancanza di autentica libertà per l'uomo. L'eugenetica moderna praticata de-facto nelle cliniche del mondo "moderno" in nome di una falsa libertà, ne è un esempio. Il Papa non rivendica nessun privilegio particolare, salvo di diritto di parlare come tutti e di svolgere la missione profetica della Chiesa. La Chiesa non decide l'etica: la propone; E i cristiani hanno il diritto di portare in politica la propria visione e il proprio contributo: cosa che non viene negata a nessuno; Ma quest da fastidio a molti: vuol dire allora che la Chiesa svolge il suo dovere: proprio il Vangelo di domani (Luca 6,17.20-26) recita: "Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi" quindi niente da stupirsi se la Chiesa viene criticata e da fastidio (il che non vuol dire che ogni critica sia da scartare) ma una Chiesa applaudita da tutti non è una Chiesa credibile: lo dice Cristo, non io.

Lo stato liberal-democratico moderno si regge su presupposti che non è in grado di garantire (paradosso di Bokenforde) e per questo servono "energie" non statuali.

Grazie ancora e buona notte.

 
Alle 14 febbraio, 2010 12:54 , Blogger Il Censore ha detto...

"1."persecuzioni" dell'eliocentrismo mi pare un po' eccessivo; caso mai parlerei di censura;"

Naturalmente, era un modo di dire

"2.La fede non è fatta solo di dogmi. Questi sono i punti di partenza, non di arrivo della fede."

Lo so, ma la tua argomentazione verteva sul fatto che il geocentrismo non era un dogma di fede. Se invece prendi in considerazione anche i punti di arrivo della fede, nel 1600 la fede cristiana comprendeva l'interpretazione letterale del brano della Bibbia che giustifica il geocentrismo; e quindi si può dire che se i dogmi non sono cambiati (anche se nel frattempo se ne sono aggiunti altri), la fede cristiana, intesa come dogmi e suoi sviluppi, è decisamente mutata.

"La Chiesa non decide l'etica: la propone; E i cristiani hanno il diritto di portare in politica la propria visione e il proprio contributo: cosa che non viene negata a nessuno;"

Non mi va di deviare dal discorso del post, ma non concordo con te su questo punto.

Saluti.
IlCensore

 
Alle 14 febbraio, 2010 14:47 , Blogger Fabrizio Sebastiani ha detto...

1. ok

2. Non cambia la fede. ma cambia il modo di viverla e di intendere molte cose; così come l'uomo, crescendo cambia, anche nella storia l'uomo è soggetta a cambiamenti e purificazioni. Questo accade anche per la fede ed è un bene. Questo non deve scandalizzare ed è assolutamente normale. Si può paragonare i dogmi alle fondamenta di una casa: ciò che tutti vedono da fuori è tutta la casa, non le fondamenta; la casa viene ristrutturata di tanto in tanto, riammodernata, ripitturata; ma le fondamenta rimangono sempre le stesse.

3. Non sei daccordo perchè vorresti che i cristiani tacciano. Che si facciano gli affari loro. Ma questo è contrario alla missione profetica della Chiesa e del Cristiano. Se la Chiesa decidesse l'etica e le leggi conseguenti oggi non avremmo la legge che consente l'aborto; forse non avremmo neanche il divorzio. In inghilterra hanno fatto chiudere le agenzie cattoliche di adozione perchè obbligate a non dire "no" a coppie omosessuali, contro la libera coscienza cristiana che pensa sia un diritto del bambino avere un padre e una madre. Forse presto accadrà anche qui. Pazienza. Il fatto che queste cose ci siano dimostra che Cesare e Pietro non sono la stessa cosa.

 
Alle 14 febbraio, 2010 17:11 , Blogger Il Censore ha detto...

"Non cambia la fede. ma cambia il modo di viverla e di intendere molte cose"

Ma insomma, un buon cristiano nel XVII secolo doveva credere o no nel geocentrismo? Se il geocentrismo faceva parte della fede allora e oggi no, allora la fede è mutata, se non ne faceva parte neppure a quell'epoca, allora non dovevano condannare Galileo. Tertium non datur.

"Questo non deve scandalizzare ed è assolutamente normale."

Sarebbe normale se non fosse che le principali religioni sono rivelate, cosa che ne dovrebbe decretare la perfetta immutabilità per tutta la storia; il loro mutamento è un indizio della loro imperfezione e dunque della loro origine non rivelata ma umana.

"Si può paragonare i dogmi alle fondamenta di una casa: ciò che tutti vedono da fuori è tutta la casa, non le fondamenta; la casa viene ristrutturata di tanto in tanto, riammodernata, ripitturata; ma le fondamenta rimangono sempre le stesse."

Se la casa è la fede, hai appena detto che la fede cambia. Se la casa non è la fede, non ho compreso il paragone.

"Non sei daccordo perchè vorresti che i cristiani tacciano. Che si facciano gli affari loro."

Non sono d'accordo con la tua affermazione che la Chiesa proponga l'etica: essa pretende di essere l'unica fonte dell'etica, di avere il monopolio della morale.

"Se la Chiesa decidesse l'etica e le leggi conseguenti oggi non avremmo la legge che consente l'aborto; forse non avremmo neanche il divorzio."

Hai ragione, nel caso del divorzio e dell'aborto i cristiani hanno votato contro le direttive ecclesiastiche. Ciò non toglie che la Chiesa pretenda di dettare a tutta la società direttive basate su sue interpretazioni fideistiche di testi rivelati.

Ma di questo abbiamo già avuto modo di discutere e di conoscere le nostre posizioni.

Ti saluto,
IlCensore

 
Alle 14 febbraio, 2010 17:51 , Blogger Fabrizio Sebastiani ha detto...

Sembra che ti scandalizzi molto il fatto che le Scritture possono essere reinterpretate con il passare del tempo. E invece questo è proprio la caratteristica principale delle Scritture: il fatto di essere rivelate, le pone in un divenire dinamico per cui esse, in quanto "Parola di Dio", parlano e riparlano all'uomo di sempre. L'uomo di fede, questo lo vive come esperienza concreta, ogni giorno, con l'aiuto indispensabile della preghiera; Detto in altro modo: "le Scritture sono in grado di parlare all'uomo di sempre anche se cambiano le sensibilità e le prospettive". E' questa la forza della Parola Rivelata: Sempre uguale, ma anche sempre diversa.

Il fatto che gli uomini del XVII secolo pensassero scontato il geocentrismo non ha influenzato sulla loro salvezza, sul loro essere o non essere sulla strada di Dio, che è la strada dell'Amore, ovvero la carità.

Sulla casa/fede: forse il mio paragone non calzava completamente; ma ti invito a non cogliere il senso in modo troppo letterale o rigido: non stiamo parlando di logica formale.

 
Alle 14 febbraio, 2010 19:34 , Blogger Il Censore ha detto...

"E' questa la forza della Parola Rivelata: Sempre uguale, ma anche sempre diversa."

Sempre uguale e sempre diversa è un controsenso, te ne rendi conto?

La sensazione di dover effettuare contorsionismi logici per mantenere la fede, e la necessità di scacciare tale sensazione per essere un buon cristiano sono state sempre presenti in me. Una volta messa in discussione la mia fede, ho sentito un senso di liberazione da tutti questi legacci in cui per anni, fin da bambino, sono stato costretto.

Certo, una volta liberatomi dalla religione ho dovuto fare i conti con me stesso, e con la necessità di trovare in me, e non nella religione, gli stimoli e gli obiettivi di una vita. Ma non rimpiango la sensazione di costrizione che provavo intimamente quando dovevo accettare (e con tutto il cuore!) controsensi come quello qui sopra.

Il tutto detto con il massimo rispetto per la tua fede, ma con il cuore in mano.

"Il fatto che gli uomini del XVII secolo pensassero scontato il geocentrismo non ha influenzato sulla loro salvezza"

Questo non lo metto in dubbio. Quello che ti chiedo è se sia stato il loro credere che il geocentrismo era parte integrante della loro fede, tanto da mettere sotto processo un loro simile e costringerlo ad abiurare, ad influenzare la loro salvezza. E, cosa più importante dal mio punto di vista, se abbia influenzato le loro vite, loro di giudici ed imputati, peggiorandole.

"ma ti invito a non cogliere il senso in modo troppo letterale o rigido: non stiamo parlando di logica formale."

Volentieri. Ma dato che non so cosa intendi dire, se il paragone è oscuro o errato non posso comprenderne il significato allegorico.

Ciao,
IlCensore

 
Alle 14 febbraio, 2010 20:19 , Blogger Fabrizio Sebastiani ha detto...

Sempre uguale perché il testo scritto (livello lessicale-grammaticale) è sempre lo stesso. Ma al livello spirituale è sempre nuovo, perchè lo Spirito "soffia dove vuole".

Succede ad esempio che ogni volta che medito un passo del Vangelo (che per quante volte l'ho letto lo so quasi a memoria) eppure ogni volta mi dice "cose nuove". Come è possibile questo? E' una esperienza che bisogna provare: non si può raccontare, perché riguarda sensi spirituali e in un certo senso ineffabili: le nostre parole sono troppo poco "potenti" per esprimere questi concetti: ecco perchè sembrano contraddittorie (come li chiami tu contorsionismi). Anche i racconti dei mistici (Padre Pio, S.Caterina...) sono incomprensibili senza la luce dello Spirito. Eppure quando hai la grazia della fede, tutto cambia e ogni contorsionismo diventa liscio come l'olio. Come è possibile?

I contorsionismi di cui parli sembrano tali perché non hai la grazia della fede, che viene dallo Spirito: lo spesso Spirito che vive nella Scrittura. Ecco perchè tutto sembra incomprensibile. Più vogliamo "capire" da soli, più rimane incomprensibile.
Perchè Dio non può essere messo in una scatola. Non si rivela a chi vuole "possederlo".

Invece tutto si dischiude nel momento in cui il tuo gesto di umiltà e di povertà spirituale viene messo nelle mani di Dio e finalmente avviene l'incontro. E tutto si svela. E tutti quei contorsionismi acquistano improvvisamente un senso.

Non ti sto raccontando teorie astratte: sono esperienze che ho fatto personalmente, e che ogni uomo di fede può ripetere. Fra i 28 e i 30 anni ho incontrato davvero Cristo Risorto. Non è la fine, è l'inizio di un cammino. E questo nonostante anche io avevo dubbi e in passato mi sono illuso che un sapere scientista e razionalista potesse sfamare quella sete ontologica che è nel cuore di ogni uomo. Ma l'incontro con Cristo Risorvo di gran lunga supera tutto questo.

Per trovare la fede è necessario un atto di umiltà nei confronti di Dio, e chiedere questa grazia; una purificazione costante: se la tua fede è rimasta quella di un bambino e non è cresciuta insieme a te, non mi sorprende che, divenuto adulto, te ne sei sbarazzato: era troppo ingenua e non poteva funzionare. Forse le persone che hai incontrato e che erano accanto a te non hanno mostrato una fede autentica, e la loro cattiva testimonianza non ha contribuito a farti crescere nello Spirito, anzi.

Di fronte a questi contorsionismi si hanno due possibilità:
* la chiusura: ovvero dici "che cavolate queste cose, non mi interessano".
* l'apertura: ovvero dici "ma cosa c'è dietro questi contorsionismi? Come è possibile che a me sembrano scempiaggini e per tante persone intelligenti come me sono cose serissime? Forse qualcosa cui non arrivo? Qualcocsa che mi manca? Posso approfondire? A chi posso chiedere? E se davvero c'è un oltre che posso ricevere?".

Le risposte dipendono solo dalla tua libertà. Io ho scelto la seconda strata e ha funzionato. Spero e confido che possa funzionare anche per te.

su Galileo: secondo me giudici la vicenda con parametri troppo moderni. Chi ti dice che questi siano i parametri di Dio? Noi non possiamo sapere cosa c'era nel cuore di quegli uomini; di sicuro però sappiamo che Dio non condanna di certo chi in buona fede ha creduto cose che, anche se poi rivelatesi fattivamente false, non corrispondevano al vero.

Grazie per avermi dato la possibilità di testimoniare la mia personale esperienza.

 
Alle 22 febbraio, 2010 23:20 , Blogger Il Censore ha detto...

"Sempre uguale perché il testo scritto (livello lessicale-grammaticale) è sempre lo stesso."

Mica vero, il Nuovo Testamento che leggi tu è diverso dal textus receptus di Erasmo, che è diverso dalla Vulgata di Girolamo, che è diversa dalla Vetus.

"Ma al livello spirituale è sempre nuovo, perchè lo Spirito "soffia dove vuole"."

Continua a sembrarmi un controsenso. Ol a "Parola Rivelata" include solo il livello testuale, e allora è (secondo il tuo punto di vista) immutabile, o include il livello spirituale, e allora è mutevole. Qualcosa che muta in parte è mutevole.

"Succede ad esempio che ogni volta che medito un passo del Vangelo (che per quante volte l'ho letto lo so quasi a memoria) eppure ogni volta mi dice "cose nuove". Come è possibile questo?"

E' possibile in quanto cambia uno degli elementi in gioco, tu. L'interpretazione del Vangelo è, appunto, un'interpretazione, e dunque prevede l'esistenza dell'interpretatore. Uno stesso brano letto da me e da te dice due cose differenti; prova a leggere un brano biblico da me commentato, e vedrai che a te dirà cose differenti da quelle che dice a me.

"Anche i racconti dei mistici (Padre Pio, S.Caterina...) sono incomprensibili senza la luce dello Spirito. Eppure quando hai la grazia della fede, tutto cambia e ogni contorsionismo diventa liscio come l'olio. Come è possibile?"

Perché è la fede che ti permette di sospendere la logica e credere a concepimenti virginali, resurrezioni, miracoli, trinità e quant'altro. Senza la fede non potresti credervi, e infatti tu non credi (presumo) alla dettatura del Corano da parte dell'arcangelo Gabriele, o alla dettatura del Libro di Mormon... ecco, a differenza di te io non credo neppure alla scrittura del Nuovo Testamento.

 
Alle 22 febbraio, 2010 23:20 , Blogger Il Censore ha detto...

"I contorsionismi di cui parli sembrano tali perché non hai la grazia della fede, che viene dallo Spirito: lo spesso Spirito che vive nella Scrittura."

Esatto, la fede permette di accettare contorsionismi logici altrimenti inaccettabili, e che infatti non accettiamo se contrari alla fede. Non per citarmi, ma prova a leggere un esempio: tre racconti molto simili tra loro, ma uno di questi è considerato "ispirato" da molti, che devono fare contorsionismi logici per poter accettare uno rigettando gli altri.

"Perchè Dio non può essere messo in una scatola. Non si rivela a chi vuole "possederlo"."

Hai mai pensato che forse Dio non c'è e che ciò che viene "rivelato" siano pensieri e fantasie personali?

"Invece tutto si dischiude nel momento in cui il tuo gesto di umiltà e di povertà spirituale viene messo nelle mani di Dio e finalmente avviene l'incontro."

Ecco, questo mi pare decisivo. Tu parli di un "gesto di umiltà", di un "gesto di povertà spirituale". Con la povertà spirituale si può credere a tutto, anche che uccidere quasi tremila persone con due aerei che si schiantano su due grattacieli porti il premio della vita eterna e di settantadue vergini

"Fra i 28 e i 30 anni ho incontrato davvero Cristo Risorto."

Se non sono indiscreto, potrei chiederti come è avvenuto ciò?

"su Galileo: secondo me giudici la vicenda con parametri troppo moderni. Chi ti dice che questi siano i parametri di Dio? Noi [...] di sicuro però sappiamo che Dio non condanna di certo chi in buona fede ha creduto cose che, anche se poi rivelatesi fattivamente false, non corrispondevano al vero."

Purtroppo Galileo è stato condannato da degli uomini che la pensavano come te, ma che hanno reputato ugualmente giusto condannarlo. E a Galileo è andata bene: ad altri, come a Giordano Bruno, la coerenza con ciò che in buona fede ritenevano giusto è costata la vita.

Ti saluto,
Il Censore

 
Alle 23 febbraio, 2010 19:08 , Blogger Fabrizio Sebastiani ha detto...

Esatto, la fede permette...

Ora che so (finalmente) il tuo blog e riferimento, su questo punto risponderò direttamente li. La tua provocazione è molto interessante, perché aiuta a svelare cosa c'è nel profondo della Scrittura Rivelata: lo prendo come spunto per delle slides che sto preparando sulla Rivelazione della Sacra Scrittura..... grazie! :)

Hai mai pensato che...

Certo che ci ho pensato. E anzi, continuo a pensarci. A volte capita che durante la preghiera, o mentre prendo l'eucarestia, dubito: "e se non fosse vero?" "e se quello è solo un pezzo di pane?". Il dubbio è buono e sano e non deve preoccupare. E' la nostra risposta che conta: infatti l'esperienza di fede che faccio tutti i giorni mi dice il contrario. Le fantasie personali in genere sono incoerenti e non "convergono" su una realtà antropologica che puoi verificare e vivere giorno per giorno in così tanti aspetti, sia su te stesso che sulla realtà che ti circonda. Soprattutto le fantasie non portano i frutti dello Spirito: carità, gioia, pace,pazienza, bontà, costanza, .... la fede in Cristo invece "produce" tutte queste cose; E' un fatto, non un idea astratta. Anche il mettere continuamente in discussione se stessi davanti alla Sua Persona è uno di questi "fatti". Non è ideale, non è astrazione, è esperienza; In genere le fantasie servono a "rimanere in se stessi" o appunto a "fantasticare", perché provengono dagli uomini. Non ritengo credibile che persone come S. Agostino, S. Benedetto, S. Francesco e tanti altri abbiano potuto fare quello che hanno fatto nella loro vita, portare i frutti a loro e a così tante persone vicino a loro e nella nostra storia, basandosi solo su "fantasie". No: penso che deve esserci "dell'Altro.". E ho voluto così "vedere" se questo "Altro" per me c'era. Per farlo mi sono dovuto mettere nella condizione di "accettare la sua esistenza, almeno potenziale". E' questa la povertà spirituale. E, lavorando su questa ipotesi, ho incontrato alla fine Cristo Risorto: a me non sembra affatto un processo privo di ragione.

Con la povertà spirituale si può credere a tutto,....

Non confondiamo la povertà spirituale con il "credulismo". Povertà spirituale non vuol dire azzerare il proprio cervello e predisporlo ad
assorbire qualunque cosa, come faresti con un computer cui riformatti il disco e reistalli tutto da capo. No, questo non ha nulla
a che fare con il processo di interrogazione che punta alla fede, almeno quella che conosco io. La fede richiede la ragione come processo vigile e attento. Tuttavia la ragione che conduce alla fede richiede anche l' "'apertura a Dio", inteso come "ipotesi possibile". Richiede il "sentirsi bisognosi" di quel "di più", di quell'Amore Assoluto cui la nostra anima per natura anela. Se non c'è questo "orientamento verso l'Assoluto" allora nessun processo intellettuale "da solo" può condurti verso la fede, proprio perché manca questa "povertà spirituale".

(segue commento successivo...)

 
Alle 23 febbraio, 2010 19:11 , Blogger Fabrizio Sebastiani ha detto...

La povertà spirituale è un atteggiamento del cuore, non della ragione. In generale la mancanza di questa "apertura" porta alla negazione di Dio, proprio perché il Dio cristiano è un Dio che si rivela, ma non a tutti: come requisito minimo si rivela a chi lo cerca, a chi lo desidera, a chi ha sete di Lui. L' affettività (ovvero l'orientamento del cuore) e il ragionamento vanno dunque insieme: si completano a vicenda durante il "cammino". L'uno richiede l'ausilio dell'altro. Se si va avanti nel cammino solo con il cuore, si riduce la fede a sentimentalismo. Se si va avanti solo con la ragione, è razionalismo. Entrambe queste strade non portano al Padre di Gesù Cristo, ma da altre parti.
Con la povertà spirituale (orientamento del cuore), e con l'interrogarsi (e il rispondersi) della ragione fondata sulla propria esperienza, si può ottenere il dono della fede: io ne ho fatto esperienza, e molti prima di me.

Per quanto mi riguarda non mi è possibile uccidere tremila persone per settantadue vergini: semplicemente perché il Dio che sta dietro quella fede non è il Padre che mi ha rivelato Gesù Cristo, ma un'altra immagine di Dio: di questo dovresti chiedere conto non a me, ma a chi crede a quell'immagine di Dio; e poi giudicare da te stesso.



Se non sono indiscreto, potrei chiederti come è avvenuto ciò?

Lo farò molto volentieri: posso inviarti un mio scritto del 2007 in cui riassumevo tutta la la mia vicenda spirituale....quale è la tua email? (la mia è in alto a destra del blog)

Purtroppo Galileo è stato condannato...

Si, erano persone che la pensavano come me in tema di fede. Ma hanno vissuto 400 anni fa. Condividiamo gli stessi fondamenti,
ma abbiamo modi diversi di manifestare e di pensare la nostra fede.
perché siamo persone diverse, e in mezzo ci sono 400 anni.

Anche due fratelli gemelli condividono il 100% del DNA, ma sono due persone diverse e probabilmente prenderanno strade diverse nella vita. Se uno commette un omicidio, nessuno penserà che l'altro sia un potenziale omicida solo perché ha il 100% del DNA dell'altro: giusto?

Se quelle persone hanno agito male in nome di una fede giusta, vuol dire forse che la fede era sbagliata?
In ogni caso I miei modelli non sono gli inquisitori di Galileo (di cui infatti non ricordiamo facilmente neanche il nome). Questi vengono additati solo da chi vuole accusare la fede di irrazionalità, prendendo come modelli però esempi negativi o che non hanno portato buoni frutti.

Il mio modello è invece Cristo e i Santi di ieri e di oggi, che con la loro testimonianza di vita rendono credibile che è possibile imitarlo.
Che ci siano persone che ci hanno anche trasmesso una cattiva testimonianza (Papi compresi) non mi sorprende affatto, anzi conferma che la Chiesa non è solo fatta per i Santi, ma anche per i peccatori. Se questo scandalizza, è tutto normale: anche a Cristo rimproveravano la stessa cosa.

Grazie

 

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